Fonte: www.counterpunch.org

Fonte: Comedonchisciotte

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/

01/05/2018

 

Pazzia Chimica!

di Robert Hunziker

Traduzione di Markus

 

L’umanità intera rischia attualmente l’esposizione ad agenti chimici tossici praticamente dappertutto, allo stesso modo del Cappellaio Matto del famoso Alice nel Paese delle Meraviglie. E magari, come risultato, perderà qualche rotella e diventerà orribilmente, terribilmente malata.

Dalla primavera del 2018 l’EPA (United States Environmental Protection Agency – Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti) deciderà se rischiare il massacro degli uccelli, delle api e degli altri impollinatori, che hanno una funzione determinante in agricoltura, aumentando allo stesso tempo le probabilità di insorgenza di malattie croniche nella popolazione. Il problema che si nasconde dietro tutto questo flirtare con malattie, infermità, dolore e morte è la regolamentazione (o meglio la sua mancanza) dei pesticidi chimici.
Nel frattempo, su scala planetaria, dopo decenni di eccessi, il pianeta gorgoglia e affoga, sommerso da una marea di prodotti chimici, in lungo e in largo, in alto, fin sul Monte Everest (arsenico e cadmio) e in profondità, nei calamari intrisi di PCB della Fossa delle Marianne, luminescenti e tossici.

Questo articolo tratta solo di un numero piccolissimo delle follie chimiche che minacciano il mondo e che costituiscono l’argomento di migliaia di articoli scientifici sui potenziali pericoli per la salute, di cui il grande pubblico è però assolutamente all’oscuro.

Perciò, la tesi principale qui è: involontariamente la società si sta avvelenando da sola.

Le prove aneddotiche basterebbero già da sole ad allarmare, ma, cosa ben più grave, diversi studi scientifici dimostrano che esistono legami veri, effettivi e diretti fra i pesticidi e le malattie croniche umane. Sfortunatamente, le malattie croniche sono già a livelli epidemiologici molto alti, mai visti prima! Ma nessuno ha mai pubblicamente collegato i prodotti della chimica alle malattie croniche. La verità è seppellita in studi scientifici che nessuno, al di fuori dei ricercatori, legge o capisce.

Di conseguenza, si può solo sperare che l’articolo che state leggendo abbia assolutamente torto riguardo al collegamento fra prodotti chimici e malattie croniche. Ma chi può esserne certo? Ed è questo l’aspetto che va sottolineato: nessuno sa al 100% se l’umanità si sta avvelenando da sola o no, ma bisogna notare che le prove sono praticamente schiaccianti.
Inoltre, ci sono prove che le agenzie predisposte alla vigilanza hanno preferito guardare ai dati sbagliati, avvelenando inutilmente specie innocenti, non prese di mira direttamente, portando quasi all’estinzione di specie che sono fondamentali per la produzione agricola e l’alimentazione umana.

L’inutile esposizione agli agenti che sono causa di malattie croniche è una tragedia di proporzioni immani. Per esempio: un recente studio della Rand Corporation riferisce che il 60% degli Americani soffre di una patologia cronica e il 40% di due o più patologie. “Quasi 150 milioni di Americani soffrono di almeno una patologia cronica, circa 100 milioni ne hanno più di una.” (Fonte: Chronic Conditions in America: Price and Prevalence, Rand Review, July 2017).

Questa epidemia virtuale di malattie croniche che attraversa l’America porta con sé una serie di domande. Una vita normale può essere afflitta da malattie irreversibili, come artrite, asma, cancro, fibrosi cistica, diabete, patologie cardiache, obesità, osteoporosi, Alzheimer e Parkinson? E’ normale o c’è qualche maligna causa esterna all’opera?

