https://www.huffingtonpost.it/

03/08/2018

 

Il sindaco di Riace: "Faccio lo sciopero della fame perché il nostro modello di accoglienza rischia di morire"

By Federica Olivo

 

Domenico Lucano: "Se non arrivano i soldi finiranno in mezzo a una strada 165 rifugiati". E accusa la prefettura, che risponde: "L'erogazione dei fondi è competenza del ministero dell'Interno"

 

Lo ha chiamato "digiuno di giustizia" perché, con il suo sciopero della fame, vuole protestare contro "le ingiustizie che da circa due anni stiamo subendo come comunità di accoglienza". Domenico Lucano, sindaco di Riace, - il Comune in provincia di Reggio Calabria dove da anni ha creato un sistema di accoglienza diffusa dei migranti - è al secondo giorno di sciopero della fame. Ha spiegato le motivazioni del suo gesto con un post su Facebook: "Riace è stata esclusa dal saldo Luglio-Dicembre 2017 (circa 650000 euro) e per il 2018 non è compresa tra gli enti beneficiari del finanziamento del primo semestre, nonostante tutte le attività siano state svolte e nessuna comunicazione è pervenuta della chiusura del progetto. È stato quindi accumulato un ingente debito con il personale, con i fornitori e con gli stessi rifugiati", spiega Lucano.

 

Se la situazione non dovesse cambiare, continua il sindaco che nel 2016 è stato inserito dalla rivista americana "Fortune" tra i cinquanta uomini più influenti del mondo, "non solo finirà l'esperienza di Riace, ma saranno messi in strada 165 rifugiati; almeno 50 bambini, circa 80 operatori". Il taglio dei fondi avrebbe ripercussioni non solo sui migranti ma anche sui cittadini di Riace, commercianti in primis che, si legge nel post, "hanno fornito beni, prevalentemente alimentari, da più di un anno non si vedranno pagato il credito accumulato". Quello che è citato da molti come esempio di accoglienza ben riuscita rischia di sparire. Lucano non usa mezzi termini: "L'economia di tutta la comunità, modello mondiale di accoglienza e integrazione, crollerà sotto un cumulo di macerie".

 

Di questa situazione il sindaco accusa il prefetto di Reggio Calabria: "Con vari assurdi pretesti si è rifiutato e ancora si rifiuta di saldare il dovuto". Ma la prefettura - sentita dall'Agi - puntualizza che l'erogazione dei fondi è di diretta competenza del ministero dell'Interno.

 

Solidarietà è stata espressa dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che ha affermato: "Riace non può morire soffocata da logiche burocratiche che di fatto gli tolgono l'ossigeno. Quanto denunciato da Mimmo Lucano è grave". La giunta regionale ha convocato una conferenza stampa d'urgenza per domani, 4 agosto, a Riace.

 

Sulla questione è intervenuto anche Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria: "Il modello Riace non deve morire - ha scritto su Facebook - È un fatto umano, etico, difficile da mettere in rapporto con qualunque burocrazia, qualunque regola del diritto. Fatto umano che fa prevalere su tutto il diritto umanitario, quello espresso nell'articolo uno della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo".

 

top