Fonte: Ereticamente

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 03/07/2018

 

L’Italia si ponga come potenza Katecontica

Luca Valentini intervista Diego Fusaro

 

Abbiamo incontrato il filosofo Diego Fusaro alla recente presentazione del libro di Alexander Dugin ‘Putin vs Putin‘ e gli abbiamo posto alcune domande sull’attualità politica nazionale. Lo ringraziamo per la gentile disponibilità, dimostrandosi sempre amico della nostra testata.

 

Per la prima volta nella recente storia politica italiana un Presidente del Consiglio punta i piedi in Europa sulle tematiche legate all’immigrazione e non solo: è ancora possibile una visione del mondo diversa rispetto a quella pianificata dalle grandi lobbies tecnocratiche?

Ebbene sì: per la prima volta assistiamo a una pur tenue per ora capacità resistenziale; del resto questo governo, da giudicare in itinere a seconda di come opererà in concreto, è un governo che per la prima volta esprime una volontà nazionale-popolare il basso contro l’alto, il popolo contro le élites, il verbo contro il signore. Quindi è del tutto chiaro che su alcuni temi fondamentali debba tener conto di questo mandato contro l’immigrazione di massa, che i signori del mondialismo e i loro partiti di riferimento vogliono per abbassare i costi del lavoro, per creare uno scontro orizzontale fra gli ultimi, per generalizzare la miseria. Il profilo del migrante sradicato è il contrario dell’interesse della massa nazionale-popolare che si oppone a questo processi. Quindi questo è il punto.

 

In questa conferenza di Milano, in riferimento alla Russia di Putin, Lei ha evocato la figura del Katekon di S. Paolo: può l’Italia, con la sua cultura millenaria di origine greco-romana, rappresentare in Occidente un altrettanto valido baluardo contro la marea mondialista e omologatrice del potere finanziario?

E’ auspicabilissimo che l’Italia si ponga come potenza Katecontica di resistenza rispetto al delirio del tecnocapitalismo incontrollato. Ora che non c’è più la forza ‘qui tenet‘ come dice San Paolo, che era rappresentata dalle pur criticabili forme dei comunismi novecenteschi dopo l’89, il capitalismo dilaga ed è auspicabile che l’Italia si ponga come potenza Katecontica e insegni agli altri popoli d’Europa la necessità di resistere. Del resto questa potenza Katecontica oggi chissà per quanto ancora è esercitata dal radicamento culturale storico della nostra nazione. Cultura greca romana e poi cultura cattolica che resistono al nichilismo oggi imperante.

 

Dinanzi all’inefficacia della propaganda del politicamente corretto (per cui si chiede il bavaglio di ogni voce dissonante), possiamo considerare un embrionale risorgere della cultura di un popolo come il ridestarsi di un’anima profonda ed ancestrale?

Si, il politicamente corretto o pensiero unico dominante è  la super struttura simbolica direbbe Gramsci che legittima il rapporto di forza mondialista dominante a beneficio dell’ élite global-elitaria. E’ da auspicare che sempre più si imponga invece la cultura Nazionale Popolare per dirla con Gramsci, la cultura del popolo che ha come obiettivi quelli opposti rispetto all’ élite turbo-mondialista e cioè la difesa dei salari, il radicamento familiare e patriottico, l’esistenza di una solidarietà comunitaria quelle che Hegel chiamava le radici etiche e che sono la base di un radicamento non solo territoriale ma anche spirituale e culturale.

 

La vera farsa della globalizzazione e del libero mercato potrebbe consistere nell’espansione dell’analfabetismo e della schiavitù, anziché nell’introduzione esportazione dei diritti e del sapere?

La mondializzazione sta producendo una massa di schiavi che concorrono al ribasso su scala planetaria. Per questo io la chiamo glebalizzazione. In più sta generando una sorta di mono-cultura o meglio di subcultura del mercato che mi fa venire in mente le parole che Hegel usa nella ‘Fenomenologia dello Spirito’ quando parla di monocromatismo assoluto. Ecco la mondializzazione è un monocromatismo assoluto che livella i popoli nella disuguaglianza capitalistica e nell’assenza di valori e di riferimenti culturali, una sorta di miseria spirituale oltre che economica globalizzata.

 

Filosoficamente il nichilismo dell’800 – 900 e la società del Dio morente possono rappresentare le basi di un superamento di una società in cui il nuovo ed unico idolo è il Dollaro?

Direi proprio di sì. Non è un caso che Federico Nietzsche faccia profetizzare all’uomo folle nella Gaia Scienza (aforisma 125) la morte di Dio nel mercato. E’ nel mercato che l’uomo folle annunzia che Dio è morto perché in effetti Dio muore nel mercato o meglio nel farsi mercato del mondo intero nel dominio nichilistico del vuoto della forma merce come unico valore superstite a cui tutti vengono fatti per così dire vengono riallineati. E questo in effetti oggi il monocromatismo assoluto nichilistico della talassocrazia del dollaro che è il vettore militare e politico e geopolitico della mondializzazione economica del libero mercato deregolamentato, sicché oggi resistere alla globalizzazione significa resistere al piano del mercato deregolamentato globale sul piano economico, resistere al nichilismo relativistico antimetafisico sul piano culturale e filosofico, resistere al individualismo liberal-libertario e anticomunitario sul piano diciamo così antropologico e resistere alla follia imperialistica americana sul piano geopolitico.

 

In conclusione, oggi ha abbinato all’imperialismo occidentale il termine talassocrazia: gli Usa come Cartagine, la coscienza del popolo italiano come Roma, quale unione di diritto, identità e cultura?

Sì ho ripreso la dicotomia che ancor prima di Carl Schmitt in Terra e Mare usava Hegel nei ‘Lineamenti di Filosofia del Diritto’ dove contrapponeva la dimensione tellurica e radicante della famiglia alla dimensione talassica e sradicante del commercio. Oggi la contrapposizione è in effetti tra i radicamenti culturali popolari nazionali da una parte e lo sradicamento post tellurico e turbo-talassico diciamo così della monarchia del dollaro che sta di fatto dipingendo quella che non a caso Bauman chiamava la società liquida società talassica dei flussi della finanza senza una forma un’identità propria quindi tale da assumere la forma e l’identità che di volta in volta la potenza del danaro vorrà imporre. La società liquida è una società talassica e post-tellurica perchè non ha radici. Tutto si muove in maniera unidirezionale  nel piano liscio del mercato liquido finanziario sicchè è un conflitto in effetti tra potenze telluriche e potenze talassiche.

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