Fonti: Resumen Latino Americano 

Telesur 

Correo del Orinoco

https://www.controinformazione.info/

Ago 05, 2018

 

La golpista Patricia Poleo rivendica da Miami l’attacco terroristico a Caracas

Traduzione e sintesi di Luciano Lago

 

Ancora lei. Come avvenuto già in precedenti occasioni, quando si sono avute azioni violente e tentativi di destabilizzazione contro il governo Bolivariano (attacco da un elicottero, lancio di granate, disordini di piazza, tentato golpe militare, ecc..), un’altra volta è comparsa da Miami la pseudo giornalista Patrizia Poleo, a libro paga della CIA, per leggere il comunicato sul fallito attentato criminale contro il presidente Maduro, denominato come “operazione Fenix”.

Nel suo farneticante comunicato la Poleo attribuisce l’azione ad un gruppo di militari che opererebbero contro il Governo per “restaurare la democrazia” e convocare nuove elezioni. Dopo un lunga dissertazione il comunicato incita la popolazione venezolana a scendere in strada contro il Governo.

Il nuovo fallito attentato che si aggìunge ai tanti episodi di tentato golpe in Venezuela (il più clamoroso avvenuto nel 2002) dove la Poleo era rimasta coivolta assieme agli ambienti della destra reazionaria del Venezuela.

Come da alcuni cablogrammi pubblicati a suo tempo da Wikileaks, su questi episodi sono emersi poi una serie di inquietanti retroscena che evidenziavano l’interesse morboso di Washington per Caracas e il tentativo perpetrato dalle Amministrazioni USA di destabilizzare il Venezuela e provocare un cambio di regime durante il triennio 2004-2006. Questi documenti rivelarono le istruzioni a cui avrebbe dovuto attenersi l’ambasciata statunitense nelle sue attività in Venezuela: rafforzare le istituzioni democratiche, penetrare la base politica di Chavez, dividere il fronte chavista, proteggere gli interessi affaristici vitali degli Stati Uniti e isolare Chavez sul fronte internazionale.

Le operazioni dovevano essere finanziate sempre con i fondi dell’Agenzia per lo sviluppo internazionale (USAID) che avrebbero dovuto distribuirsi fra le associazioni desiderose di schierarsi al fianco dello zio Sam.

Probabilemte gli esponenti dell’opposizione, dalla Maria Corina Machado a Henrique Capriles Radonski e Leopoldo Lopez, hanno utilizzato i denari USA intascandone una buona parte e destinando il resto ad ordire complotti contro il governo. Gli strateghi USA non avevano però calcolato che il livello di corruzione in Venezuela è talmente altro che risuta imprudente distribuire soldi senza un effettivo controllo di come vanno spesi.

Di conseguenza tutti questi oppositori, tranne quelli finiti in carcere per complicità con gli omicidi ed i disordini di piazza scatenati dalla CIA, sono nel loro “buen ritiro ” di Miami da dove rilasciano fiammanti dichiarazioni di “revolucion” e rovesciamento del Governo.

Resta tuttavia drammatica la situazione del paese, stretto in una crisi economica senza precedenti, assediato dalle sanzioni USA e dai tentativi di golpe e infiltrazione di mercenari e agenti provocatori dalla frontiera della Colombia. Il Governo di Caracas, che ha ricevuto la solidarietà internazionale dalla Russia, da Cuba, dall’Iran, dalla Bolivia, e da tutti gli altri paesi schierati nel fronte antimperialista, si appresta a varare misure di sicurezza eccezionali per prevenire altri tentativi insurrezionali sobillati dall’estero.

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