MEMO

http://www.infopal.it/

7/5/2018

 

Israele uccide due palestinesi che “cercavano di attraversare la frontiera” da Gaza

 

I militari israeliani hanno sparato a due palestinesi, uccidendoli, sostenendo che avessero cercato di entrare in Israele dalla Striscia di Gaza, domenica. Mohamed Khaled, 20 anni, e Bahaa Abdel-Rahman, 23 anni, sono stati uccisi dalle forze israeliane a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, secondo quanto affermato dal portavoce del ministero della Sanità palestinese, Ashraf al-Qidra. “Le truppe hanno sparato contro tre sospetti che hanno cercato di infiltrarsi in Israele dalla Striscia di Gaza meridionale e di danneggiare le infrastrutture di sicurezza nell’area della barriera di sicurezza”, ha affermato l’esercito israeliano in una dichiarazione. “Due sospetti sono stati uccisi”. L’area è vicino al confine con Israele, dove oltre 45 palestinesi disarmati sono stati uccisi dalle forze israeliane in proteste iniziate il 30 marzo, soprannominate dagli organizzatori come “La grande marcia del ritorno”. Sabato, sei palestinesi sono stati assassinati in un esplosione a Gaza, e Hamas ha ritenuto Israele responsabile per l’attacco, nonostante l’occupazione sionista abbia negato qualsiasi coinvolgimento e, più tardi, si sia rifiutata di fare commenti. “Riteniamo il nemico direttamente responsabile per questo crimine e per quelli precedenti, ed il nemico sionista pagherà un caro prezzo”, ha affermato una dichiarazione rilasciata dall’ala armata di Hamas dopo le marce funebri di domenica.

 

MEMO

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7/5/2018

 

Esplosione a Gaza uccide sei palestinesi, Israele si rifiuta di commentare

Traduzione di F.H.L.

 

Sabato 5 maggio, un’esplosione a Gaza ha ucciso sei persone, secondo quanto affermato da Hamas. Il movimento ha accusato Israele, che ha rifiutato di fare commenti, della 

responsabilità dell’incidente. Una dichiarazione dell’ala militare del gruppo palestinese ha definito l’incidente come un “crimine sionista deplorevole” perpetrato contro il suo popolo.

“Durante una complicata operazione di sicurezza ed intelligence condotta dalle Brigate Qassam per indagare su un serio e grave incidente di sicurezza portato avanti dal nemico sionista contro la resistenza palestinese, un crimine deplorevole è avvenuto contro i nostri Mujahidin nell’area di Zawayda, nella Striscia di Gaza centrale”, ha affermato la dichiarazione. Il gruppo televisivo dell’agenzia Reuters ha filmato una colonna di fumo sopra il villaggio di Zawayda, vicino alla costa di Gaza, lontano dal confine con Israele, dove le tensioni si sono intensificate nelle ultime settimane. Le circostanze esatte dell’esplosione non erano chiare e Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, non ha fornito ulteriori dettagli. Un portavoce militare israeliano ha rifiutato di commentare l’incidente, anche se poco prima un ufficiale più giovane aveva negato la partecipazione dell’esercito.

Israele ha ritirato truppe e coloni da Gaza nel 2005. Ma, utilizzando la giustificazione della “sicurezza”, mantiene un blocco navale sul territorio costiero, continuando ad esercitare severe restrizioni sul movimento di palestinesi e merci attraverso la frontiera. In coordinamento con Israele, anche l’Egitto mantiene il suo confine con Gaza in gran parte chiuso. Affrontando le critiche internazionali sull’uso del fuoco letale durante le proteste, Israele afferma che sta proteggendo il suo confine e intraprende tale azione solo quando i manifestanti – alcuni dei quali lanciano bombe incendiarie o cercano di posizionare degli esplosivi -, si avvicinano troppo. Mentre Israele celebra il suo 70° compleanno, i palestinesi commorano la “Nakba” (Catastrofe) dello sfollamento di massa del loro popolo durante il conflitto scoppiato nel 1948. Due terzi dei 2 milioni di palestinesi a Gaza sono rifugiati di guerra o loro discendenti. Le proteste hanno visto migliaia di persone radunarsi per chiedere accesso alle case o alle terre perse delle loro famiglie, ora in Israele. Israele afferma che Hamas sta usando le proteste come copertura per cercare di attuare attacchi. Hamas nega l’accusa.

 

 

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