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9 aprile 2018

 

Lo storico discorso completo dell’ex presidente Lula

di Luiz Ignacio Lula Da Silva

traduzione di Giuseppe Volpe

 

“Nel 1979 questo sindacato inscenò uno degli scioperi più straordinari e noi ottenemmo un accordo con l’industria automobilistica che era forse il migliore che potessimo ottenere. Avevo un comitato di fabbrica con 300 lavoratori. L’accordo era buono e decisi di portarlo al voto in un’assemblea sindacale. Decisi di chiedere al comitato di arrivare in fabbrica presto per parlare ai lavoratori.

Avevo l’abitudine di tenere le riunioni al mattino perché le persone bevevano qualche bicchiere al pomeriggio e quando si bevono alcuni bicchieri si diventa più audaci. Beh, non impedii che succedesse, perché le persone portarono le loro bottiglie di cognac nelle borse e quando arrivai bevvi un goccio perché fa bene alla gola, il che non è successo oggi.

Comunque, decidemmo di portare l’accordo al voto e 100.000 persone allo Stadio Vila Euclides non lo accettarono. Era il meglio che potevamo ottenere. Non ci sarebbero state tolte le ferie, non avremmo perso la tredicesima e avremmo avuto un aumento del salario del 15 per cento, ma i lavoratori erano così radicalizzati che volevano l’ottantatré per cento o niente; e non l’ottenemmo.

Passammo un anno a essere chiamati zerbini dai lavoratori. Non riuscimmo a far approvare una proposta che consideravo buona e poi le persone cominciarono a mancare di rispetto al comitato sindacale. Visitavo le fabbriche e nessuno si fermava. La stampa scriveva: ‘Lula parla a orecchi sordi dei lavoratori’.

Ci volle un anno per riguadagnare il nostro prestigio tra i nostri pari e io pensai, piuttosto vendicativamente: ‘Questi lavoratori pensano di poter inscenare uno sciopero per 100 giorni, 400 giorni, che possono andare fino in fondo, dunque li metterò alla prova nel 1980’.

Poi dichiarammo il più grande sciopero della nostra storia: 41 giorni di sciopero. Dopo diciassette giorni dall’inizio dello sciopero io fui arrestato e, pochi giorni dopo, i lavoratori cominciarono a rompere lo sciopero. [Romeu] Tuma (allora capo della polizia), il dottor Almir, Teotonio Vilela mi visitarono in carcere e mi dissero: ‘Ehi, Lula, devi interrompere questo sciopero; devi consigliare loro di terminare lo sciopero’. Io dissi: ‘Io non termino lo sciopero. I lavoratori decideranno da soli’.

Quello che di fatto successe fu che nessuno poteva resistere 41 giorni, perché i compagni dovevano comprare il latte, dovevano pagare le bollette della luce, le bollette del gas, le mogli chiedevano soldi per comprare il pane, così cominciarono ad avvertire la pressione non poterono resistere oltre. Ma è buffo, perché perdendo vincemmo molto di più, anche se non ottenemmo guadagni finanziari. Questo significa che i soldi non risolvono il problema di uno sciopero. Non si tratta del cinque o del dieci per cento, ma piuttosto di quanto c’è di teoria politica e di competenza politica in uno sciopero.

Oggi ci troviamo in una situazione simile. Io sono perseguito e ho detto molto chiaramente: ‘Solo il solo essere umano al mondo a essere perseguito per un appartamento che non possiedo’. Lui (il giudice Sergio Moro) sa che (il giornale) O Globo ha mentito quando ha detto che era mio. Quando la Polizia Federale e la sua Operazione Car Wash hanno condotto l’indagine, hanno mentito e affermato che era mio. Quando l’accusa mi ha incriminato ha mentito e ha detto che era mio. Pensavo che Moro avrebbe risolto ciò e lui ha mentito e ha detto che era mio e mi ha condannato a nove anni di carcere.

E’ per questo che sono un cittadino indignato, perché ho fatto tanto nei miei 72 anni, ma non perdono loro di far credere alla società che sono un ladro. Hanno consentito a questi banditi di produrre dei ‘pixulecos’ (un pupazzo che rappresenta Lula vestito di un’uniforme carceraria) in tutto il paese. Hanno consentito loro di chiamarci ‘petralhas’ (un gioco di parole usando ‘PT’, il partito di Lula, e banditi). Hanno consentito loro di creare un’atmosfera di guerra che nega la politica in questo paese. Dico ogni giorno: nessuno di loro, nessuno di loro ha il coraggio o dorme con la coscienza pulita di onestà e innocenza come me. Nessuno di loro.

