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11 marzo 2018

 

Xi “presidente eterno”. Via il limite dei due mandati

di Guido Keller

 

Xi Jinping “presidente eterno”. L’abrogazione del limite di due anni al mandato presidenziale è infatti stata confermata dai delegati dell’Assemblea nazionale del popolo, dopo che già il Congresso del partito si era espresso positivamente in tal senso. Così Xi, che si è visto in ottobre ascendere all’olimpo degli dei con tanto di nome scritto nella Costituzione al pari di Mao e di Deng Xiaoping grazie alle sue tesi, a quel “pensiero di Xi Jinping” che si articola in 14 punti i quali prevedono, ad esempio, “l’autorità assoluta del partito sulle forze armate” ma anche la “coesistenza armoniosa tra uomo e natura”, ora potrà essere teoricamente presidente a vita.
Un presidente più simile al nordcoreano Kim Il-sung che a Mao, dal momento che tra una riforma e l’atra Xi è riuscito ad accentrare su di sé poteri senza precedenti: alla base del sistema cinese vi sono infatti i ruoli di presidente della Repubblica Popolare, segretario del Partito comunista e presidente della commissione militare centrale, tutte cariche accumulate da Xi, com’era stato per Jiang Zemin e Hu Jintao, ma a differenza di loro l’attuale presidente è anche a capo della leadership cinese, suolo sé stante, e soprattutto a breve il suo “pensiero”, il “socialismo cinese lanciato in una nuova era”, sarà a iscritto nella Costituzione (la riforma è al momento stata approvata dal Congresso, manca il via libera del Parlamento).
Se al voto per l’abolizione del limite dei due mandati non c’è stata l’unanimità è solo per due contrari e tre astenuti su 2.963, gli altri tutti favorevoli, segno di una mancanza di opposizione interna che esterna al partito e nello specifico a Xi Jinping. D’altro canto ai cinesi va bene così, dal momento che il paese non ha arrestato la sua crescita e, con i chiari di luna e Trump che vuole introdurre dazi, serve una leadership forte e testata.

 

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