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21 novembre 2018

 

L’azione per il cambiamento del clima ucciderebbe l’imperialismo 

di Manuel Garcia

 

L’azione per il cambiamento del clima ucciderebbe l’imperialismo, e questo è il motivo per cui non potremmo averla in America.

 

Il potere politico americano è basato sui combustibili fossili, e le forze armate statunitensi sono il motore che consuma quei combustibili per produrre quel potere. Fino a quando ci sarà una élite politica americana che desidera ardentemente un redditizio prestigio personale e la capacità di dominare a livello internazionale, l’economia degli Stati Uniti sarà un capitalismo alimentato dai combustibili fossili che mantiene il colosso militare che rende possibili e che alimenta quelle ambizioni dell’élite.

Il potere imperiale reso possibile dalle forze armate degli Stati Uniti, è di due tipi:

primo: l’hard power* (il potere militare ed economico) che invade apertamente e che cerca di controllare il territorio per imporre il dominio capitalista americano, per esempio impadronendosi dei tracciati degli oleodotti meridionali attraverso l’Afghanistan e il  Pakistan–lontano dalla Cina e fuori dai giacimenti petroliferi dell’Asia Centrale; la protezione delle rotte di navigazione fondamentali per il trasporto del petrolio verso ovest, come  a Suez e nello  Stretto di Hormuz, e ad est per il Giappone, la Corea e l’Australia (se si comportano bene); e la protezione di scarsi minerali di metallo e di depositi di metalli delle terre rare in Afghanistan e in  Africa (per gli elementi allo stato solido usati nell’elettronica ) e secondo: il soft power*  per ottenere il rispetto per l’egemonia degli Stati Uniti dagli stati clienti concedendo loro armi che li mettano in grado di esercitare le loro ambizioni mini-imperialiste come per la proiezione della minaccia di Israele che è coerente con gli scopi statunitensi di controllo nella regione, e la chiara mania del colonialista del Sionismo di perseguitare i Palestinesi in stato di occupazione, e di restringere le loro riserve, e con le vendite di armi all’Arabia Saudita che permettono la loro guerra genocida conto lo Yemen e che dà l’influenza   per indurre gli opulente  reali Sauditi a mantenere alta la produzione di petrolio e bassi i prezzi del petrolio sul mercato mondiale, in modo da “ungere” il capitalismo occidentale e anche di       i flussi di entrate che appoggiano il socialismo venezuelano e lo sviluppo economico iraniano.

A causa del boom della fratturazione della roccia per estrarre il gas di scisto(è un idrocarburo) degli ultimi due decenni, gli Stati Uniti ora producono tanto petrolio quanto l’Arabia Saudita e sono indipendenti dal punto di vista energetico in quanto economia alimentata da  combustibili fossili, ma l’ambizione egemonica li costringe a cercare il controllo globale della distribuzione del petrolio perché controllare il flusso di petrolio in tutto il mondo vuol dire soffocare le ambizioni imperiali e i piani di sviluppo economico di tutti gli altri.

L’imperialismo americano, mediato dalle sue forze armate, è intrinsecamente alimentato da combustibili fossili. E’ impossibile far funzionare i camion, i carri armati, gli elicotteri, gli aerei, i missili, i droni, le navi e i sottomarini delle forze armate americane, con energia solare ed eolica, serviranno soltanto i combustibili fossili. L’energia nucleare, anche essa basata su un combustibile fossile, cioè l’uranio fissile, è usata per azionare in particolare grosse piattaforme, specificamente i sottomarini che trasportano i missili, e le portaerei. I veicoli militari richiedono combustibili ad alta densità energetica, per fornire un’elevata quantità di energia ad un alto tasso di erogazione da volumi relativamente piccoli di materia combustibile, al fine di farli muovere rapidamente, nonostante il peso dei loro armamenti.

Le forme “verdi” di energia: solare, eolica, idroelettrica, – sono intrinsecamente a bassa densità energetica; sono ampiamente disponibili su vaste aree da cui vengono raccolte piuttosto lentamente, piuttosto che essere chimicamente concentrate in masse relativamente compatte, come carbone, petrolio, gas naturale e uranio fissile, che possono bruciare  per rilasciare in  modo esplosivo  le loro energie immagazzinate.