Chiaramente, non sembra naturale che 150 milioni di persone, su una popolazione di 320 milioni, soffrano di una qualche forma di patologia cronica. Che cosa sta succedendo?
Malattie croniche come le patologie cardiovascolari ed il diabete di tipo 2 sono di solito considerate correlate allo stile di vita. Questo perché alcune caratteristiche del proprio modo di vivere, come l’inattività, la dieta ed il fumo influenzano significativamente il protoplasma umano. Ma, c’è qualcos’altro alle spalle di questa tragedia in atto? Le probabilità ci dicono che la risposta è un sonoro “si!”.

L’epidemia dei neonicotinoidi

In tutto e per tutto gli Americani dipendono, per la protezione dai composti chimici pericolosi, dall’Agenzia per la Protezione Ambientale (Environmental Protection Agency – EPA). A questo proposito, l’EPA sta attualmente prendendo in considerazione la possibilità di approvare il pesticida Thiamethoxam, consentendone l’irrorazione su 165 milioni di acri di frumento, orzo, mais, sorgo, erba medica, riso e patate.

l Thiamethoxam, un insetticida, è un neonicotinoide.

Secondo un importante studio: “I neonicotinoidi sono composti che agiscono sul sistema nervoso di insetti, esseri umani ed altri animali.” (Fonte: Jennifer Hopwood, et al, How Neoticotinoids Can Kill Bees, 2° Ed. The Xerses Society for Invertebrate Conservation, 2016).

“Ventinove (29) scienziati indipendenti, che avevano condotto una revisione globale di più di 1000 studi indipendenti sui neonicotinoidi, hanno trovato prove schiaccianti che correlano l’uso dei pesticidi al declino delle popolazioni di api, uccelli, vermi di terra, farfalle ed altre specie. (Fonte: EPA Considers Allowing Bee-Killing Pesticide To Be Sprayed on 165 Million Acres of U.S. Farmland, Center for Biological Diversity, EcoWatch, Dec. 19, 2017).

Quando si usano prodotti chimici per eliminare dei parassiti specifici, ha senso uccidere anche api, vermi, farfalle ed altre specie viventi che sono la struttura portante di ogni ecosistema essenziale all’alimentazione umana, alla salute ed al benessere?
O, se preferite vederlo in un altro modo, come ha potuto la popolazione mondiale coltivare la terra e sostenere l’aumento demografico negli ultimi 2000 anni senza pesticidi chimici? Di sicuro l’Impero Romano non irrorava i campi con prodotti chimici, non lo aveva fatto l’Impero Britannico nel 19° e all’inizio del 20° secolo, né lo aveva fatto l’America, quando aveva spostato la sua frontiera dalla Pennsylvania alla California.

Secondo un importante rapporto delle Nazioni Unite del 2017: “L’uso eccessivo dei pesticidi è assai dannoso per la salute umana, per l’ambiente, ed è fuorviante asserire che essi siano vitali per garantire la sicurezza alimentare… L’esposizione cronica ai pesticidi è stata correlata al cancro, alla malattia di Alzheimer ed al Parkinson, alle disfunzioni ormonali, ecc….” (Fonte: UN Human Rights Experts Call for Global Treaty to Regulate Dangerous Pesticides, UN News, March 7, 2017).
Prima dell’anno 2000 i prodotti a base di neonicotinoidi venivano usati ma erano scarsamente conosciuti. Da allora sono diventati l’insetticida agricolo più usato in tutto il pianeta. Nonostante l’universalità del loro utilizzo, le problematiche connesse alla tossicità sull’uomo attraverso l’ingestione di frutta e verdura irrorata con questi agenti chimici sono ancore in parte sconosciute. Tutto ciò è sconfortante.

Nel frattempo, le api e gli altri impollinatori stanno morendo come….. beh, come farfalle. Così, pesticidi progettati per eliminare i parassiti delle coltivazioni stanno, di fatto, uccidendo gli insetti che impollinano le coltivazioni. Pensateci: 1000 studi indipendenti hanno trovato “prove schiaccianti che correlano l’uso dei pesticidi al declino delle popolazioni di api, uccelli, vermi, farfalle, ed altri esseri viventi.”

