Fonte: The Unz Review

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Apr 23, 2018

 

I neocon stanno ancora vendendo “Kool-Aid” 

di Patrick Lang

Traduzione di Luciano Lago

 

Nel 2004 ho pubblicato un articolo sulla rivista Middle East Policy intitolato “Bere il Koolaid”. L’articolo esaminava il processo attraverso il quale l’elemento neocon nell’Amministrazione Bush prendeva il controllo del processo di formazione della politica e guidava gli Stati Uniti in la direzione dell’invasione dell’Iraq e la distruzione dell’apparato dello stato iracheno. Lo hanno fatto attraverso la manipolazione dell’immagine mentale collettiva che gli americani avevano dell’Iraq e la presunta minaccia rappresentata dalle armi di distruzione di massa irachene.

 

Non tutte le persone che hanno partecipato a questo processo erano neocon convinti nella loro fedeltà a questa ideologia, ma ce ne sono state abbastanza nell’Amministrazione Bush per essere dominanti nell’equipe della Casa Bianca. L’ideologia Neocon e il modo come si è evoluta nella politica americana è una stretta approssimazione della fazione politica imperialista che esisteva al tempo del presidente William McKinley e della guerra ispano-americana. Barbara Tuchman ha descritto bene questa fazione in “The Proud Tower”.

Tali persone, allora ed ora, credono con fervore nel destino manifesto degli Stati Uniti come la “migliore speranza” dell’umanità per un futuro utopico e di conseguenza nel “destino manifesto” come responsabilità degli Stati Uniti di guidare l’umanità verso quel futuro. I neocon credono che all’interno di ogni iracheno, filippino o siriano ci sia un americano potenziale che aspetta di essere liberato dai vincoli della tradizione, della cultura e identità locale e dell’arretratezza generale. Per le persone con questa mentalità (messianica), la spiegazione della continuità dei vecchi modi risiede nella natura oppressiva e sfruttatrice dei governanti che bloccano il “progresso” necessario.

 

La soluzione per gli imperialisti e i neocon è semplice. I governanti locali devono essere rimossi come principale ostacolo all’emulazione popolare della cultura e delle forme politiche occidentali e in particolare di quelle americane considerate “il progresso”.

 

Nella corsa verso l’invasione dell’Iraq mi è stato spesso detto da importanti figure neocon che i musulmani e in particolare gli iracheni non avevano una propria cultura da mantenere e che una volta creati nuovi fatti (una citazione di Karl Rove) queste persone avrebbero abbandonato  rapidamente i loro vecchi modi di vita e credenze mentre avrebbero cercato  di diventare qualcosa di simile agli americani. Questa nozione ha un grosso difetto. Non è necessariamente corretta e coerente con la realtà..

 

Spesso i popoli nativi sono disposti a combattere a lungo e duramente per mantenere i propri stili di vita e identità . All’indomani della guerra ispano-americana, gli Stati Uniti acquisirono le isole filippine e cercarono di rendere le isole americane in ogni aspetto. Il risultato fu una terribile guerra contro i nazionalisti filippini che non volevano seguire l’esempio della “città splendente su una collina”. No, i “poveri pazzi” filippini  volevano andare per la loro strada a modo loro. La stessa cosa è accaduta in Iraq dopo il 2003. Gli iracheni hanno rifiutato l’occupazione e la “riforma” americana del loro paese e ne è seguita una lunga e sanguinosa guerra.

 

I neocon credono così fortemente che l’America debba guidare il mondo e l’umanità  come destino manifesto  tanto da  accettare l’idea che il raggiungimento del progresso umano di stile americanoide, possa  giustificare ogni mezzo necessario per raggiungere quell’obiettivo. Nel caso dell’invasione irachena, il popolo americano fu continuamente interpellato sulle bestialità del governo di Saddam. Le bestialità erano impressionanti ma la costante esposizione mediatica di questi orrori non era sufficiente a convincere il popolo americano ad accettare la guerra.

 

Dal memoriale delle bestialità i neocon si sono trasferiti all’ossessione delle armi di distruzione di massa (WMD). Il governo iracheno aveva un programma di armi nucleari prima della prima guerra del Golfo, ma quel programma era stato completamente distrutto nel regime di ispezioni che seguì alla sconfitta e alla resa dell’Iraq. Questo era ampiamente noto nel governo degli Stati Uniti perché le agenzie di intelligence statunitensi avevano collaborato pienamente con gli ispettori internazionali in Iraq e di fatto avevano mandato gli ispettori in una lunga lista di luoghi in cui gli ispettori distrussero il programma. Sono stato determinante in questo processo.