Le sorgenti locali di energia elettrica “verde” possono

Le fonti locali di energia elettrica “verde” possono alimentare le infrastrutture civili praticamente ovunque, perché l’energia solare, eolica e perfino l’energia idroelettrica sono ampiamente disponibili in tutto il mondo. Tutto ciò che è richiesto è l’investimento e l’installazione di un’adeguata tecnologia di raccolta dell’energia e una rete di distribuzione locale per l’energia elettrica. L’energia verde è intrinsecamente una forma socialista di alimentazione della civiltà, perché l’energia da utilizzare localmente può essere raccolta localmente, il che vanifica l’impulso capitalistico di monopolizzare i siti definiti in senso stretto, di depositi ad alta densità di combustibile , come le miniere di carbone e di uranio e  i pozzi di petrolio e di gas – e impianti di generazione elettrica strettamente limitati che misurano la loro energia elettrica attraverso una rete di linee di trasmissione a lunga distanza.

Gli Stati Uniti possono  affrontare la minaccia esistenziale del cambiamento climatico globale, soltanto sconfessando le ambizioni imperialistiche e incentrate sull’auto-esaltazione della sua élite politica e corporativa. Ciò significa sgonfiare il militarismo americano e le sue vaste industrie belliche abbandonando il capitalismo, che è un’economia esclusivista (privatizzata, estrattiva), alimentata dai combustibili fossili e dominata dalla speculazione, e trasformando l’economia statunitense in un socialismo a energia verde pianificato a livello nazionale e in modo razionale: le persone invece dei profitti, una solidarietà domestica equilibratrice rispetto al gioco internazionale classista.

Trasformare l’economia politica americana in socialismo a energia verde sarebbe una cosa ottime per gli Americani, ma sarebbe la morte del capitalismo americano   e quindi delle ambizioni e dei privilegi dei governanti americani.

Ciò che sappiamo oggi è che l’élite politica e corporativa americana preferirebbe vedere l’umanità finire entro un secolo piuttosto che sconfessare le proprie ambizioni imperialistiche e auto-esaltanti. La sua ossessione è di governare fino a un finale amaro, un finale accelerato dall’ ossessione di continuare ad avere il controllo.

Una

L’America non ha un robusto e permanente impegno nazionale per contenere,    migliorare e forse invertire il cambiamento del clima e il deterioramento ecologico, perché questo richiederebbe necessariamente la destituzione dell’élite capitalista dell’America Imperiale e della sua mentalità classista e razzista.

La rivoluzione necessaria a rovesciare il capitalismo americano e a rendere possibile una risposta nazionale parallela alla crisi del cambiamento climatico, richiederebbe un’incredibile quantità di consenso popolare e di maturità intellettuale, di coraggio morale, di solidarietà popolare e di impegno personale nel in ogni parte del pubblico, per sostenerla con qualunque lotta  che fosse necessaria per sopraffare il suo paradigma capitalista dominante.

Sarà mai possibile questo oppure qualunque insurrezione popolare americana ecologico-socialista sarebbe “fatta fuori” così spietatamente come lo era stata la Rivoluzione Siriana? In ogni caso, il cambiamento di clima  portato provocato dalle emissioni di anidride carbonica ( CO2) è ora andato avanti così tanto che fermarlo è al di là di qualsiasi capacità umana? Nessuno può dirlo davvero.

A ognuno viene lasciata la scelta tra: una accettazione pessimista dell’apocalisse climatica dominata dal capitalismo, o l’aspirazione e l’attivismo ribelle a favore del socialismo verde, indipendentemente dal fatto che venga mai realizzato politicamente, e anche se ora ci viene precluso dalle implacabili forze geofisiche della Natura che il cieco narcisismo  dell’umanità ha avviato in modo karmico.

 

Note

*https://it.wikipedia.org/wiki/Hard_power


 

Manuel Garcia Jr., era un fisico, e ora è un pigro casalingo che scrive le sue analisi di problemi o interazioni  della fisica  o della società. Si può contattare su amangogarcia@att.net

 

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