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26/06/2018

 

Contro l'inquinamento da plastica è fondamentale anche il comportamento dei cittadini

di Rossella Muroni

Ecologista e deputata di Liberi e Uguali. Già presidente Nazionale di Legambiente

 

Vietare le bottiglie di plastica negli edifici pubblici, come ha proposto il ministro Costa al Consiglio Ambiente Ue, aiuterebbe ad andare in direzione di una riduzione dei rifiuti in plastica. Specialmente per una Paese come l'Italia, che ha il primato nell'unione per consumo di acqua in bottiglia con una media di circa 190 litri procapite. Ridurre l'utilizzo del monouso aiuterebbe anche a ridurre l'inquinamento da plastica ed è in fondo il principio cui si è ispirata anche l'Europa per la sua strategia di settore.

 

Tra l'80% e il 90% dei rifiuti dispersi nell'ambiente marino e costiero sono in plastica e proprio questa forma di inquinamento è oggi considerata una delle più pericolose per mare e oceani del pianeta. Con l'obiettivo di arginarla e risanare le nostre acque ho depositato una proposta di legge per consentire ai pescherecci di raccogliere i rifiuti marini.

 

Ora infatti i pescatori sono costretti a ignorare la plastica che incontrano in mare perché raccoglierla comporterebbe una serie di oneri, tra i quali lo smaltimento di un rifiuto speciale. Per questo uno degli scopi della mia proposta è dichiarare la plastica abbandonata in mare un "rifiuto solido marino" e facilitarne così lo smaltimento.

 

Secondo l'Onu 8 milioni di tonnellate di plastica ogni anno finiscono nelle acque del pianeta. Conferma la pervasività di questo inquinamento la recente scoperta di tracce di plastica a 11 mila metri di profondità, nella fossa della Marianne. Uno dei luoghi meno accessibili del globo. Questi rifiuti si scompongono in pezzi sempre più piccoli fino a diventare microplastiche: frammenti piccolissimi che vengono ingeriti e bioaccumulati dalle specie marine, entrando così nella catena alimentare.

 

La proposta di legge che ho depositato mira al risanamento dell'ecosistema marino grazie al coinvolgimento attivo dei pescatori ed è ispirata all'esperienza del progetto sperimentale Arcipelago Pulito – a cui partecipano Regione Toscana, Ministero dell'Ambiente, Unicoop Firenze, Legambiente, Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Labromare, Corpo delle Capitanerie di porto Guardia Costiera - Direzione marittima della Toscana, REVET, CFT – e a quella della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco pescatore.

 

Il testo introduce la possibilità per ministero dell'Ambiente e Regioni di stipulare convenzioni con gli imprenditori ittici finalizzate alla raccolta dei rifiuti marini che questi incontrano durante l'attività di pesca. Nelle convenzioni possono con beneficio essere coinvolte anche le associazioni ambientaliste. Una volta rientrati in porto, i pescherecci coinvolti conferiscono i rifiuti recuperati nell'impianto portuale di raccolta, senza oneri aggiuntivi.

 

Dopo i provvedimenti sulla messa al bando dei sacchetti di plastica e sul divieto ai cotton fioc non biodegradabili (dal 2019) e alle microplastiche nei cosmetici (dal 2020), questa legge rafforzerebbe la leadership italiana nella lotta all'inquinamento da plastica. Ma per metterlo fuori gioco è fondamentale anche il comportamento dei cittadini.

 

 

Per questo sono importanti le iniziative di sensibilizzazione, come la campagna "Mare Mostro" di MareVivo che invita gli italiani a ridurre l'uso della plastica usa e getta. Cannucce comprese.

 

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