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29 Maggio 2018

 

I barbari sul Colle

di Antonio Rei

 

Tutto ci potevamo aspettare da questa vita, meno che vedere Matteo Salvini trasformarsi in uno stratega politico capace di mettersi in tasca Quirinale e M5S, oltre al centrodestra già colonizzato. Il leader della Lega è infatti l'indiscusso trionfatore di questa crisi politica. Prima ha moltiplicato a dismisura i suoi consensi (stando agli ultimi sondaggi, la Lega è salita dal 17% del 4 marzo al 27%, portandosi ormai a ridosso dei 5 Stelle). Ci è riuscito surclassando per carisma comunicativo Luigi Di Maio - che pure aveva il doppio dei suoi voti - e sfruttando la debolezza del capo politico grillino, smanioso di andare al governo a tutti i costi, per imporgli un contratto di coalizione molto più di destra che pentastellato.

 

Dopo di che si è fatto regalare le elezioni e la campagna elettorale nientemeno che dal Presidente della Repubblica.

 

Non si può interpretare altrimenti la decisione sconsiderata con cui domenica Sergio Mattarella ha rifiutato di firmare il decreto di nomina a ministro dell'Economia di Paolo Savona. L'obiettivo del Capo dello Stato era impedire che al Tesoro sedesse un economista che, in quanto teorico dell'uscita dall'euro, avrebbe nella migliore delle ipotesi scatenato la tempesta sui mercati e nella peggiore innescato l'Armageddon finanziario con il ritorno alla lira.

 

Purtroppo, la mossa del Colle non si è rivelata affatto salvifica: anzi, ha provocato una serie di effetti collaterali. Innanzitutto, ha dato a Salvini il migliore dei pretesti per far saltare l'accordo di governo con i 5 Stelle e tornare il più presto possibile alle urne, in modo che la Lega possa incassare il dividendo elettorale maturato in questi mesi. Non solo: Mattarella ha fornito al leader leghista anche il miglior argomento possibile per la campagna elettorale. Sembra già di sentirlo, Salvini, aizzare le folle contro i "poteri forti" e tirannici che si oppongono alla volontà popolare.

 

 

E quale sarà il risultato? Ovviamente il voto consegnerà ai pentaleghisti una vittoria bulgara (forse il 100% dei collegi uninominali) e con essa una maggioranza parlamentare assai più larga di quella attuale. A quel punto saremo in una situazione peggiore rispetto a quella che il Quirinale voleva evitare, perché non solo Salvini riproporrà un euroscettico al Tesoro, ma potrebbe anche rivendicare per sé la presidenza del Consiglio.

 

È questo lo scenario più prevedibile e sembra assurdo che Mattarella non lo abbia previsto. Addirittura grottesco il tentativo di formare un governo balneare guidato da Carlo Cottarelli. Sarebbe il primo esecutivo a incassare zero voti in Parlamento e rimarrebbe in carica al massimo 3-4 mesi, sostanzialmente per non fare nulla.

 

Con queste prospettive, non sorprendono le difficolta che l'ex Mr Spending Review sta incontrando nel mettere insieme una squadra di ministri: a quanto pare non sono molti i tecnici prestigiosi disposti a sacrificarsi per il semplice amor di patria. In fondo, dovrebbero sputtanarsi solo per tenere calde le poltrone ai barbari.

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