https://www.huffingtonpost.it/

27/08/2018

 

L'Onu condanna i generali birmani per il genocidio e Suu Kyi per non averlo prevenuto

 

I capi delle forze armate e la leader birmana sotto accusa anche per "crimini contro l'umanità e crimini di guerra" ai danni della minoranza Rohingya

 

Una commissione d'inchiesta dell'Onu ha chiesto alla giustizia internazionale l'incriminazione per genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra nei confronti del comandante in capo e di altri cinque ufficiali dell'esercito birmano, in merito alle violenze perpetrate in Myanmar ai danni della comunità Rohingya. L'inchiesta era stata disposta dopo le offensive sferrate dalle forze armate birmane in Myanmar tra agosto e dicembre 2017, durante le quali sarebbero state uccise almeno 10mila persone, stando a una stima fornita da Medici Senza Frontiere.

 

Nel documento, basato su centinaia di interviste, si invita a perseguire i "principali generali della Birmania, compreso il comandante in capo Min Aung Hlaing, per genocidio nel nord dello Stato di Rakhine, come pure per crimini contro l'umanità e crimini di guerra negli Stati di Rakhine, Kachin e Shan".

 

Il rapporto accusa anche la leader birmana Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace nel 1991, rea secondo la commissione "di non aver utilizzato la sua posizione de facto di capo del governo, né la sua autorità morale, per contrastare o impedire il dipanarsi degli eventi" contro i Rohingya. "Con atti e omissioni - continuano gli investigatori Onu - le autorità civili hanno contribuito al fatto che venissero commessi crimini atroci".

 

La relazione dei commissari punta anche il dito contro il ruolo di Facebook come "strumento utile per chi prova a diffondere l'odio". "Nonostante sia migliorata nel corso degli ultimi mesi, la risposta di Facebook è stata lenta e inefficace", sottolinea il rapporto, chiedendo un'indagine indipendente per accertare in che misura post e messaggi sul social network abbiano "portato a discriminazione e violenza nel mondo reale".

 

La Missione Onu per l'accertamento dei fatti sulla Birmania, creata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite a marzo del 2017, non è stata autorizzata a recarsi in Birmania, e le sue conclusioni si basano sui colloqui avuti con 857 vittime e testimoni, oltre che sull'analisi di immagini satellitari.

 

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