 

Dopo l’11 settembre il governo degli Stati Uniti sapeva senza ombra di dubbio che il governo iracheno non aveva un programma di armi nucleari, ma non importava affatto ai neocon. Come disse tristemente Paul Wolfowitz al Senato degli Stati Uniti “abbiamo scelto di usare il timore delle armi nucleari perché sapevamo che avrebbe convinto (l’opinione pubblica)”. Una volta presa questa decisione, una serie infinita di scuse per l’amministrazione da apparire televisione più volte esasperando la presunta minaccia delle armi nucleari irachene. Il vicepresidente Cheney e il segretario di Stato, Condoleezza Rice, erano semplicemente quelli in  posizione più elevata tra i molti venditori dell’immagine della “nuvola a forma di fungo”.

 

E ora abbiamo il caso della Siria e delle sue presunte armi chimiche e attacchi chimici. Dopo il presunto attacco chimico di East Gouta del 2013, un programma OPCW ha rimosso tutte le armi chimiche che si trovano in Siria e ha affermato di credere che non ci fossero più nel paese. Nell’aprile del 2017 il processo di disaccordo tra Stati Uniti e Russia è stato utilizzato per raggiungere un accordo sul bombardamento della Siria nella zona di Khan Sheikoon, nella provincia meridionale di Idlib. Si trattava di un attacco di armi convenzionali e l’USAF aveva un drone da ricognizione disarmato nella zona per sorvegliare il bombardamento contro un’area di deposito.

 

I media ribelli nella zona hanno poi affermato che il governo ha attaccato con il gas nervino Sarin, ma nessuna prova è mai stata offerta tranne i filmati trasmessi sui social media. Alcuni dei film clip della scena erano ridicoli. Le persone della salute pubblica municipale sono state filmate nella presunta scena intorno a quello che si diceva fosse un cratere di bombe dall’attacco “sarin”. Due uomini della salute pubblica sono stati filmati seduti sul bordo del cratere con i piedi nella fossa. Se ci fossero stati residui di sarin nel buco, avrebbero rapidamente ceduto al gas.

 

Non è stata mai effettuata un’ispezione imparziale del sito, ma il “gas attack” di Khan Sheikoon è diventato attraverso una ripetizione senza fine un “mantra” nella tradizione dei “costanti attacchi del governo siriano contro i propri civili”. Una menzogna ripetuta ossessivamente fino a farla diventare verità.

 

Il 4 aprile è stato affermato che il governo siriano, che in quel momento in procinto di catturare definitivamente  la città di Douma, aveva causato la caduta del gas cloro in città uccidendo e ferendone molte persone. Il cloro non è un gran gas di guerra. Di solito è pensato come una sostanza chimica industriale, quindi evidentemente per rendere la storia più potente allora era stato suggerito che forse era  stato usato anche il sarin.

Nessuna prova del fatto che un simile attacco sia stato reso pubblico. Nessuna! I governi siriano e russo affermano che vogliono ispezionare il sito. Il 15 aprile il senatore americano Angus King (I) del Maine ha detto a Jake Tapper su SOTU che a partire da quella data il comitato di selezione dell’intelligence del senato degli Stati Uniti non aveva ricevuto alcuna prova da parte dell’IC o dell’amministrazione Trump che tale attacco fosse avvenuto. “Hanno affermato che lo hanno fatto”, ha detto.

 

Gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito hanno colpito la Siria con oltre un centinaio di missili da crociera per rappresaglia per questo presunto attacco, ma l’Amministrazione non ha ancora fornito alcuna prova che l’attacco siriano abbia avuto luogo.

Mi è stato detto che la vecchia troupe neocon ha discusso il più duramente possibile per una massiccia campagna aerea e missilistica destinata a distruggere la capacità del governo siriano di combattere i ribelli per lo più jihadisti. John Bolton, generale (rit.) Jack Keane e molti altri neoconservatori hanno sostenuto fortemente questa campagna come un modo per invertire l’esito della guerra civile. James Mattis è riuscito a ottenere l’approvazione del Presidente Trump per uno bombardamento  molto più limitato e in gran parte simbolico, ma Trump era chiaramente incline al lato neocon della discussione. Cosa succederà la prossima volta?

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