Vergognosamente, sembrerebbe proprio che l’umanità stia uccidendo la base (stessa) della catena alimentare, così come viene riportato da diversi lavori sulla pressochè totale sparizione, a livello mondiale, di diverse specie di insetti impollinatori.
Bisognerebbe notare che l’EPA ha ampliato la sua posizione sui pesticidi e sulla protezione degli impollinatori, come viene riferito dal sito web dell’EPA alla voce: “Azioni dell’EPA per la protezione degli impollinatori.” Ma non ha proibito l’uso dei neonicotinoidi. L’EPA è attualmente in un “periodo di commenti aperti al pubblico” fino alla fine di aprile 2018, prima di esprimersi sull’approvazione del Thiametoxam.

L’Imidacloprid è un altro insetticida della classe dei neonicotinoidi, ma viene usato per gli insetti succhiatori, le termiti, gli insetti del terreno ed i parassiti degli animali domestici. Secondo un importante studio: “In molte aree di agricoltura intensiva l’acqua di superficie è contaminata da Imidacloprid. Come risultato, anche gli insetti non-bersaglio sono esposti per lunghi periodi ad una sostanza estremamente tossica, che può provocare una massiccia mortalità degli insetti stessi ed una rottura della catena alimentare… Il rischio dell’Imidacloprid è stato completamente sottostimato, con conseguenze catastrofiche…” (Fonte: Henk A. Tennekes, The Importance of Dose-Time-Response Relationships for Hazard Identification and Limitation of Animal Experiments, Journal of Toxicology, Vol. 1, Issue 5 – August 2017)

Lo studio di Tennekes parla di una “rottura della catena alimentare” causata da un insetticida. Questo è il primo esempio di molti studi che raramente appaiono sui media mainstream, anche se il loro messaggio è di importanza fondamentale, per la qualità della vita ed anche della morte.

Nell’analisi finale, (il pericolo di) flirtare con una concentrazione troppo elevata di agenti chimici non viene di sicuro percepito al 100%, ma in letteratura ci sono quintalate di studi su questa ossessione per la chimica, sul suo uso ed i suoi rischi. Per contro, c’è tutta una serie di piccole, furbesche regolamentazioni governative, che cercano di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, validando in modo particolare lavori scientifici interni, pubblicati direttamente dalle aziende produttrici.

Nel frattempo, la dispersione massiva di sostanze chimiche nell’ecosistema è un fenomeno relativamente nuovo, che riguarda sopratutto gli ultimi decenni e che non è ancora stato testato correttamente per eventuali effetti collaterali pericolosi. E qui sta il problema: allo stesso modo degli isotopi radioattivi, come quelli rilasciati dall’impianto nucleare di Fukushima, che si accumulano lentamente nel corpo umano, con un (tipico) effetto di latenza, le sostanze chimiche (disperse) nell’ambiente fanno la stessa cosa. Quando si manifesta il problema è però troppo tardi. Si è già perso il controllo.

Gli studi che abbiamo menzionato, sembrano in qualche modo, ma non con certezza assoluta, confermare i tremendi risultati dello studio Rand, dove si parla di 150 milioni di Americani sofferenti di almeno una patologia cronica.

Comunque, la questione di vita e di morte del secolo rimane sempre: l’eccessiva esposizione agli agenti chimici è la causa delle malattie croniche o c’è qualcos’altro che interferisce con l’organismo umano? Nessuno lo sa con certezza. Ma c’è una moltitudine di lavori scientifici che, sfortunatamente, raccolgono la polvere sugli scaffali o sono nascosti all’interno dei computer, lontani dalla vista del pubblico, che mostrano le prove di un legame diretto. Tuttavia, a livello di media mainstream, nessuno ha ancora collegato i vari puntini, in modo che anche il grande pubblico possa rendersene conto.

Postscritto: “Quando Dio creò il Giardino dell’Eden, non usò fertilizzanti chimici, pesticidi, erbicidi e mele OGM.” Khang Kijarro Nguyen, artista multidisciplinare.


Link: https://www.counterpunch.org/2018/04/23/chemical-madness/

23.04.2018

top