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giovedì 18 ottobre 2018

 

Ilaria Cucchi: l’Arma vuole punire chi ha rotto l’omertà

di Checchino Antonini

 

Altro che scuse, annuncia la sorella di Stefano Cucchi, il capo dei carabinieri vuole colpire coloro che hanno parlato

 

Mentre con la ministra della difesa Trenta(M5S) si allunga la lista dei politici ansiosi di farsi un selfie con Ilaria Cucchi, Popoff deve porgere le scuse ai suoi lettori: avevamo titolato sulle “mezze scuse” del generale Nistri, comandante in capo della Benemerita ma, in realtà, non sono nemmeno mezze. L’Arma non chiede scusa anzi, a sentire Ilaria, se la prende con chi ha incrinato il muro di omertà.

«Ora il generale vuole colpire tutti coloro che hanno parlato». Non usa mezzi termini Ilaria Cucchi che, il giorno dopo l’incontro al ministero della Difesa, rompe il silenzio e sfoga tutto il suo disappunto sul colloquio avuto con il comandante dell’Arma, Giovanni Nistri, alla presenza del ministro Elisabetta Trenta. Intanto in Procura i magistrati sottopongono ad un interrogatorio fiume Massimiliano Colombo, il carabiniere indagato perché sospettato di avere preso parte alla falsificazione del documento sullo stato di salute di Stefano Cucchi, una modifica decisa probabilmente da qualcuno “in alto” che ora la Procura sta cercando di individuare. «Dal generale Nistri mi sarei aspettata non dico delle scuse, perché avrebbe potuto essere per lui troppo imbarazzante, ma certo non 45 minuti di sproloquio contro Casamassima, Rosati e Tedesco, gli unici tre pubblici ufficiali che hanno deciso di rompere il muro di omertà nel mio processo», ha spiegato in una conferenza stampa la sorella del geometra morto nel 2009 assieme al suo legale Fabio Anselmo.

Parole, quelle di Nistri, che hanno indignato Ilaria Cucchi, intervenuta in difesa di Riccardo Casamassima e la moglie, Maria Rosati, entrambi carabinieri, che con le loro dichiarazioni hanno permesso la riapertura del processo, e di Francesco Tedesco, il quale ha accusato del pestaggio di Cucchi i coimputati Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. «L’unica cosa che Nistri si è sentito di dirmi è che gli unici testimoni che hanno avuto il coraggio di rompere l’omertà verranno puniti con procedimenti disciplinari», ha spiegato la sorella di Stefano, che ha invece manifestato stima e apprezzamento per la ministra Trenta alla quale ha chiesto aiuto «contro i post infamanti e violenti su pagine di Fb in gran parte gestiti da appartenenti a polizia e carabinieri».

Proprio quest’ultima ha però subito replicato a Ilaria Cucchi, gettando acqua sul fuoco e chiarendo in un post che «Nistri non ha portato avanti alcun sproloquio e non ha manifestato nei confronti di nessuno pregiudizi punitivi – ha detto il ministro Trenta – se lo avesse fatto sarei intervenuta! Semplicemente, ha rimarcato l’obbligo per tutti i gradi al rispetto delle regole, il che rientra nelle sue prerogative di Comandante». Nessun riferimento da parte del comandante generale dell’Arma – secondo quanto riferito ancora alla conferenza stampa della Cucchi – in merito alla catena gerarchica che avrebbe dato l’ordine, secondo alcune testimonianze, di modificare i verbali sul detenuto dopo la sua morte. Ma è proprio alla catena gerarchica che ora punta la Procura dopo che la testimonianza di Tedesco ha dato impulso ai nuovi accertamenti. L’interrogatorio di Colombo, già sottoposto a perquisizione, è stato incentrato su chi ordinò l’alterazione del documento sullo stato di salute di Cucchi all’arrivo alla Stazione di Tor Sapienza. Una falsificazione ammessa in aula da un altro militare, Francesco Di Sano, che ha chiamato in causa Colombo. Ora, oltre agli esiti dell’inchiesta, sono attese anche le risultanze dei procedimenti disciplinari nei confronti di Casamassima e Rosati e anche dei tre carabinieri imputati per omicidio preterintenzionale, compreso Tedesco. I provvedimenti, che potrebbero riguardare la destituzione o la sospensione dal Corpo, per il reato di abuso di autorità (già prescritto) sono stati notificati nel luglio scorso, il giorno dopo l’interrogatorio di Tedesco al quale ne fu data notizia mentre andava a rendere la sua testimonianza. A parlare di «anticipazione illegittima e ingiustificata» sull’esito dei provvedimenti è stato anche Eugenio Pini, legale di Tedesco.

 

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