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4 aprile 2018

 

Vita e morte di un ambientalista sedicenne in Honduras

 

Come la destra golpista reprime e uccide chi difende l’ambiente e la democrazia

 

L’Honduras è il posto più pericoloso del mondo per gli ambientalisti, anche se sono dei ragazzini. E’ in questo Paese dove la destra golpista ha vinto ancora una volta le elezioni il 26 novembre 2017, truccandole tra l’indifferente compiacimento del governo Usa e la inutile riprovazione dell’Organizzazione degli Stati Americani, il sedicenne  Luis Fernando Ayala è stato sequestrato, torturato e assassinato e il suo corpo è stato fatto ritrovare il 18 febbraio.  Luis Fernando era un militante del Movimiento Ambientalista Santabarbarense (Mas)  della comunità di Gualjoquito, nel municipio de Guala, dipartimento di Santa Bárbara, nel nord-est dell’Honduras, a 3 ore di viaggio dalla capitale Tegucigalpa, e la sua famiglia è convinta che il suo omicidio abbia a che fare con le proteste contro l’elezione del presidente dell’Honduras Juan Orlando Hernández, Dopo l’assassinio del ragazzo,  Raquel Hernández, la leader del Mas  di Gualjoquito  ha fatto perdere le sue tracce, mentre altri 5 dirigenti dell’associazione ambientalista sono sotto protezione dello Stato attraverso il Mecanismo de Protección para Personas Defensoras de Derechos Humanos, Periodistas, Comunicadores Sociales y Operadores de Justicia.

 

La Hernandez, appena 25 anni, è stata raggiunta da un reporter del giornale guatemalteco 

Plaza Publica che, insieme a Mongbay LATM ha pubblicato un’inchiesta sugli ambientalisti honduregni e ha mostrato al giornalista un’immagine terribile che custodisce sul suo cellulare: l’ha scattata il 20 febbraio e mostra il corpo di Luis Fernando Ayala così torturato e mutilato che subito nemmeno suo padre lo aveva riconosciuto. E’ l’unica foto che esiste di Nando – come i compagni del Mas chiamavano il ragazzo – morto, dopo la polizia ha impedito alla Raquel e al padre di Luis Fernando di scattare foto dello “scenario del crimine”, anche se in Honduras le televisioni commerciali hanno libero accesso ai posti dove sono avvenuti assassinii e mostrano i corpi delle vittime in diretta.

 

Raquel teme di essere la prossima vittima degli assassini di Nando, anche perché, secondo l’ultimo rapporto di Global Witness, in Honduras i difensori dell’ambiente sono una comunità vulnerabile: solo nel 2017 ne sono stati uccisi 14 e diopo l’omicidio di Berta  Cáceres il 2 marzo de 2016 la paura è sempre più palpabile:  “Finiremo come Berta Cáceres», dicono ormai molti militanti di gruppi ambientalisti come il Mas  che si oppongono a progetti estrattivisti.

 

L’Honduras potrebbe essere un paradiso tropicale come il vicino Costa Rica – dove si sono tenute elezioni presidenziali pacifiche che hanno visto la sconfitta del candidato della destra evangelica –  e invece nel 2017 ci sono stati 3.791 omicidi  su una popolazione di poco più di 7 milioni, nel 2016 le morti violente erano state  5,154. Secondo la Comisionado Nacional de Derechos Humanos (Conadeh) Il 90% degli assassinii resta impunito e le vittime vengono seppellite senza che la polizia fornisca una qualche spiegazione.

 

Il corpo del giovanissimo ambientalista è stato scaricato il 19 febbraio dai suoi torturatori a Concepción Sur, una località di Gualala. La famiglia di Nando aveva denunciato la sua scomparsa giorni prima ed è stato ritrovato come lo descrive il giornale El Progreso del 20 de febbraio: «Con le mani amputate e torturate,  trovato il cadavere del giovane ambientalista desaparecido a Santa Bárbara». Il giornale sottolineava che «Ayala e la sua famiglia sono stati attivisti del Movimiento Ambientalista Santabarbarense (Mas) nel municipio di Gualala, dove da più di tre anni si lotta contro la concessione mineraria per l’estrazione di gesso data per un periodo indefinito e che minaccia di far scomparire la comunità di Arenales in quel municipio».

Gualjoquito è sotto shock. Come spiega il reportage di Plaza Publica e Mongbay LATM «Si tratta di una piccola comunità impoverita di poco più di 500 abitanti alla quale si accede abbandonando la carretera principale che conduce fino a Santa Bárbara e a San Pedro Sula. I suoi abitanti si dedicano in maggioranza all’agricoltura, Come Luis Fernando Ayala, che ha trovato la morte mentre lavorava alla raccolta del caffè. Non è abituale che in questa zona avvengano omicidi, almeno non al livello di Tegucigalpa o San Pedro Sula. Anche se qui esiste qualcosa conosciuto come “la ley del monte”, una specie di “occhio per occhio”  della legge del taglione».

