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11 gen 2018

 

Nuovi scontri nelle strade, scambio di accuse tra governo e Fronte popolare

 

La legge finanziaria è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dice la politologa Olfat Lamloum. I giovani sono delusi dalla rivoluzione, dall’elevato costo della vita. Le disuguaglianze sociali si sono accentuate

 

Roma, 11 gennaio 2018, Nena News – 

 

La protesta popolare contro il carovita non si placa e dilaga nelle strade della Tunisia nell’anniversario della rivoluzione del 2011. La politica intanto si spacca sulle ragioni che ormai da anni periodicamente vedono il popolo tunisino affrontare la polizia e la repressione. Alza la voce il leader del Fronte Popolare, Hamma Hammami, principale forza di opposizione al governo, che ha respinto al mittente le accuse del primo ministro, Youssef Chahed, secondo il quale il suo movimento incita alla disobbedienza civile. “Le parole del capo del governo sono irresponsabili. Chahed è spaesato a causa del fallimento suo, del governo e della coalizione. Non era preparato alla reazione del popolo contro le misure distruttive adottate nella legge finanziaria del 2018″, ha detto Hammami che ha accusato Chahed di “coprire la corruzione”. Il primo ministro, afferma Hammami, “confonde l’attivismo civile e pacifico con i gruppi criminali, che approfittano di questo tipo di eventi”. Il Fronte popolare ha inoltre denunciato la diffusione sui social di video “falsi” per metterlo in cattiva luce e isolarlo in vista delle prossime elezioni amministrative.

Con le motivazioni del Fronte popolare si schiera la politologa Olfat Lamloum secondo lei la nuova legge finanziaria è stata la goccia che ha fatto “traboccare il vaso”. I giovani – ha spiegato ai giornalisti locali –  sono delusi dalla rivoluzione, soprattutto a causa dell’elevato costo della vita…le disuguaglianze sociali evidenziate dalle statistiche ufficiali si sono in realtà accentuate. E sono aumentati il tasso di povertà, la disoccupazione e l’analfabetismo, proprio tra i giovani”. Il suo collega Selim Kharrat ha aggiunto che “Ci sono episodi di saccheggi e furti ma ciò che sta accadendo è anche un messaggio politico da parte di una parte della popolazione che non ha nulla da perdere”.

Quella appena trascorsa è stata la terza notte consecutiva di manifestazioni e scontri che ha fatto salire gli arresti a 328. Sette persone sono ricercate. Nelle proteste delle ultime ore sono rimaste ferite 21 persone. Imponenti misure di sicurezza sono state varate a Cite’ Ibn Khaldoun (Tunisi) e la tensione resta alta a Tebourba (a nord di Tunisi), dove un manifestante era stato ucciso lunedì in circostante sospette. Si attende l’esito dell’autopsia questo pomeriggio ma l’uomo è già stato definito “martire” dalla popolazione. Stamattina si registrano scontri tra manifestanti e polizia a Hammam Lif e a Chaabia dove gruppi di giovani bloccano le strade e danno fuoco a pneumatici. Altre proteste sono avvenute nel governatorato di Beja (a 100 chilometri da Tunisi) a Thala nel governatorato di Kasserine, vicino al confine con l’Algeria dove i dimostranti hanno bruciato un edificio dei servizi di sicurezza. Il governo ha inviato l’esercito a riportare l’ordine nella citta’. Scontri si registrano anche a Susa, Awina e Siliana.

Non sono buone peraltro le notizie che arrivano dal fronte economico. Il disavanzo commerciale relativo ai prodotti agro-alimentari è aumentato nel 2017 a 1,354 miliardi di dinari tunisini (460 milioni di euro) rispetto ai 1,075 miliardi di dinari (365 milioni di euro) del 2016. Il deficit è dovuto all’incremento delle importazioni alimentari del 22,1 per cento. Nena News

 

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