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09/02/2018

 

Papa: ‘esaminare seriamente’ le complicità esistenti nello sfruttamento degli esseri umani

“L’esperienza mostra che tali moderne forme di schiavitù sono ben più diffuse di quanto si possa immaginare, persino – a nostra vergogna e scandalo – all’interno delle più prospere tra le nostre società”, ha detto al “Gruppo Santa Marta”.

 

“Esaminare seriamente le diverse forme di complicità” con le quali le società, anche quelle più ricche, tollerano e incoraggiano lo sfruttamento di persone. E’ l’invito rivolto oggi al “Gruppo Santa Marta”, l’organismo internazionale contro il traffico di esseri umani lanciato nel 2014 da Papa Francesco, presieduto dal card. Vincent Nichols, Arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. All’incontro con Francesco erano presenti anche il card. Charles Bo, S.D.B., arcivescovo di Yangon (Myanmar), il card. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria), Cressida Dick, Commissioner, London Metropolitan Police Service, Nestor Roncaglia, General Commissioner Policía Federal Argentina e Jean Baderschneider, della Global Fund to End Modern Slavery.

 

“E’ mia speranza – ha detto loro il Papa - che queste giornate di riflessione e di scambio di esperienze abbiano portato in più chiara luce l’interazione delle problematiche globali e locali della tratta di persone umane. L’esperienza mostra che tali moderne forme di schiavitù sono ben più diffuse di quanto si possa immaginare, persino – a nostra vergogna e scandalo – all’interno delle più prospere tra le nostre società”.

 

“Il grido di Dio a Caino, che si trova nelle prime pagine della Bibbia – «Dov’è tuo fratello?» – ci provoca ad esaminare seriamente le diverse forme di complicità con cui la società tollera e incoraggia, particolarmente a proposito della tratta a fini sessuali, lo sfruttamento di uomini, donne e bambini vulnerabili (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 211). Le iniziative volte a combattere la tratta di persone umane, nel loro concreto obiettivo di smantellare le reti criminali, devono sempre più considerare i più vasti settori correlati, come per esempio l’uso responsabile delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione, per non parlare dello studio delle implicazioni etiche dei modelli di crescita economica che privilegiano il profitto sulle persone”.

 

“Sono fiducioso che le vostre discussioni in questi giorni aiuteranno anche a incrementare la consapevolezza della crescente necessità di aiutare le vittime di questi crimini, accompagnandole in un cammino di reintegrazione nella società e di ristabilimento della loro dignità umana. La Chiesa è grata per ogni sforzo fatto per portare il balsamo della misericordia divina a coloro che soffrono, perché questo rappresenta anche un passo essenziale per il risanamento e il rinnovamento della società nel suo insieme”.

 

 

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