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martedì 21 agosto 2018

 

La propaganda razzista è di nuovo qui

di Marco Aime

 

Ottant’anni fa l’Italia si macchiava di una delle peggiori colpe della sua seppur breve storia. Nel luglio del 1938 apparve il primo numero della rivista La difesa della razza. Già la copertina lasciava intendere le intenzioni del governo fascista: si vedono il profilo del volto di una statua greca, quello di un uomo dal naso adunco, richiamo allo stereotipo dell’ebreo, e quello di una donna africana. Un gladio cala tagliando via gli ultimi due, per preservare la purezza del primo.

 

All’interno, il manifesto degli scienziati italiani.

  1. Le razze umane esistono.
  2. Esistono grandi e piccole razze.
  3. Il concetto di razza è un concetto puramente biologico.
  4. La popolazione dell’Italia attuale è di origine ariana e la sua civiltà è ariana.
  5. È una leggenda l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici.
  6. Esiste ormai una pura razza italiana.
  7. È tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti.
  8. È necessario fare una distinzione fra i mediterranei d’Europa occidentale da una parte, gli orientali e gli africani dall’altra.
  9. Gli ebrei non appartengono alla razza italiana.
  10. I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non devono essere alterati in nessun modo.

 

Il manifesto è nel migliore dei casi per nulla “scientifico”, nel peggiore ridicolo. Non fosse che tante vittime ha causato. Al punto 4 si afferma che gli italiani sono ariani puri, quindi originari di antiche popolazioni indoeuropee; ma al punto 6, ecco la contraddizione: si sostiene che esiste “una pura razza italiana”, quindi non siamo ariani. Al punto 8 però non siamo neppure più di razza italiana, ma mediterranea occidentale, fuori quindi greci, slavi, albanesi, ma anche i portoghesi che sono atlantici. Al punti 10 diventiamo “europei”: di nuovo dentro quindi greci, slavi, albanesi e anche i portoghesi.

 

Ci sarebbe da ridere, se non sapessimo cosa è accaduto. Il fatto è che la propaganda, sebbene menzognera, incide sull’immaginario delle persone. Hitler lo sapeva bene e mise il fido Goebbels a capo della propaganda. Oggi la mediatizzazione ci avvolge sempre di più e certe idee tornano a farsi sentire. Occorre stare molto attenti. Scrisse Primo Levi: «È accaduto, quindi potrebbe accadere di nuovo…».


 

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giovedì 23 agosto 2018

 

Europa e migranti, una geopolitica fallimentare

di Marco Aime

 

Il caso della nave Aquarius, lo scorso giugno (e quello più recente della nave #Diciotti, ndr), mostra ancora una volta la gravità del problema di esseri umani che fuggono dalla povertà e dalla morte. Il flusso migratorio verso l’Europa è un problema complesso e generalmente si presta a strumentalizzazioni politiche e ideologiche. L’immigrazione è diventata il cavallo di battaglia delle destre europee xenofobe per ottenere consensi elettorali e giungere al potere. I vari Orban, Kurz, Salvini... parlano alla pancia della gente, fomentando sentimenti di paura e insicurezza.

 

Salvini, durante la campagna elettorale per le politiche, aveva promesso, insieme a Berlusconi, di rimpatriare mezzo milione di immigrati irregolari. E appena giunto al potere ha iniziato la sua crociata contro l’immigrazione in nome della sicurezza e della difesa dell’identità culturale e religiosa italiana (in passato difendeva solo quella padana, anche contro i meridionali che definiva «terroni»).

 

Da ministro dell’interno, tenta di attuare ciò che aveva promesso agli elettori. Il primo atto è stato quello di impedire alla nave Aquarius, che aveva a bordo oltre 600 profughi soccorsi nel mar Mediterraneo, di attraccare a un porto italiano. L’eco mediatica di questa vicenda ha accresciuto la sua “popolarità” ben oltre i confini italiani. Oltre al sostegno dei leader delle destre europee, Salvini è riuscito anche a provocare incidenti diplomatici con Malta, Francia e Tunisia.

 

Le accuse rivolte a Malta sono insensate, in quanto questo paese ha, fino ad oggi, rispettato le quote di accoglienza indicate dall'Ue. Ed è il secondo paese che ha accolto, in percentuale rispetto alla popolazione totale, il maggior numero di domande d’asilo, dopo la Svezia. Ma per Salvini i dati reali non contano perché sa che i suoi simpatizzanti sono poco o male informati, e quindi facilmente manipolabili.

 

Quanto alla Francia, la presa di posizione dell’Eliseo è stata a dir poco irriverente nei confronti dell’Italia. E ciò ha provocato un diffuso sentimento di “patriottismo”, molto caro alla destra. E Salvini ha fatto centro!

 

La Francia non ha nulla da insegnare agli altri circa l’accoglienza e i diritti umani. In seno alla Nato, è stata protagonista nel 2011 della demolizione della Libia, oggi la principale rotta di migrazione verso l’Europa (anche l’Italia ha avuto un suo ruolo, se pure in seconda linea). Lo stato francese, quello Italiano e diversi altri stati membri della Nato sono i principali responsabili dei drammi che avvengono nel deserto libico e nel Mediterraneo.

La crisi migratoria in Europa è la conseguenza diretta di una geopolitica neocoloniale di alcuni suoi stati. Per cominciare a risolvere il problema, bisognerebbe prima mettere mano alla questione libica attraverso una conferenza internazionale in Africa, e non a Parigi!

Conferenza da affidare a organismi “neutri” il cui compito dovrebbe essere quello di stabilire una strategia di ricostruzione e di riconciliazione di una Libia sovrana. Paese dove prima della guerra vivevano stabilmente due milioni di lavoratori immigrati africani. Ma le potenze occidentali non accetteranno mai un’iniziativa del genere. Troppi interessi in gioco per chi vuole sempre la botte piena e la moglie ubriaca.

 

 

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