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16 agosto 2018

 

Lula firma in carcere la candidatura alle presidenziali

 

Difficilmente sarà accolta dal Tribunale supremo elettorale.

 

In migliaia hanno manifestato con gli esponenti del Partito dei lavoratori davanti al Tribunale supremo elettorale, dove il presidente del Partito Gleisi Hoffmann ha registrato la candidatura del loro leader Luis Inacio Lula da Silva alle elezioni presidenziali del prossimo 7 ottobre. Lula, che al momento è in carcere per scontare una condanna a 12 anni per corruzione, viene dato in cima ai sondaggi, ma il Tribunale supremo elettorale con tutta probabilità ne respinderà la candidatura.


Il grande inquisitore di Lula, il giudice Sergio Moro, ha comunque deciso di posticipare l’interrogatorio dell’ex presidente su altre accuse di corruzione a dopo ottobre al fine di non rendere la cosa strumentalizzabile in un’eventuale campagna elettorale.


Lula è stato condannato in quanto ritenuto colpevole in merito all’affaire Petrobras, la compagnia di Stato brasiliana del petrolio. Nella fattispecie l’ex presidente, che ha guidato il paese dal 2003 e al 2010, è stato trovato colpevole di essersi intascato una tangente di complessivamente 1,2 milioni di dollari dall’azienda di costruzioni Oas, denaro poi usato per la costruzione di una villa a tre piani nella città costiera di Guaruja. Con la firma di Lula la Oas ha ottenuto contratti dalla compagnia petrolifera Petrobras.


Già per salvare Lula dal processo, la ex presidente brasiliana Dilma Rousseff aveva tentato di nominare il suo predecessore ministro della Casa Civil (capo di Gabinetto, durato 1 giorno) e quindi di fargli avere l’immunità, ma poi nello stesso scandalo era rimasta impigliata lei stessa anche perché i dialoghi erano intercettati. L’iniziativa, poi sospesa dal giudice federale Itagiba Catta Preta Neto, era costata alla Rousseff una denuncia per intralcio alla giustizia.


Rousseff poi era stata accusata di aver truccato i conti dello Stato al fine di far vedere in campagna elettorale un andamento dell’economia che non c’era, per cui era stata processata e dimessa dal suo incarico.


Nel settembre 2017 Lula era stato individuato dal pubblico ministero federale Sergio Moro quale numero uno della tangentopoli del paese latinoamericano, “il grande generale che comandò la realizzazione e la pratica dei reati, oltre a coordinarne il funzionamento ed eventualmente deciderne la paralisi”. Precisando che Lula era stato accusato in base a “reati specifici” e non per il suo ruolo presidenziale, Moro aveva affermato che gli esecutivi di Lula erano stati “governi della tangentocrazia”.

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Fonte: https://www.telesurtv.net/

https://www.lantidiplomatico.it/

17/08/2018

 

L'ONU afferma che le autorità brasiliane devono consentire a Lula di partecipare alle elezioni presidenziali

 

La decisione, che include il diritto di Lula di partecipare a eventi e dibattiti mediatici, e di riunirsi con membri del suo Partito dei Lavoratori (PT), arriva nonostante il fatto che l'ex capo di Stato resti imprigionato nella stazione di polizia federale di Curitiba

 

Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha stabilito che lo Stato brasiliano deve "prendere tutte le misure necessarie" per consentire al candidato brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva di esercitare i suoi pieni diritti politici come candidato alle elezioni presidenziali di ottobre.

 

La decisione, che include il diritto di Lula di partecipare a eventi e dibattiti mediatici, e di riunirsi con membri del suo Partito dei Lavoratori (PT), arriva nonostante il fatto che l'ex capo di Stato resti imprigionato nella stazione di polizia federale di Curitiba. Il comitato ONU ha anche affermato che a Lula non dovrebbe essere impedito di partecipare alle elezioni finché tutti i suoi appelli legali non saranno esauriti, secondo quanto detta la Costituzione del Brasile.

 

Lula ha continuato a rimanere in contatto con sostenitori e cittadini attraverso regolari comunicati stampa e lettere. Giovedì ha inviato un messaggio via Twitter dove avverte delle minacce alla sovranità del paese.

 

"Il Brasile deve aprire gli occhi e impedire" al presidente del Senato Michel Temer di "consegnare il missile Alcantara e la base di lancio missilistica agli Stati Uniti d'America", ha affermato.

 

"Una base militare americana nel nostro territorio danneggia la nostra sovranità ed è una minaccia per la nostra posizione di pace e dialogo nel mondo”. L'ex capo di Stato e co-fondatore del Partito dei Lavoratori ha concluso che “non possiamo tornare indietro e diventare una colonia per nessuno".

 

James Mattis, Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ha iniziato il suo primo tour in Sud America domenica scorsa, quando è giunto in Brasile. Dove ha incontrato alti funzionari e leader della difesa per discutere, una serie di questioni, tra cui la partecipazione degli Stati Uniti alla stazione spaziale militare di Alcantara. Ha anche parlato alla ‘Escola Superior de Guerra’, l'università del paese per politica, difesa e strategia.

 

"Vogliamo essere il vostro partner, soprattutto se i problemi incombono", ha detto Mattis agli studenti e agli altri presenti.

 

"Le nostre lingue native possono essere diverse, ma quattro decenni di servizio militare mi hanno persuaso che la professione delle armi ha un linguaggio proprio e un modo per trasformare gli estranei in una famiglia…”

 

Poco dopo aver fatto visita a Lula presso la stazione di polizia federale di Curitiba, l'ex ministro degli Esteri brasiliano, Celso Amorim, ha dichiarato che Lula è indignato per la sottomissione di Temer al Segretario alla Difesa degli Stati Uniti.

 

"I tempi in cui un rappresentante degli Stati Uniti veniva in Brasile per dare ordini erano superati, ma ora stanno tornando, l'ex presidente è indignato per la consegna della nostra sovranità, che minaccia Petrobras e le banche pubbliche", ha spiegato Amorim.

 

L'agenda di Mattis includeva visite alle autorità della difesa in Argentina, Cile e Colombia secondo i dettagli forniti dal Dipartimento della Difesa.

 

I legami tra gli Stati Uniti e i governi del Brasile e dell'Argentina sono migliorati notevolmente dopo il processo di impeachment contro la presidente eletta Dilma Rousseff e la vittoria dell'uomo d'affari Mauricio Macri in Argentina.

 

Da allora, il presidente non eletto del Brasile, Michel Temer, ha invitato gli Stati Uniti a utilizzare il razzo Alcantara, la base di lancio di razzi e a condurre esercitazioni militari congiunte in Amazzonia, mentre l'Argentina di Macri ha raggiunto un accordo con gli Stati Uniti nel 2016, consentendo agli Stati Uniti di costruire tre basi.

 

Nonostante la sua condanna e la detenzione per corruzione, eventi che molti giuristi e osservatori attribuiscono alla ‘lawfare’ (guerra legale) e una campagna mediatica salace, Lula ha superato ogni sondaggio elettorale del 2018 condotti da Vox Populi, Ibope, Datafolha, Data Poder 360, Instituto Parana, la Confederazione Nazionale dei trasporti/MDA e Ipsos.

 

I due mandati in carica di Lula sono stati contrassegnati da una serie di programmi sociali, che hanno sollevato milioni di brasiliani dalla povertà e rimosso il paese dalla mappa delle Nazioni Unite sulla fame nel mondo. Ha lasciato l’incarico con un tasso di approvazione record dell'83% nel 2011, secondo Datafolha.

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