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14 settembre 2018

 

Riciclaggio plastica: l’europarlamento chiede la messa al bando delle microplastiche

di Alberto D’Argenzio

Servizio stampa del Parlamento europeo.

 I deputati chiedono la creazione di un vero e proprio mercato unico per le plastiche riciclate e propongono misure per affrontare il problema dei rifiuti marini. Incentivi per la raccolta dei rifiuti marini in mare, nuove norme a livello europeo in materia di biodegradabilità e compostabilità e un divieto totale della plastica ossidegradabile entro il 2020 sono alcune delle proposte contenute nella risoluzione non vincolante approvata giovedì con 597 voti favorevoli, 15 contrari e 25 astensioni.


La plastica ossidegradabile non è biodegradabile né compostabile e influisce negativamente sul riciclaggio della plastica convenzionale.


I deputati propongono inoltre un divieto delle microplastiche nei cosmetici e nei prodotti per la pulizia entro il 2020.

 

Standard di qualità per le plastiche riciclate.
Un mercato interno per le materie prime secondarie è necessario per garantire la transizione verso un’economia circolare, dicono i deputati europei. Chiedono pertanto alla Commissione europea di proporre degli standard sulla qualità per creare fiducia e rafforzare il mercato della plastica secondaria, tenendo conto dei diversi gradi di riciclaggio compatibili con i diversi usi, garantendone al tempo stesso la sicurezza, ad esempio quando la plastica riciclata è utilizzata in contenitori per alimenti.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre considerare la possibilità di ridurre l’IVA sui prodotti contenenti materiali riciclati.

 

Maggior responsabilità per i produttori.
Il Parlamento sottolinea che esistono diversi modi per raggiungere tassi elevati di raccolta differenziata e riciclaggio, tra cui gli Stati membri possono scegliere: un sistema di responsabilità estesa del produttore, meccanismi di deposito-rimborso e una maggiore sensibilizzazione del pubblico.

 

Un mare di plastica.
I deputati sottolineano l’importante ruolo che i pescatori potrebbero svolgere nella lotta contro la plastica nei mari, in particolare raccogliendo i rifiuti durante le loro attività di pesca e riportandoli in porto. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero incentivare questa attività.


Il relatore Mark Demesmaeker (ECR, BE) ha detto: “La mia relazione non è un appello contro la plastica, ma un appello per un’economia circolare della plastica, in cui trattiamo la plastica in modo sostenibile e responsabile, in modo da poter fermare gli effetti dannosi e preservare il valore della catena di produzione. Per avere successo, dobbiamo utilizzare la strategia come leva per modelli circolari di produzione e consumo. Dobbiamo fornire soluzioni su misura, poiché non esistono soluzioni facili. E dobbiamo lavorare insieme lungo l’intera catena”.


Secondo la Commissione europea, l’87% dei cittadini dell’UE si dichiara preoccupato per l’impatto ambientale della plastica. Nell’UE, la produzione globale annua di plastica ha raggiunto i 322 milioni di tonnellate nel 2015, e si prevede che raddoppierà nei prossimi 20 anni. Solo il 30% dei rifiuti di plastica viene raccolto per il riciclaggio, mentre solo il 6% della plastica immessa sul mercato è costituita da materiali riciclati.


La plastica rappresenta l’85% dei rifiuti delle spiagge e oltre l’80% dei rifiuti marini.

 

 

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