Io non sono al di sopra della legge. Se non avessi creduto nel sistema giudiziario di questo paese non avrei creato un partito politico; avrei suggerito una rivoluzione in questo paese. Ma io credo nel sistema giudiziario, in tribunali equi, in tribunali che giudicano un caso sulla base delle prove, sulla base delle informazioni prodotte dall’accusa e dalla difesa, su prove concrete che indichino chi è colpevole.

Quella che non posso ammettere è una pubblica accusa che fa una presentazione in PowerPoint e va sulla televisione nazionale a dire che il PT (Partito dei Lavoratori) è un’organizzazione criminale nata per derubare il nostro paese che Lula, essendo la persona più importante del partito, ne è il capo. Perché Lula è il capo, secondo l’accusa: ‘Non ho bisogno di prove, ne sono convinto’. Voglio che riservi le sue convinzioni ai suoi accoliti, ai suoi complici, non a me. Io ho la ferma convinzione che un ladro non pretenderebbe prove. Si metterebbe la coda tra le gambe e terrebbe la bocca chiusa, sperando che i media non facciano il suo nome.

Ci sono più di 70 ore del Jornal Nacional (il notiziario televisivo della Globo Network più seguito) che mi danno addosso. Ci sono più di 70 copertine di riviste che mi attaccano. Ho migliaia e migliaia di giornali che mi attaccano. Mi attacca Record. Mi attacca Bandeirantes. Ci sono tantissime reti radiofoniche che mi attaccano. Ciò di cui non si rendono conto è ogni colpo che mi sferrano mi rende più vicino al popolo brasiliano.

Non ho paura di loro. In realtà ho detto che mi piacerebbe affrontare Moro in un dibattito sulle accuse che mi ha mosso. Vorrei che mi mostrasse le prove concrete. Ho sfidato i giudici d’appello del caso ad avere dibattiti in qualsiasi università volessero, per il corso che volessero, e dimostrassero quale crimini ho commesso in questo paese.

Molto tempo fa ho sognato che fosse possibile governare questo paese includendo nell’economia milioni e milioni di poveri, includendo milioni di persone nelle università, creando milioni e milioni di posti di lavoro in questo paese. Ho sognato che fosse possibile per un operaio metalmeccanico senza laurea occuparsi dell’istruzione meglio dei laureati che hanno governato questo paese e la sua istruzione.

Ho sognato che ci fosse possibile ridurre la mortalità infantile garantendo che i bambini potessero avere latte, fagioli e riso ogni giorno. Ho sognato che fosse possibile avere studenti delle periferie nelle migliori università di questo paese in modo che i nostri giudici e procuratori non fossero solo membri dell’élite, ma potessimo presto vedere giudici e procuratori che fossero nati nella favela di Heliopolis, nati a Itaquera, nati nelle periferie. Avremo molti del Movimento dei Lavoratori Senzaterra del MTST (Movimento dei Lavoratori Senzatetto), del CUT (la più vasta federazione sindacale del Brasile) che si laureeranno all’università.

Questo è il crimine che ho commesso. Ho commesso questo crimine e loro non vogliono che lo faccia di nuovo. A causa di questo crimine ho circa dieci capi d’accusa contro di me. Se le accuse sono per questi crimini, per aver incluso i poveri nelle università, i neri nelle università, fatto mangiare carne ai poveri, fatto comprare auto ai poveri, fatto viaggiare i poveri in aereo, fatto avere piccole fattorie ai poveri, fatto loro avere piccolo aziende, fatto loro avere una casa propria; se questo è il crimine che ho commesso allora sono contento di dire che continuerò a essere un criminale in questo paese, perché farò tanto di più. Ho intenzione di fare tanto di più.

Compagni, nel 1986 sono stato il parlamentare più votato della storia di questo paese. All’epoca la gente sospettava che solo quelli che avevano una carica avessero potere nel PT. Così, compagni, quando mi sono reso conto che la gente sospettava che solo i membri del Congresso contavano nel PT – Manuela (D’Avila) e Guilherme (Boulos) – sapete che cosa ho fatto? Mi sono dimesso, perché volevo dimostrare al PT che sarei rimasto uno dei nomi più importanti anche senza una carica, perché se qualcuno vuole battermi nel PT c’è un solo modo per farlo: si deve lavorare più duro di me e amare il popolo più di me, perché altrimenti non mi batterete.

