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18 maggio 2018

 

Corea del nord. Cedono gli Usa: annullate le esercitazioni con i b-52

di Guido Keller

 

A cedere questa volta è stato Trump. Gli Stati Uniti hanno infatti annunciato in chiave distensiva che è stata annullata l’esercitazione militare congiunta con la Corea del Sud e il Giappone che prevedeva il coinvolgimento di cacciabombardieri B-52. Lo ha reso noto un funzionario Usa del Commando del Pacifico dopo che per lo stesso motivo Pyongyang ha annullato il secondo vertice del leader Kim Jong-un con il presidente sudcoreano Moon Jae-in previsto per mercoledì scorso, è stata rifiutata la lista dei giornalisti sudcoreani attesi alla cerimonia di chiusura del sito dei test nucleari di Punggye-ri in programma il 23-25 maggio (che quindi sarebbe saltata), ed è stata minacciato il ritiro dallo storico incontro di Kim con il presidente Usa Donald Trump previsto per il 12 giugno a Singapore.


D’altro canto il presidente nordcoreano Kim ha già compiuto molti passi arrivando ad annunciare la sospensione dei test missilistici e nucleari, ma non bisogna dimenticare che i due paesi, la Corea del Nord e la Corea del Sud, sono ancora ufficialmente in guerra in quanto non è mai stata firmata la pace dal conflitto 1950 – 1953, ed allora era stato firmato semplicemente un armistizio tra le forze Onu a guida Usa (in rappresentanza della Corea del Sud), la Cina e la Corea del Nord. Contestualmente almeno due volte all’anno Usa, Corea del Sud ed altri paesi compiono esercitazioni congiunte praticamente sotto la porta del nemico, ed al confine del 38mo parallelo sono stanziati 33mila militari statunitensi nonché armi di ogni genere.


In passato Moon aveva garantito che la disponibilità al disarmo nucleare da parte del regime nordcoreano non avrebbe comportato nessun cambiamento militare in Corea del Sud, ma a quanto pare le cose non stanno così e non è da escludere che Pyongyang voglia pretendere la denuclearizzazione dell’intera penisola.


Sempre in tema di Corea del Nord si è saputo del rifiuto di Trump di ricorrere alla strategia usata per la Libia, cioè di armare gli oppositori interni, chiunque siano, per far crollare il regime. L’idea è stata avanzata dal suo nuovo consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton, ma il presidente Usa ha fatto notare che tale strategia ha portato la Libia alla situazione che è sotto gli occhi di tutti. Per cui ha respinto l’ipotesi affermando che in base a quel modello “Non c’è stato un accordo per tenere Gheddafi, nessuna assicurazione di una sua protezione o di fornirgli aiuti militari. In Corea del Nord se non facciamo l’accordo si ripeterebbe quella situazione”.

 

 

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