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16/04/2018

   

Lega araba, guerra in Siria, Gerusalemme, furore contro Teheran

 

I leader arabi auspicano la riattivazione del “processo politico” e invitano a elaborare una “strategia” comune. Re Salman contro l’Iran: l’atteggiamento “aggressivo” è una “minaccia” per il mondo arabo. Riyadh stanzia 150 milioni di dollari per la conservazione del patrimonio islamico a Gerusalemme est; critiche alla decisione Usa di trasferire l’ambasciata. 

 

La guerra in Siria, con i recenti raid “punitivi” congiunti di Stati Uniti, Regno Uniti e Francia contro Assad, e lo scontro frontale fra Teheran e Riyadh, le due potenze del Medio oriente, sono i temi che hanno caratterizzato il 29mo summit annuale della Lega Araba. Il vertice si è tenuto ieri a Dhahran, città costiera nel settore orientale dell’Arabia Saudita. I partecipanti hanno rilanciato l’appello alla diplomazia internazionale perché “riattivi il processo politico”, unica via per mettere fine al conflitto siriano.


Nel comunicato finale sottoscritto dai 17 capi di Stato o di governo dei Paesi membri - il Qatar, da mesi al centro di tensioni con Arabia Saudita ed Emirati, era presente a livello di ambasciatore - i dirigenti arabi hanno attaccato la decisione Usa di trasferire l’ambasciata israeliana a Gerusalemme. Riaffermando il “sostegno alla causa palestinese”, seppur con diverse sfumature, i leader hanno sottolineato che Gerusalemme est sarà sempre “capitale della Palestina araba”. 

 

Nel contesto del summit il re saudita Salman ha annunciato una donazione di 150 milioni di dollari per la conservazione del patrimonio islamico a Gerusalemme est. “Voglio ribattezzare questo incontro a Dhahran - ha dichiarato  - come il summit di Gerusalemme, perché il mondo intero sappia che la Palestina e il suo popolo restano al centro delle preoccupazioni dell’Arabia”. 

 

Salman ha riaffermato la “posizione incrollabile” di Riyadh sulla questione palestinese, evidenziando una profonda differenza con il successore Mohammad bin Salman sulla questione. Il 32enne numero due del regno, infatti, ha dichiarato nel recente passato che Israele ha “diritto” a un proprio Stato rafforzando ancor più i legami con Washington e rilanciando il fronte comune contro l’Iran. 

 

Durante l’incontro della Lega araba i partecipanti sono intervenuti a più riprese per condannare quelle che definiscono le “ingerenze” di Teheran (sciita, grande rivale dei sunniti sauditi) nelle questioni che riguardano il mondo arabo e il Medio oriente: dall’Iraq alla Siria, passando per lo Yemen e il Libano: tutti teatri in cui si stanno consumando le più gravi crisi [in alcuni casi vere e proprie guerre per procura] che stravolgono la regione. Secondo re Salman l’atteggiamento “aggressivo” dell’Iran è una “minaccia” per il mondo arabo. 

 

Intervenendo sul conflitto siriano, il segretario della Lega araba l’egiziano Ahmad Abou el-Gheit ha lanciato un appello ai Paesi del mondo arabo, affinché “riprendano l’iniziativa in Siria”. L’obiettivo è “elaborare una strategia” che permetta di “rilanciare la ricerca di una soluzione politica”. 

 

Il prossimo summit della Lega araba - che dal 2011 ha escluso la Siria dai Paesi membri - si terrà in Tunisia nel 2019. 

 

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