 

Ma Nando, che lavorava nelle piantagioni di caffè, non è stato ucciso e torturato per questo: quando è stato rapito il 15 febbraio mentre stava andando a una festa. Il giovane, come spesso succede in America Latina,  faceva parte di una famiglia senza padre e i suoi compagni dicono che «Era una vittima facile». Quello che si sa è che Nando è scomparso e che una donna ha testimoniato di aver visto tre uomini incappucciati  rapire un ragazzo di notte. La Dirección Policial de Investigación (Dpi), incaricata delle indagini, si è rifiutata di rispondere alle domande di Plaza Pública.

 

I familiari di Nando sono convinti che dietro il suo omicidio ci sia uno dei tanti squadroni della morte della polizia o dell’esercito dell’Honduras  e sospettano che il ragazzo sia stato fotografato durante le proteste contro l’elezione di Hernández a presidente. Inoltre Nando aveva fatto recentemente amicizia con un individuo che aveva l’aspetto di un militare e che lo controllava da vicino, un giovane che vive a Chinda, vicino a dove è stato ritrovato il cadavere mutilato di Nando.

 

Anche se non esiste nessuna prova del fatto che Nando sia stato torturato e ucciso perché era un ambientalista, tutti nella sua comunità e al Mas pensano che sia stato assassinato proprio per questo.

 

La Hernández spiega ancora che nel Mas «Nando era un principiante, appoggiava da appena tre anni il movimento». Molti giovani e giovanissimi partecipano alla mobilitazione contro la miniera di gesso  dopo che nel 2010 l’allora presidente ad interim (golpista) dell’Honduras, Roberto Micheletti, aveva concesso una licenza mineraria a Rubén Darío Bonilla Moreno che avrebbe portato alla distruzione completa della comunità di Arenales. Come sottolinea la Hernández, è da qui che ha preso il via il movimento ambientalista a Gualjoquito: «Sono sempre stata a tutte le marce. Seguo l’esempio di Berta Cáceres». Molti militanti del Mas hanno attaccate alle magliette spille sia l’immagine dell’ambientalista honduregna che quella di Ernesto Che Guevara, ma è la figura della leader ambientalista indigena ad essere onnipresente e a ispirare l’opposizione popolare in Honduras.

Infatti, gli stessi giovani che protestano contro il taglio illegale di alberi o cercano di impedire la costruzione di una miniera sono quelli che manifestano contro il presidente Hernández e il suo governo golpista di destra. Proteste che, secondo un rapporto della Comisión Interamericana de Derechos Humanos (Cidh)   sono costate la vita ad almeno 38 persone, mentre i feriti sono stati 393 heridos e i torturati dalla polizia 76, gli arresti 1.275, i condannati 89, decine le persone “al confino” e 15 giornalisti incarcerati.

 

Dunia Rodríguez, avvocato dell’Equipo de Reflexión, Investigación y Comunicación (Eric), fa notare che «Nelle zone dove esiste una resistenza contro progetti anti-ambientalisti si è registrata una maggiore opposizione al governo». E questa potrebbe essere una delle chiavi per trovare gli assassini di Nando «Dopo che sono state indette le elezioni – spiega la Rodríguez –  A Gualjoquito si sono moltiplicate le proteste di carattere politico. I protagonisti sono stati  i membri del movimento ambientalista, però con un’altra connotazione. Questo ha provocato una reazione da parte della polizia che in più occasioni ha fatto irruzione in diverse comunità. Quando Luis Fernando Ayala è stato assassinato, era normale che uomini in uniforme percorressero le strade dei villaggi, entrassero in qualche casa e interrogassero qualcuno dei membri del Grupo de Apoyo al Mas».

La morte di Nando è con tutta probabilità un nuovo macabro “avvertimento” a un movimento ambientalista che, dopo l’assassinio della Cáceres non si è arreso e ha migliorato la sua capacità organizzativa, sviluppando nuovi meccanismi per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, dello Stato e della comunità internazionale su progetti economici che mettono a rischio i territori comunitari e le risorse ecosistemiche. Questa è la ragione per la quale gli ambientalisti honduregni sono alla testa delle proteste nelle piazze contro la destra che appoggia le multinazionali e le grandi imprese locali legate a filo doppio con i militari. Ed è per questo che probabilmente è stato ucciso, torturato e mutilato un ragazzo di 16 anni che non aveva altra colpa che quella di voler vivere in un Paese più giusto e più libero.

 

Il corpo di Luis Fernando Ayala è stato seppellito il 2 marzo e il suo cadavere è stato riconsegnato alla famiglia solo dopo giorni di pianti e proteste.

 

Plaza Publica conclude: «E’ chiaro che l’adolescente è stato assassinato. Il difficile è trovare i colpevoli. Quello che è stato annunciato come un nuovo attentato contro un membro di un gruppo ambientalista mostra una realtà più complessa. Quel che non può essere nascosto è la situazione di estrema vulnerabilità di cui soffrono i membri dei gruppi che difendono la natura o che protestano per la situazione politica dell’Honduras».

 

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