Oggi abbiamo un lavoro molto delicato da fare. Posso subire la cosa più oltraggiosa che un essere umano possa provare. Quello che la mia famiglia sta dovendo sopportare non è facile. Quello che stanno dovendo sopportare i miei figli non è facile. Quello che Marisa (la moglie di Lula) ha dovuto sopportare … vorrei dire che annunciare la morte di Marisa prima che avvenisse è stato una cosa meschina, crudele fattale dai media e dalla pubblica accusa. Di questo sono sicuro. Penso che queste persone non abbiano figli, non abbiano un’anima; non hanno idea di ciò che prova una madre o un padre quando vede il proprio figlio picchiato, quando vede il proprio figlio attaccato.

Dunque, compagni, io ho deciso di tenere la testa alta, ma non pensate che io sia un riciclatore. L’Operazione Car Wash deve catturare i malvagi che davvero hanno rubato soldi e incarcerarli. Tutti noi vogliamo questo. Abbiamo detto per tutta la vita: ‘La giustizia incarcera solo i poveri, non i ricchi’. Tutti noi l’abbiamo detto e io voglio che loro mandino in carcere i ricchi.

Qual è il problema? E’ che non si può avere un processo subordinato ai media perché giù giù nel profondo si distruggono le persone nella società, si distrugge la loro immagine e poi i giudici sentenzieranno e diranno: ‘Non posso andare contro l’opinione pubblica; mi sta chiedendo di stanarli’. Se si vuole un voto basato sulla documentazione giudiziaria, il penso che in realtà i giudici della Corte Suprema non debbano dichiarare il loro voto. Negli Stati Uniti quando la votazione è finita non si sa come ciascuno abbia espresso il proprio voto, precisamente per impedire che i giudici siano sottoposti a pressioni.

Immaginate che qualcuno sia accusato di omicidio, ma che non sia l’assassino. Che cosa vuole la famiglia della vittima? La sua morte, la sua condanna. Così un giudice, diversamente da noi, deve ragionare a mente fredda ed essere più responsabile quando accusa o condanna qualcuno. La pubblica accusa è un’istituzione molto potente. E’ per questo che questi ragazzi che cominciano a lavorare per essa quando sono molto giovani frequentano la facoltà di diritto e possono dedicare tre anni della loro vita per ottenere il posto, perché i loro genitori possono permetterselo… Questi ragazzi dovrebbero imparare di più riguardo alla vita, imparare un pochino riguardo alla politica per fare il lavoro che fanno nella società brasiliana.

C’è una cosa chiamata obbligo di rispondere e non penso di essere contro di essa quando dico questo. Sono stato presidente e ho nominato quattro procuratori federali e ho parlato a tutte le cerimonie quando si sono insediati nella carica e ho detto: ‘Quanto più un’istituzione è potente, tanto più chiamati a rispondere devono essere i suoi membri’. Non si può avere i media che condannano qualcuno prima del processo. Ricordate quando ho fatto una deposizione a Curitiba. Ho detto a Moro: ‘Non può trovarmi colpevole perché Globo la spinge a trovarmi colpevole, ed è questo che lei farà’.

Penso che la corte d’appello, Moro, Car Wash e Globo, abbiano tutti un sogno comune. Il loro sogno è, primo: il colpo di stato non è stato completo dopo Dilma. Il colpo di stato sarà completo solo quando riusciranno a impedire a Lula di candidarsi alla presidenza nel 2018. Non si tratta del fatto che io non sia eletto presidente. Non vogliono che io mi candidi, perché c’è una possibilità che io vinca. Non vogliono che Lula ritorni, perché pensano che i poveri non possono avere diritti. Non possono mangiare carne di qualità. I poveri non possono viaggiare in aereo. I poveri non possono andare all’università. Secondo loro i poveri sono nati per avere cibo e altre cose di qualità inferiore.

Dunque, compagni, il loro altro sogno comune è una foto di Lula in carcere. Oh, posso vedere Veja così ardente di una mia foto in copertina. Posso vedere Globo tanto ansioso della mia foto in carcere. Avranno orgasmi multipli.

Hanno ordinato il mio arresto e lasciate che vi dica una cosa: rispetterò il loro mandato. Lo farò perché voglio che la responsabilità ricada su di loro. Loro pensano che tutto ciò che succede in questo paese succeda a causa mia. Sono stato condannato a tre anni di carcere perché un giudice di Manaus ha trovato che non ho bisogno di un’arma, perché ho una lingua tagliente e dunque deve mettermi a tacere, perché altrimenti continuerei a dire cose come … ‘E’ ora di sgranocchiare’. I contadini hanno ucciso un fattore e hanno pensato che fosse il segnale di via libera.

