Originale: Counterpunch

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27 agosto 2018

 

La crudeltà israeliana e la difficile situazione della Palestina 

di Vijay Prashad

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Stando al campus dell’Università di Birzeit a Ramallah (Palestina) si gode pienamente del gusto della bellezza della Palestina e anche delle sue tensioni. La secchezza sulle colline à interrotta da zone fiorite. Mentre mi osservava mentre esaminavo i fiori, un giovane studente si avvicina e mi chiede che cosa sto guardando. Indico un bordo i fiori, per lo più rossi, ma anche color porpora e azzurri. Lo studente mi dice che  quelli sono gli anemoni shaqa’iq anna’manor. Sono stupefacenti. Lo studente mi parla delle tensioni che ci sono all’università. Ci sono sempre tensioni all’università. Pochi giorni prima, la polizia israeliana aveva tentato di entrare nel campus per arrestare alcuni leader degli studenti. E’ una situazione normale. Una giornata calda, dei bei fiori e la minaccia della violenza da parte delle autorità israeliane.

Birzeit ha aperto nel 1924, quando la Palestina era  Palestina, come scuola femminile, vi aggiunto, due anni dopo anche i ragazzi. Hanna Nasir, il cui padre e zia hanno fondato la scuola, ha adottato ulteriori iniziative dopo l’occupazione israeliana della Cisgiordania e ne ha fatto un’università nel 1972. Lo stato di Israele ha comunicato ad Hanna Nasir che questo atto era ‘illegale’. Non c’è nessunissima prova che dimostri che gli Israeliani – dal 1948 a oggi – sono stati scrupolosi riguardo all’istruzione dei Palestinesi. L’Università di Birzeit, la più prestigiosa delle scuole palestinesi e delle sue istituzioni, è stata sotto la minaccia dei militari da allora fino ad adesso.

Come, però, ha scritto, nel 1998, l’intellettuale palestinese Edward Said, “la pura e semplice sopravvivenza di Birzeit, è, naturalmente, un delle molte storie di resistenza palestinese contro l’assoluta  oppressione israeliana”. Said avrebbe potuto dire: crudeltà. Un ulteriore esempio di tale crudeltà è ora in evidenza. Negli scorsi 8 anni . dal 2010 – Israele si è rifiutato di    al Servizio Postale Palestinese. Ora, sono arrivate scatole di posta a Gerico, dove gli impiegati postali trovano, non soltanto lettere, ma anche una sedia a rotelle.

Questa è la lista delle crudeltà: uccisioni compiute dai cecchini israeliani presso la recinzione perimetrale di Gaza, demolizione  di interi villaggi in Cisgiordania, sequestro di zone fondamentali di Gerusalemme Est, affermazioni razziste da parte dei politici israeliani, una legge che afferma che Israele è uno stato ebraico (e che è musulmano, cristiano e che i cittadini atei  sono ora secondari), rifiuto dell’istruzione e del servizio postale.

Nel 2005, gli attivisti palestinesi hanno fatto appello ad alleati al di fuori della Palestina per farli entrare nel movimento Boicottaggio-Disinvestimento-Sanzioni (BDS). Lo scopo della lotta del BDS era di mettere pressione a un Israele e di costringere la potenza occupante alla negoziazione con i Palestinesi. I gruppi di propaganda di Israele hanno detto in maniera aggressiva che il BDS era anti-semita; qualsiasi critica di Israele o del Sionismo, hanno detto, equivaleva al razzismo. Però, un numero sempre maggiore di persone sono entrate nella lotta del BDS, trovandolo un modo adeguato e pacifico di mettere pressione su una classe governante israeliana

 

sempre di destra e xenofoba. Musicisti e intellettuali,  squadre sportive e turisti, hanno tutti cominciato a mettere li  loro timbro sul movimento BDS.

La popolarità di questo movimento ha portato Israele e i suoi alleati internazionali, a fare mosse drastiche. Israele ha approvato una legge anti-boicottaggio nel 2011 e ha usato qualsiasi mezzo possibile per bloccare l’ingresso nel pese degli attivisti del BDS. E’ anche perseguito chiunque abbia detto qualcosa di critico riguardo a Israele, al Sionismo o al Primo Ministro Benjamin Netanyahu. Perfino i giornalisti liberali americani come  Peter Beinart, sono stati maltrattati all’aeroporto Ben Gurion. A nessuno che ha da dire una parola contro la politica di Israele, viene data una seconda possibilità.

Ci si deve, quindi, aspettare che Israele abbia ora bloccato l’ingresso di metà dei cittadini stranieri che insegnano a BirZeit e presso altre istituzioni palestinesi di istruzione superiore (dall’Università Palestinese di Gaza all’Università al-Isiqlal di Gerico). Tra di loro c’è un professore di storia che ha insegnato per 3 anni a BirZeit – Roger Heacock e la specialista di sanità, Laura Wick. Ho incontrato varie volte Roger e Laura in Libano, nel corso degli anni e ho capito che sono persone affettuose e generose, devote ai valori della verità, della giustizia e della moralità. Si sono trasferiti in Palestina nel 1983, arrivando dall’America Centrale dove erano andati a offrire i loro servizi alla rivoluzione Sandinista. Nel 1987, Roger è stato giudicato colpevole di ‘disturbare la pace’ perché aveva preso parte a una dimostrazione. “Questa è una giornata nera per la giurisprudenza”, ha detto Roger che era andato in città per comprare del succo di frutta, aveva visto delle donne palestinesi che protestavano ed è andato a vedere che cosa c’era scritto sui loro cartelloni. Non è quindi estraneo alla crudeltà israeliana. Adesso, a Roger, Laura ed altri cittadini stranieri che hanno un ruolo fondamentale nelle istituzioni palestinesi, è stata impedito il rientro.

Questi sono i professori. Nel frattempo, le autorità israeliane continuano a distruggere

le scuole palestinesi e a impedire ai bambini palestinesi di andare a scuola attraversando i posti di blocco. Nel quartiere di al-Tawani, a Yatta (Palestina),  gli Israeliani hanno mandato un esercito di ruspe per distruggere  le classi “mobili”. A Beit Ta’mar, a sud-est di Betlemme, le forze israeliane sono arrivate e hanno distrutto le  roulotte che erano state usate come scuole provvisorie. Non sorprende, perciò, che

il 40% delle comunità in Cisgiordania – non abbiano scuole elementari. Questo è il motivo per cui, i bambini devono percorrere un certa distanza a piedi e che spesso vengono fermati e maltrattati ai posti di controllo israeliani. Questa è un guerra contro l’istruzione, una guerra contro i bambini palestinesi, una guerra contro la memoria e la storia.

Nel frattempo, le classi che devono ricevere l’insegnamento dai cittadini stranieri attendono i loro insegnanti.

 


Il libro più recente di Vijay Prashad, è: is No Free Left: The Futures of Indian Communism (New Delhi: LeftWord Books, 2015).


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

 

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/israeli-cruelty-and-palestines-predicament

 

 

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