Fonte: unoeditori

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04/05/2018

 

Guerra globale? Le fake news sulla Nord Corea. E ora che la minaccia non esiste più, via al nuovo nemico: l'Iran

di Enrica Perucchietti

 

Nord Corea: verso il conflitto globale? 

Agosto 2017: Harry Kazianis, ovvero il direttore del Defence Center for the National Interest, illustra le conseguenze che scaturirebbero da un eventuale bombardamento nordcoreano. Kazianis fornisce persino una stima delle persone che potrebbero perdere la vita durante il conflitto (dagli 1,7 ai 3 milioni di vittime tra Asia e America, 8 milioni calcolando il contrattacco statunitense). Secondo le previsioni di Kazianis, Pyongyang ha intenzione di far esplodere tutte le sue testate, che comprendono anche armi biologiche e chimiche. Si tratterebbe quindi anche di un disastro per l’ecosistema. L’Occidente si deve preparare al conflitto globale.

 

Settembre 2017: il regime di Pyongyang si starebbe avvicinando “alla fase finale” dello sviluppo di un missile balistico intercontinentale, che potrebbe colpire il territorio statunitense. Il panico dilaga. Il leader nordcoreano sembra un super cattivo sgusciato da un romanzo di Ian Fleming.

 

Gennaio 2018: l’economista, politologo, esperto di politica internazionale e consulente strategico del Governo degli Stati Uniti, Edward Luttwak si dice convinto della necessità di bombardare la Corea del Nord: «Nessuno Stato al mondo fa cose peggiori della Corea del Nord .Bisogna bombardare la Corea del Nord prima che lo faccia Kim Jong Un […] Usiamo l'opzione militare e colpiamo Pyongyang prima che raggiunga l'effettiva capacità nucleare». Attaccare la Corea del Nord prima di essere colpiti.

 

La minaccia? Un'invenzione dei media mainstream

Come ci conferma l’incontro tra i due leader coreani, gli unici a bombardare l’Occidente sono stati i media mainstream che hanno “violentato” l’opinione pubblica inducendo la percezione di una minaccia imminente, dipingendo Kim Jong-un come un dittatore spietato e folle con l’obiettivo di distruggere il mondo. Da qua la legittimazione all’inasprimento delle sanzioni e all’uso della forza da parte dell’Occidente, USA in prima linea.

 

Oggi invece, si parla di disgelo tra le due Coree al punto che la Corea del Nord chiuderà a maggio il sito dei test nucleari di Punggye-r in “forma pubblica”: Kim ha espresso l’esplicito desiderio di un invito esteso ad esperti sulla sicurezza Usa e sudcoreani, nonché ai giornalisti. Prossima tappa l’incontro con Trump.

 

Già in Governo Globale e in Fake news ventilavo l’ipotesi che il leader nordcoreano non fosse un “pazzo”, semmai un abile stratega e che stesse cavalcando la propaganda occidentale per essere preso “sul serio” e assurgere a nemico sulla scacchiera globale. Ipotesi confermata nei giorni scorsi dall’incontro con il leader sudcoreano: in un batter di ciglio la minaccia si è ridimensionata e abbiamo avuto il nostro lieto fine. Nessuna guerra, nessun attacco nucleare. Con buona pace di Luttwak e colleghi.

 

Le inverosimili fake news sulla Corea del Nord

Per mesi, infatti, i media hanno offerto all’opinione pubblica clamorose fake news sulla Corea del Nord, da non essere nemmeno verosimili (dalla morte di Jang Song-thaek, zio del leader nordcoreano, sbranato da 120 cani, all’uccisione del ministro della Difesa giustiziato con la contraerea per un pisolino di troppo): si trattava infatti di bufale spesso diffuse da agenzie sudcoreane o da giornali satirici, ma ritenute credibili, e perciò ribattute in Occidente dalle agenzie di stampa e dai quotidiani occidentali senza averne potuta accertare la veridicità. Un po' come se i media esteri ribattessero i post e gli articoli di Lercio spacciandoli per “veri”.

 

Gli esempi di fake news sono innumerevoli e non sono mancati luoghi comuni già usati per screditare il nemico di turno in passato, come l’accusa “sempreverde” di cannibalismo. Nessuno si prenderà la briga di verificare l’autenticità delle notizie anche più assurde che leggerà sui quotidiani o sentirà in radio e TV: per il principio di autorità si fiderà di quanto gli viene riferito anche qualora le notizie fossero esagerate, tendenziose, grottesche. E difficilmente si accorgerà della pubblicazione della smentita anche delle bufale più palesi che vengono diffuse non dai blog e siti di informazione alternativa che ora si vorrebbero censurare dietro la scusa delle famigerate fake news, ma dai media mainstream: sono questi i primi a non verificare le fonti e a fare becera propaganda ripetendo sempre le stesse panzane dalle fosse comuni al nemico di turno che sarebbe persino cannibale!

 

Come creare un nemico per distrarre l’opinione pubblica

Una delle tecniche per denigrare un avversario e distorcerne l’immagine consiste da un lato nell’esagerare e parodiare alcune sue caratteristiche personali (e con il leader nordcoreano è decisamente facile), dall’altro screditarlo tramite l’arte del gossip. Anche se dovesse poi arrivare una smentita, la rettifica servirà a poco: l’indiscrezione avrà fatto il giro del mondo e avrà macchiato inesorabilmente l’immagine di qualcuno.

 

Ma nel caso della Corea del Nord siamo di fronte alle creazione e strumentalizzazione del nemico pubblico numero uno, tecnica usata per compattare l’opinione pubblica contro la percezione di una minaccia estrema e globale e dall’altra per distrarla da ben altri problemi. Il nemico di turno, ovviamente, si macchierà di efferati delitti, attentati e stragi che serviranno, però, paradossalmente, a consolidare l’ordine costituito del potere contro cui vorrebbe abbattersi. Come abbiamo accennato, su di esso verranno proiettate anche caratteristiche esagerate, grottesche, pur di spingere l’opinione pubblicare a detestarlo e ad avere paura di lui.

 

L’ipnosi mediatica e il controllo sociale avvengono tramite il continuo martellamento di immagini e contenuti, che vengono introiettati dagli spettatori/cittadini e creduti in modo acritico (perché ci si aspetta che i media dicano la verità), comprese le immagini di una minaccia estrema e di un nemico pubblico che cambiano a seconda del periodo e che degenerano nel terrore generalizzato e nella caccia alle streghe.

 

Può essere:

• la minaccia di una pandemia (Sars, Ebola ecc.),

• oppure una minaccia politica (il comunismo),

• terroristica (al-Qaeda, ISIS)

• o personale (Castro, Noriega, Miloševic, Chavez, Putin, bin Laden, Mullah Omar, il Califfo autoproclamato dello Stato islamico e leader di Isis Ab? Bakr al-Baghd?d?, Kim Jong-un, ecc).

 

Ora tocca all’Iran

Ora che la minaccia della Corea del Nord è rientrata si è subito palesato il nuovo nemico numero uno: l’Iran. Netanyahu ha infatti accusato di avere «le prove di un programma atomico segreto». Secondo il premier israeliano, il Paese guidato da Rohani «mente sfacciatamente» sulle proprie intenzioni di pace e anzi «punta a dotarsi di almeno cinque ordigni nucleari come quelli di Hiroshima».

 

I prossimi giorni saranno essenziali per capire quali sono le intenzioni di USA e Israele e se questa volta esiste davvero il rischio di un conflitto globale.

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