Hanno cercato di arrestarmi per ostruzione alla giustizia, ma non ha funzionato. Ora vogliono agguantarmi con la carcerazione preventiva, il che è anche più grave, perché non mi consente di presentare una petizione di habeas corpus. Vaccari è in carcere ormai da tre anni. Marcelo Odebrecht ha speso più di 110 milioni di dollari e non ha ottenuto un habeas corpus per essere rilasciato. Io non spenderò un centesimo, ma ci andrò con una convinzione: scopriranno, per la prima volta, quello che sono andato dicendo ogni giorno. Non sanno che il problema di questo paese non si chiama Lula. Il problema di questo paese siete tutti voi, è la coscienza del popolo, è il Partito dei Lavoratori, il PCdoB (Partito Comunista brasiliano), il MST, il MTST. Sanno che si tratta di un mucchio di gente.

Quello che il nostro predicatore ha detto in precedenza e io ho detto in ogni discorso: non ha senso cercare di impedirmi di percorrere questa terra, perché ho milioni e milioni di Boulos, milioni e milioni di Manuela, di Dilma Rousseff che percorrono questo paese per me.

Non ha senso cercare di fermare le mie idee perché sono già nell’aria e non si possono arrestare.

Non ha senso cercare di impedirmi di sognare, perché quando smetterò di sognare continuerò a sognare attraverso le vostre menti e i vostri sogni.

Non ha senso pensare che tutto si fermerà quando avrò un infarto. E’ una stupidaggine, perché il mio cuore batterà attraverso i vostri cuori, e sono milioni di cuori.

Non ha senso pensare che mi faranno fermare. Non mi fermerò perché non sono un essere umano. Io sono un’idea, un’idea che è fusa con tutte le vostre idee. Io sono sicuro che i nostri compagni dei Movimenti dei Lavoratori Senzaterra e Senzatetto , i compagni della CUT e dei movimenti sindacali sanno questo. Questo è il dato di fatto. Rispetterò il mandato e tutti voi dovrete passare attraverso una trasformazione: i vostri nomi non saranno più Joey, Johnny o Eddy.. Tutti voi, da oggi in poi, diventerete Lula e attraverserete questo paese facendo ogni giorno quello che dovete. Ogni giorno!

Devono sapere che la morte di un combattente non può fermare la rivoluzione.

Devono saperlo. Devono sapere che premeremo decisamente per una disciplina dei media in modo che le persone non saranno rese vittime di bugie ogni giorno che passa.

Devono sapere che voi, gente, chissà? magari siete anche più intelligenti di me, a bruciare i copertoni che continuate a bruciare, a inscenare dimostrazioni, a occupare terre in aree urbane e rurali. Ho fiducia che domani, ad esempio, riceverete la buona notizia che la terra che avete occupato a San Bernardo do Campo, cosa che sembrava così difficile, alla fine sarà vostra.

Compagni, ho avuto l’occasione. Qualche giorno fa ero al confine con l’Uruguay, vicino a Livramento e Rivera, e la gente diceva: ‘Lula, amico mio, fai finta di andare a comprare della grappa e scappa in Uruguay, resta là con Pepe Mujica, vattene e non guardarti mai indietro. Chiedi asilo politico; puoi andare nelle ambasciate della Bolivia, dell’Uruguay, della Russia e da là continuare a parlare…’ Sono troppo vecchio per questo. Alla mia età ho bisogno di affrontarli, faccia a faccia, e gli affronterò accettando di rispettare il mandato.

Voglio sapere quanti giorni ci metteranno a credere di avermi arrestato. Per tutto il tempo che mi terranno là nasceranno agli Lula in questo paese e ci saranno sempre più persone disposte a lottare in questo paese, perché in una democrazia non ci sono limiti, non c’è un momento sbagliato per combattere.

Ho detto ai miei compagni: se dipendesse da me non andrei, ma andrò perché altrimenti domani diranno che sono un fuggiasco, che mi nascondo. No! Non mi nascondo! Andrò da loro e dimostrerò la mia innocenza in modo che sappiano che non ho paura, che non ho intenzione di fuggire, e proverò la mia innocenza. Devono sapere questo.

Lasciate che facciano quello che vogliono. Tutto quello che vogliono. Citerò quello che mi ha detto una volta una ragazzina di dieci anni a Catanduva, una citazione che non ha autore. Ha detto. ‘Le autorità potrebbero uccidere una, due o tre rose, ma non saranno mai in grado di impedire alla primavera di arrivare’. E la nostra lotta è una ricerca della primavera.

