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20/06/2018

 

Israele colpisce 25 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza, in risposta al lancio di razzi 

 

Per l’esercito israeliano il movimento estremista palestinese ha lanciato nella notte almeno 45 missili oltreconfine. Sette sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano. Dall’inizio delle violenze si sono registrate 132 vittime fra i palestinesi, nessuna fra gli israeliani. L’agenzia Onu per i palestinesi sospende pagamento di stipendi e operazioni umanitarie per mancanza di fondi. 

 

Alle prime ore dell’alba i caccia dell’aviazione israeliana hanno colpito 25 obiettivi nella Striscia di Gaza, in risposta al lancio di razzi dai territori palestinesi oltreconfine. Secondo fonti dell’esercito, nella notte almeno 45 missili sono partiti da Gaza in direzione di Israele; sette di questi sono stati intercettati dal sistema di difesa missilistico “cupola di ferro”. 

In risposta, i caccia con la stella di David hanno compiuto tre diverse operazioni contro obiettivi militari appartenenti al movimento estremista palestinese Hamas. Lo scontro a fuoco di questi giorni fra israeliani e Hamas si inserisce nel solco delle proteste mortali  divampate lungo il confine di Gaza nelle scorse settimane.

 

Ad oggi si sono registrate 132 vittime fra i palestinesi; nessuna fra gli israeliani. 

“L’organizzazione terrorista Hamas - spiega in una nota l’esercito di Israele - ha colpito civili israeliani nella notte, nel contesto di un pesante attacco a colpi di mortaio e sta trascinando la Striscia di Gaza e i suoi civili lungo un sentiero che porta al progressivo deterioramento”. 

 

Per il governo i leader del movimento estremista islamico sfruttano le proteste per sferrare attacchi. Per questo è necessario rispondere utilizzando munizioni e armi a difesa dei propri confini. 

 

Di recente il segretario generale Onu Antonio Guterres e altri leader internazionali hanno avvertito circa il pericolo di un conflitto aperto a Gaza. Israele e Hamas hanno combattuto tre guerre negli ultimi 10 anni intervallate da periodi di tregua, violati di frequente con atti ostili. 

 

Intanto l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) potrebbe rinviare il pagamento degli stupendi e sospendere alcune operazioni a Gaza per mancanza di fondi. L’ente Onu si trova in grave crisi finanziaria da quanto gli Stati Uniti hanno deciso di tagliare 250 milioni di dollari dal bilancio. Washington ha rappresentato a lungo il principale finanziatore (circa il 30% del totale); tuttavia, a inizio anno l’amministrazione del presidente Donald Trump ha deciso di ridurre i versamenti per le posizioni anti-israeliane assunte dall'ente.

 

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