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21 luglio 2018

 

May chiede all’Ue di cambiare posizione sul confine Nordirlandese

di Elisabetta Corsi

 

La premier britannica Theresa May, in visita in Irlanda del Nord a Belfast, è intervenuta sulla questione delle frontiere tra Irlanda del Nord e Irlanda in previsione della Brexit e ha intimato all’Unione Europea di evolvere la propria posizione, poiché un’eventuale “Hard Brexit” “farebbe innalzare i confini tra i due paesi”.
L’idea di May sarebbe quella di un back stop di allineamento delle regole che permette all’Irlanda del Nord di rimanere nel mercato unico e nell’unione doganale dopo la Brexit, quindi doversi attenere in parte alle regole dell’Unione Europea. Questa e il Regno Unito riconosceranno e rispetteranno le rispettive regole e controlli.
Per i favorevoli all’”Hard Brexit” si tratta di un’azione inaccettabile perché limiterebbe il Regno Unito nelle proprie funzioni giuridiche, ma al momento la permanenza dell’Irlanda del Nord nel mercato unico dopo la Brexit è l’unica proposta accettabile da parte di Bruxelles in vista della “Soft Brexit” che vorrebbe May.
L’unico punto su cui c’è intesa è di evitare che si innalzino muri tra Irlanda del Nord e Irlanda, ma se sarà “Hard Brexit” la cosa sarà inevitabile. L’idea dell’Unione Europea potrebbe essere rinegoziata con la Gran Bretagna a dicembre, ma per ora non è stata accettata dalla premier May.
Nel discorso tenuto a Belfast, Theresa May ha dichiarato: che “Non ci devono essere confini “duri” tra Irlanda e Irlanda del Nord, durante la campagna per il referendum siamo sempre stati d’accordo nel lasciare i confini dei due paesi così come sono anche dopo la Brexit”. Ha poi sottolineato che “una chiusura dei confini è inconcepibile perché migliaia di cittadini attraversano i due paesi e si spostano da uno all’altro, vanno a lavorare, fanno visita ai vicini e vanno al supermercato”.
La questione del confine è tutt’altro che secondaria dal momento che la mancata chiusura rappresenterebbe una valvola attraverso la quale passerebbero comune persone (già oggi 30mila al giorno) e merci senza controlli: che senso avrebbe la Brexit nel momento in cui agli esportatori diretti da e all’Ue basterebbe recarsi in Irlanda per portare le merci in e dalla Gran Bretagna?
C’è poi la questione unionista: l’essere sia l’Irlanda che la Gran Bretagna nella stessa Unione Europea ha di fatto posto fine alla lotta armata dell’Ira come pure ai numerosi attentati terroristici operati dai sostenitori dell’uscita dell’Irlanda del Nord per l’annessione alla Repubblica d’Irlanda.

 

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