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03 marzo 2018 

 

Breve lettera di una delle antifasciste "marchiate" a Pavia

 

Stamattina, sotto casa mia, ho trovato questo adesivo. I fasci pensano di intimidire così gli antifascisti e le antifasciste pavesi. Che dire? A parte che l'accusa mi lusinga, che sono antifascista e ne sono fiera, da militante, da donna, da madre, da insegnante. I valori dell'antifascismo e dell'antirazzismo sono quelli che io devo insegnare perché così è richiesto nei programmi ministeriali. Non so dove vogliano arrivare i fascisti con la loro campagna, forse a non farmi sentire libera di uscire ed entrare tranquillamente a casa mia? Forse di farmi vergognare con i miei condomini per il fatto di essere una cittadina civile che crede nei valori di una costituzione scritta da chi ha fatto la Resistenza? Forse di farmi temere per mio figlio di 13 anni al quale non dico nemmeno di questa intimidazione? Forse di colpirmi in quanto donna sola e militante, fuori dai loro schemi? A questo siamo arrivati grazie al fatto che le istituzioni abbiano lasciato campo libero a questa feccia. Grazie al fatto che la criminalizzazione nei confronti degli antifascisti abbia fatto sentire in dovere certi pennivendoli e pennivendole di scrivere i nostri nomi sui loro giornali. E infine, grazie anche a chi si vuole smarcare da noi dandoci dei violenti o degli imbecilli o dei vanagloriosi o di quelli che se la vanno a cercare o a chi si vanta di aver ripulito le strade di Pavia dai fascisti andando a bere le birre al bar.

 

In ogni caso, rivendico il mio antifascismo e il mio antirazzismo. Contro questi fanatici seminatori di odio e violenza. 


È vero cari fascisti. Qui abita un'antifascista. 


Che non è disposta a lasciare a voi strade, piazze, sale. 
Le strade saranno sempre nostre!

 

Non passeranno!

 

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