Devono sapere che vogliamo più case, più scuole, meno mortalità. Non vogliamo vedere la stessa brutalità che hanno praticato a Marielle (Franco, la consigliera comunale di sinistra assassinata il mese scorso).

Non vogliamo vedere lo stesso barbaro trattamento che ricevono in neri in questo paese.

Non vogliamo vedere altra mortalità infantile causata dalla malnutrizione in questo paese. Non vogliamo vedere un adolescente che non ha nessuna sperano di andare all’università, perché questo paese è un tale idiota che è stato l’ultimo paese al mondo ad avere un’università. L’ultimo! Tutti i paesi più poveri ne avevano una. Ma loro non volevano vedere istruita la nostra gioventù. Dicevano che era troppo costoso e mi fa chiedere: quale è stato il costo di non averlo fatto cinquant’anni fa?

Voglio che tutti sappiate che sono profondamente orgoglio, profondamente, profondamente orgoglioso di essere l’unico presidente che non ha avuto una laurea, ma sono anche il presidente che ha costruito più università nella storia di questo paese per mostrare a quelli che non devono scambiare l’intelligenza con il numero di anni che si passano a scuola. Quella non è intelligenza, è sapere.

Intelligenza è quando si sceglie da che parte stare, quando non si ha paura di discutere con i compagni riguardo a ciò che conta davvero, e quello che oggi conta davvero è assicurare che questo paese riabbia la civiltà. Non venderanno Petrobras! Facciamo passare una nuova Costituzione! Revochiamo la legge che stanno facendo sul petrolio! Non lasceremo che vendano BNDES (la banca pubblica di sviluppo del Brasile), non lasceremo che vendano Caixa (la banca federale del Brasile), non lasceremo che distruggano il Banco do Brazil (la banca pubblica del Brasile). Rafforzeremo l’agricoltura famigliare che è responsabile del 70 per cento di tutto il cibo che mangiamo in questo paese.

E con questa convinzione, compagni, a testa alta come adesso sto parlando a voi, voglio andare là e dire al capo della polizia: sono a sua disposizione.

La storia, in pochi giorni, dimostrerà che quelli che hanno commesso un crimine sono stati il capo della polizia che mi ha accusato, il giudice che mi ha processato e la pubblica accusa che mi ha trattato come una cosa da poco.

Per questo motivo, compagni, il mio cuore non ha posto abbastanza per tutti, ma voglio che sappiate che se c’è una cosa che sono cresciuto ad amare in questo mondo è il mio rapporto con il popolo.

Quando stringo la vostra mano, quando abbraccio uno di voi – e oggi bacio uomini e donne allo stesso modo, tutti allo stesso modo – quando bacio uno di voi, non è con secondi fini. Vi bacio perché quando ero presidente usavo dire: ‘sto tornando da dove sono venuto’.

Io so chi sono i miei amici per l’eternità e chi è qui solo per l’occasione. I colletti bianchi, quelli che venivano da me in continuazione, sono ora spariti e i compagni che sono qui con me sono quelli che erano miei amici prima che io diventassi presidente. Quell’amico che soleva mangiare rabada al Zelao, quello che soleva mangiare pollo e polenta al Demarchi, che mangiava caldo de mocoto al Zelao, sono ancora nostri amici. Hanno il coraggio di occupare un lotto di terra per costruire le loro case, sono quelli che hanno il coraggio di inscenare uno sciopero contro la previdenza sociale, sono quelli che occupano terreni per avviare una fattoria produttiva, sono quelli che davvero hanno bisogno dello stato.

Compagni, lasciate che vi dica una cosa: vedrete che io uscirò da tutto questo più grande, più forte, più vero e innocente, perché voglio provare che sono loro ad avere commesso un crimine, un crimine politico perseguendo un uomo che ha una storia di cinquant’anni in politica, e io sono molto grato di ciò.

Non posso ripagare la gratitudine, l’apprezzamento e il rispetto che mi avete riservato in tutti questi anni. Voglio dirvi, Guilherme, Manuela, entrambi, che sono orgoglioso di appartenere a una generazione che è quasi finita, ma vedere due giovani combattere per il loro diritto di diventare presidente di questo paese. Dunque io vi rendo onore e siate certi: questo collo non si piegherà. Mia madre mi ha fatto un collo corto dunque non si piega e non lo farà perché io terrò la testa alta e il petto in fuori, perché dimostrerò la mia innocenza.

Grazie, compagni, mille grazie per quello che avete fatto per me. Moltissime grazie, amici miei.”

 


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/brazil-former-president-lulas-historic-speech-in-full/

 

 

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