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10 aprile 2018

 

Non ci sono innocenti a Gaza 

di Middle East Eye e agenzie

 

Lo sanno tutti che quasi la metà degli abitanti di Gaza, 1,8 milioni di persone, ha meno di 14 anni. Lo sa benissimo anche Avigdor Lieberman, il ministro della difesa del governo israeliano, che alla radio nazionale ha detto: “Non ci sono innocenti nella Striscia di Gaza”. Per Lieberman, che durante l’Operazione Piombo Fuso incitava il suo paese a combattere Hamas come gli Usa combattevano i giapponesi al tempo di Hiroshima, “tutti gli attivisti che cercano di sfidarci e di violare il confine sono attivisti dell’ala militare di Hamas”.

 

D’altra parte, il ministro fondatore di Israel Beytenu era stato responsabile e tra i maggiori artefici anche dell’ultimo sterminio di massa, l’Operazione Margine Protettivo, che nell’estate del 2014 ha riversato 20 mila tonnellate di esplosivo su Gaza uccidendo più di duemila persone, un quarto delle quali erano bambini. Una cosa è certa: si tratti di bambini o di giornalisti inermi, la mira delle forze armate di Lieberman non fallisce un colpo: “Niente è stato fatto in modo incontrollato; tutto è stato accurato e misurato, e sappiamo dove è andato a finire ogni proiettile”, ha scritto l’esercito israeliano in un significativo tweet che poi, chissà perché, qualcuno ha pensato fosse il caso di rimuovere

 

Domenica, dopo che i soldati israeliani hanno sparato e ucciso 30 palestinesi in 10 giorni di proteste, il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman ha detto che non ci sono “persone innocenti” nella Striscia di Gaza governata da Hamas.

“Non ci sono innocenti nella Striscia di Gaza,” ha detto Lieberman alla radio pubblica israeliana.

 

“Chiunque sia legato ad Hamas, chiunque abbia uno stipendio di Hamas e tutti gli attivisti che cercano di sfidarci e di violare il confine sono attivisti dell’ala militare di Hamas.”

Israele ha avuto a che fare con contestazioni sempre più accese sul suo uso di proiettili letali a seguito dei 10 giorni di proteste lungo il confine della Striscia di Gaza durante i quali, secondo il ministero della Sanità di Gaza, i suoi militari hanno ucciso 30 palestinesi.

La violenza è divampata di nuovo venerdì, quando migliaia di manifestanti sono tornati al confine. Secondo il ministero della Sanità di Gaza nove palestinesi sono stati colpiti ed uccisi dalle forze israeliane e almeno 1.060 sono stati feriti.

 

Tra i morti è incluso anche il video-giornalista palestinese Yasser Murtaja. Questo padre trentenne è stato colpito all’addome da un cecchino israeliano mentre filmava le proteste, nonostante indossasse un giubbotto antiproiettile con la scritta “Stampa”.

Tra i morti c’è anche il quindicenne Hussein Mohammed Madi di Gaza City. Il ministero ha affermato che Madi è stato ucciso ad est di Gaza City da un proiettile dum-dum a espansione.

 

Non si hanno notizie di vittime israeliane.

Israele sostiene di aver aperto il fuoco solo quando si è reso necessario per evitare danni alla barriera di confine, infiltrazioni e tentativi di attacchi.

Ma i gruppi per i diritti umani hanno duramente criticato le azioni dei soldati israeliani, e i palestinesi dicono che i manifestanti colpiti non stavano rappresentando alcuna minaccia per i soldati.

 

“Siamo sempre bersaglio delle forze israeliane”

I soldati israeliani hanno incolpato i “circa 10.000 palestinesi” che hanno partecipato a “disordini in cinque località lungo il confine con la Striscia di Gaza.”

Aggiungono che “sono stati fatti vari tentativi di danneggiare e attraversare la barriera di sicurezza sotto la protezione della cortina fumogena.”

 

I palestinesi hanno bruciato centinaia di copertoni nel tentativo di oscurare la visuale dei cecchini israeliani schierati sul confine tra Israele e Gaza.

“Abbiamo sentito molti avvertimenti sull’uso di copertoni bruciati, ma non abbiamo altre possibilità per esprimere la nostra rabbia e il nostro diritto al ritorno,” ha detto venerdì a MEE il dimostrante Said Ayman Hamadn.

 

“Qualunque cosa facciamo, siamo comunque presi di mira dalle forze israeliane. Perciò usiamo i copertoni per evitare i colpi di fucile degli israeliani, perché siamo manifestanti pacifici. Abbiamo bisogno di qualcosa che ci protegga dalla brutalità di Israele.”

Le immagini sui social media hanno fatto vedere le forze di sicurezza israeliane che piazzavano ventilatori nel tentativo di allontanare il fumo ed avere una visione chiara del confine.

 

Il 30 marzo le forze israeliane hanno ucciso 19 palestinesi mentre centinaia di migliaia di manifestanti si riunivano nei pressi del confine israeliano. Il giorno seguente l’esercito israeliano ha affermato in un tweet che “niente è stato fatto in modo incontrollato; tutto è stato accurato e misurato, e sappiamo dove è andato a finire ogni proiettile.” In seguito il tweet è stato cancellato.

 

Israele ha sostenuto che Hamas, il movimento islamista che governa la Striscia di Gaza e con cui ha combattuto tre guerre dal 2008, sta cercando di utilizzare le proteste come copertura per proseguire le violenze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres e l’Unione Europea hanno chiesto un’inchiesta indipendente sull’uso della forza da parte di Israele, che Israele ha ripetutamente rifiutato.

 

L’Unione Europea solleva “dubbi” sull’uso proporzionato della forza da parte dell’esercito israeliano. Nella foto, una cordiale stretta di mano tra Federica Mogherini, numero uno della politica estera della Ue, e Benjamin Netanyahu.

 

Sabato l’Unione Europea ha sollevato dei dubbi sul fatto che le truppe israeliane abbiano fatto un “uso proporzionato della forza”.

 

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