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27 novembre 2018

 

Scontro allo stretto di Kerch: Nato e Ue stanno con l’Ucraina. Ma Putin accusa Poroshenko

di Guido Keller

 

Russia e Ucraina si accusano a vicenda per l’incidente di domenica scorsa che ha visto un vero e proprio scontro all’imbocco del mar d’Azov tra navi ucraine e russe. I militari di Mosca hanno sequestrato i tre mezzi ucraini mentre erano in viaggio per superare lo stretto di Kerch, ma Kiev continua a sostenere di aver avuto il via libera da parte dei russi, cosa smentita dai comandi di Mosca. Per cui entrambe le nazioni sostengono di essere state attaccate, e l’escalation ha comportato al momento l’arresto di due militari ucraini, condannati a tre mesi per aver tentato di introdursi nel territorio russo con la violenza, e l’introduzione da parte del Parlamento di Kiev della legge marziale per 30 giorni al fine di concedere al presidente poteri straordinari per fronteggiare un possibile aggravamento della situazione. La legge marziale è stata comunque ridotta della metà rispetto a quanto aveva chiesto il presidente ucraino Petro Poroshenko, anche per non accavallarla all’inizio del periodo elettorale, ma l’iniziativa è stata vista dalla Russia come un’ulteriore provocazione. L’opposizione interna Ucraina ha accusato Poroshenko di aver chiesto appositamente un periodo più lungo di applicazione della legge marziale al fine di far slittare le elezioni, che al momento lo vedono in seria difficoltà. Gli altri militari ucraini sono giudicati in queste ore.

 

Al contrario di quanto sostiene Poroshenko, è difficile credere che la Russia stia preparando un’aggressione militare all’Ucraina su larga scala, mentre i fatti tenderebbero a mostrare l’interesse a far scoppiare il caso e a provocare la reazione internazionale. Anche perché i russi sostengono che fra i 23 marinai, di cui sei feriti nello scontro, del rimorchiatore e dei due mezzi militari vi siano stati agenti segreti, e Mosca ha già cercato di allentare le tensioni aprendo lo stretto al traffico commerciale.

 

Il controllo dell’imbocco del mar d’Azov, sopra il quale di recente Mosca ha costruito un ponte per collegare il territorio russo alla Crimea, sarebbe teoricamente di pertinenza di entrambi i paesi ma di fatto è in mano ai russi, i quali solitamente lasciano transitare i mezzi militari previo avviso.

 

La reazione internazionale c’è comunque stata, per quanto il presidente russo Vladimir Putin abbia telefonato alla tedesca Angela Merkel addossando la colpa a Poroshenko: al Consiglio di sicurezza Nato la Russia gode del potere di veto, ma l’Unione Europea, che non da oggi vorrebbe annoverare tra i paesi membri proprio l’Ucraina, sta valutando nuove sanzioni che andrebbero a colpire individui, società e beni russi.

 

La Pesc Federica Mogherini ha fatto notare che le tensioni accrescono laddove “non vengono rispettate le norme basilari di cooperazione internazionale”, ha ricordato che “l’Ue non riconosce l’annessione illegale della penisola di Crimea alla Russia” e che anche il ponte sopra lo stretto rappresenta una “violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.

 

Il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi (l’Italia è presidente di turno Osce) ha affermato che “Quelle tra Ucraina e Russia sono situazioni complesse, l’appello che abbiamo fatto formalmente ai due Paesi è di risolverle in modo pacifico con gli strumenti delle norme internazionali, quindi di non entrare in un’escalation militare”. Moavero Milanesi ha comunque mostrato prudenza affermando in merito all’ipotesi di nuove sanzioni che si tratta di “un punto di cui parleremo al vertice europeo di dicembre. Da qui ad allora definiremo la nostra posizione con i partner europei”.

 

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha chiesto il rilascio dei marinai ucraini e dei mezzi sequestrati, ed ha informato che gli ambasciatori dell’Alleanza Atlantica “hanno invitato la Russia a garantire un accesso senza ostacoli ai porti ucraini e a consentire la libertà di navigazione per l’Ucraina nel mar di Azov e nello Stretto di Kerch”. Ha poi affermato che “La Russia deve capire che le sue azioni hanno conseguenze”.

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