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15/12/2018

 

Gilet gialli, la Quinta potrebbe essere l'ultima 

di Danilo Ceccarelli

 

Pochi in piazza in tutta la Francia e a Parigi, ragazze vestite da Marianne, qualche scontro. Ottomila agenti schierati nella capitale, 120 persone fermate

 

Un "Quinto atto" che potrebbe trasformarsi nell'ultimo capitolo di una saga durata poco più di un mese, e che con la manifestazione di oggi segna un importante punto di svolta nella protesta che in queste ultime settimane ha infiammato la Francia.

La mobilitazione dei gilet gialli in tutto l'Esagono è stata nettamente più debole rispetto alle precedenti proteste, segnando un crollo delle partecipazioni già a metà giornata, quando la prefettura ha annunciato 33.500 manifestanti in tutto e 2.200 a Parigi. Numeri bassi se confrontati a quelli della scorsa settimana, quando alla stessa ora i partecipanti erano in totale 77mila, di cui 10mila nella capitale.

Sugli Champs Elysèes l'atmosfera è stata completamente diversa rispetto ai sabati precedenti. Il colpo d'occhio sulla "avenue più bella del mondo" mostra un viale semi-vuoto con pochi gruppi di gilet gialli sparsi qua e là e controllati a vista da un imponente spiegamento di celere. Nonostante fosse attesa una mobilitazione più debole, le autorità non hanno voluto correre rischi, impiegando lo stesso numero di agenti utilizzato l'ultima volta, con 8mila poliziotti solamente nella capitale.

I pochi turisti stranieri che passano si fermano per qualche secondo a guardare incuriositi i manifestanti, mentre qualcuno cerca inutilmente di far partire il coro "Macron demission!". A sfidare la protesta in questo freddo sabato pre-natalizio anche molti negozi della zona, che nonostante le protezioni montate sulle vetrine per evitare saccheggi e devastazioni hanno deciso di continuare comunque le loro attività. "Se dovessero scoppiare casini chiuderò, ma non posso fermarmi in un periodo come questo", spiega il proprietario di una boutique guardando preoccupato i manifestanti dall'entrata del suo negozio.

Le concessioni fatte lunedì sera dal presidente Emmanuel Macron durante il suo tanto atteso discorso televisivo sembrano aver ottenuto l'effetto sperato, complici anche gli appelli alla calma lanciati dal governo dopo l'attentato di martedì sera a Strasburgo.

Tuttavia, nel movimento c'è chi è deciso a continuare ad indossare il gilet giallo anche nei prossimi week end. "Oggi siamo qui per dimostrare che gli annunci di Macron non sono stati sufficienti", dice Pierre, ferroviere di 45 anni venuto da Limoges con il figlio. Secondo lui, la principale colpa dell'inquilino dell'Eliseo è stata quella di "aver completamente dimenticato la classe media, concentrandosi sulle fasce della popolazione più ricche con misure ad hoc".

Stessa opinione di Jean-Marc, che sul suo gilet ha scritto "commerciante in collera". "Sono schiacciato dalle tasse, non ce la faccio più", racconta sommessamente tenendo per mano la moglie. I toni cambiano quando si parla degli scontri che si sono verificati durante le precedenti manifestazioni: "Sono assolutamente contrario alla violenza, ma quando la gente si ritrova nella miseria e non ha più niente da mangiare il riflesso naturale è mordere", spiega con fare deciso.

Intanto, un gruppo di ragazze vestite come la Marianne, simbolo della République francese, si posiziona a seno nudo davanti a un cordone della polizia, rimanendo immobile per una buona mezz'ora. Una performance che, come è stato spiegato più tardi da Franceinfo, è stata organizzata dall'artista lussemburghese Deborah de Robertis, che ha deciso di utilizzare la protesta di oggi come vetrina per la sua ultima trovata.

Ad un paio di chilometri a est, su place de l'Opéra, un gruppo composto da circa 400 gilet gialli si è posizionato sui gradini del teatro cantando a squarciagola la Marsigliese. Verso la fine della mattinata, i manifestanti si fermano per un minuto di silenzio in ricordo delle otto persone morte in incidenti collaterali dall'inizio della mobilitazione.

Tra i vari cartelli con slogan e scritte satiriche ne spiccano alcuni con l'acronimo R.I.C, che sta per Referendum di iniziativa cittadina, una delle tante richieste dei gilet gialli circolata in questi ultimi giorni sui social network. La rivendicazione prevede l'inserimento nel sistema legislativo di una consultazione popolare che potrebbe assumere diverse forme, con l'obiettivo di dare ai cittadini il potere di esprimersi su alcuni temi, come l'approvazione o l'abrogazione di una legge o le dimissioni di un politico.

"Non vogliamo mica un referendum tutte le settimane, ma almeno una volta, a metà mandato, è necessario giudicare l'operato del presidente in carica" spiega Jacques andato da poco in pensione con 1.200 euro al mese. "Vogliamo cambiare il governo, è possibile, ci dobbiamo credere" afferma con convinzione mentre stringe tra le mani il tricolore francese. Ma non appena ricorda di aver votato alle scorse elezioni presidenziale per la France Insoumise, partito della sinistra radicale guidato da Jean-Luc Mélenchon, una signora sulla sessantina si avvicina e con fare minaccioso gli urla in faccia che "Macron e Mélenchon appartengono alla stessa loggia massonica", dando così il via a un duro dibattito pubblico a cui prendono parte anche altri gilet gialli.

Nel primo pomeriggio cominciano ad arrivare notizie di scontri sugli Champs Elysées. La polizia ha risposto al lancio di oggetti da parte dei soliti casseur con lacrimogeni e idranti. Tafferugli anche a Bordeaux e a Tolosa, dove le forze dell'ordine hanno proceduto a fermare rispettivamente 14 e 26 persone. Nella capitale, invece, la prefettura a metà pomeriggio ha comunicato 120 arresti.

Con questa mobilitazione il presidente francese può tirare un momentaneo sospiro di sollievo. Anche se è ancora troppo presto per fare previsioni sulle prossime settimane, la protesta sembra essersi affievolita, almeno nei centri urbani. Per conoscere l'esito della mobilitazione, sarà necessario aspettare fino a gennaio, periodo in cui l'iniziativa potrebbe registrare una nuova impennata nelle partecipazioni.

Un'ipotesi che si rivelerebbe disastrosa per Macron, soprattutto in vista delle elezioni europee di maggio.

 

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