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10/07/2018

 

Rinascita o inizio della fine: a Bruxelles e a Helsinki Trump deciderà il futuro della Nato

By Umberto De Giovannangeli

 

Il presidente Usa chiederà ai partner di portare la spesa militare dei paesi Ue e del Canada al 2% del Pil prima del 2024

 

Più sancire un "nuovo inizio", può scandire l'"inizio della fine". La fine dell'Alleanza atlantica. Sancita nei fatti, anche se non formalizzata. Fatti che potrebbero dipanarsi in due tempi e in due capitali diverse del Vecchio continente: prima a Bruxelles, successivamente ad Helsinki. In ambedue i momenti, uno dei protagonisti assoluti sarà Donald Trump. Nel vertice Nato, che si apre domani nella capitale belga, e nell'attesissimo faccia a faccia, lunedì prossimo in Finlandia, tra The Donald e il suo omologo russo. Vladimir Putin. La vigilia del summit bruxellese è segnata da una crescente tensione tra il presidente Usa e i non amati alleati europei. Trump chiederà ai partner di portare la spesa militare interna al 2% del Pil prima del 2024, ovvero la scadenza promessa dai membri della Nato nel 2014.

Secondo le ultime statistiche della Nato, la spesa militare dei Paesi membri europei e del Canada è aumentata in questi ultimi anni: dell'1,8% nel 2015, del 3,3% nel 2016, del 4,3% nel 2017. Ciò detto, l'organizzazione militare ha stabilito che ciascun paese membro dovrebbe spendere nel settore della difesa almeno il 2% del proprio prodotto interno lordo. L'Italia spende l'1,13% del Pil. Gli Stati Uniti oltre il 3,5%. Tre Paesi europei spendono meno dell'1,0%: la Spagna, il Belgio e il Lussemburgo. Gli europei spiegano a ragione che maggiore sicurezza si traduce anche in aiuti allo sviluppo, per esempio in Africa. Stati Uniti a parte, il traguardo del 2% - come ha ricordato recentemente il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg - è stato finora tagliato solo da cinque Paesi (Grecia, Regno Unito, Estonia, Romania e Polonia) a cui si dovrebbero aggiungere quest'anno la Lituania e la Lettonia. L'Italia e altri 20 Paesi sono ancora lontani dall'obiettivo. Il premier italiano Giuseppe Conte, che ha in calendario una missione a Washington entro breve, ha però invitato a tenere in considerazione, nel conto della spesa, quanto – e non è poco – il nostro Paese investe nelle missioni all'estero. Quello delle spese militari, cavallo di battaglia di Trump fin dalla sua campagna elettorale, è senza dubbio il tema più scottante sul tavolo del summit chiamato anche a dare una nuova prospettiva al ruolo dell'Alleanza. Una riunione a cui i leader degli altri grandi Paesi arrivano avendo ancora in mente il voltafaccia improvviso del tycoon americano al G7 canadese. quindi prevedibile che ci sarà un'azione congiunta per cercare di evitare che a Bruxelles si ripeta una scena simile. Ma secondo le previsioni della vigilia, il risultato di questo sforzo, che sarà condotto in primo luogo dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla cancelliera Angela Merkel, è tutt'altro che scontato.

"Gli Stati Uniti stanno spendendo molto più a favore della Nato di qualsiasi altro paese membro – ha scritto su Twitter lunedì Trump –. Non è giusto, non è accettabile. Anche se questi Paesi hanno aumentato i loro contributi, devono fare di più". Qualche giorno prima in una riunione politica aveva detto: "Lo dirò alla Nato: dovrete iniziare a pagare i conti. Gli Stati Uniti non si occuperanno di tutto, tanto più che ci stanno massacrando sul fronte commerciale". Twitter e lettere: ambedue "esplosivi". Le accuse di Trump, come riporta il New York Times, sono contenute in una serie di lettere inviate nel corso dell'ultimo mese ai leader di alcuni Paesi, tra cui Angela merkel. In quest'ultima missiva il presidente americano è stato severissimo con la Germania. L'ha accusata di "minare la sicurezza dell'alleanza atlantica" e di rappresentare un cattivo esempio, spingendo altri alleati a non rispettare i propri impegni per quel che riguarda le spese militari. "È sempre più difficile - scrive il tycoon alla cancelliera - giustificare agli americani il perché alcuni Paesi non condividono il peso della sicurezza nella Nato, mentre i soldati americani continuano a sacrificare le loro vite all'estero o a tornare a casa gravemente feriti". Nelle sue dichiarazioni, il presidente Usa ha lasciato anche intendere che al vertice di Bruxelles potrebbe annunciare una riduzione dell'impegno americano in Europa (attualmente gli Stati Uniti mantengono una forza permanente di 32 mila soldati in Germania. E infatti il suo segretario alla Difesa, James Mattis, nelle ultime settimane ha iniziato un duro lavoro sotterraneo per rassicurare i suoi omologhi. Questa mattina Nato e Unione Europea hanno firmato un nuovo accordo di collaborazione. E il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk non ha perso occasione per avvertire Trump: "Gli Usa non hanno nessun miglior alleato dell'Ue e Trump che da un po' di tempo ormai critica la Ue quasi quotidianamente lo deve ricordare domani al vertice Nato ma soprattutto quando incontrerà il presidente russo Putin a Helsinki". Altri due temi che caratterizzeranno la due giorni bruxellese saranno, l'Iran e i rapporti con la Federazione Russa, con i componenti più russofobici dell'Alleanza, tra cui la Polonia e i Paesi Baltici, che premeranno per un maggiore presidio, sotto forma di investimenti in sicurezza, in funzione anti- russa. Sarà un passaggio chiave anche per l'Italia, con il governo gialloverde che dovrà "decidere da che parte stare": se da quella dei russi, in virtù della vicinanza più volte espressa dal vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini e confermata nel contratto di governo nel passaggio sulla cancellazione delle sanzioni comminate a Mosca dopo la crisi in Ucraina; o se confermare la "linea classica", vicina agli interessi statunitensi. Per Angela Merkel il summit della Nato dovrebbe focalizzarsi proprio sulla minaccia rappresentata dalla Russia "Le sfide per la Nato sono cambiate drasticamente negli ultimi anni", avverte la cancelliera tedesca in una dichiarazione video pubblicata sabato, sottolineando che dopo l'annessione della penisola di Crimea e le sue attività militari nell'Ucraina orientale, è importante "concentrarsi maggiormente sulla difesa dell'Alleanza." Il rischio è che Trump, dopo l'incontro con Putin, possa intraprendere azioni non coordinate con la Nato "Certo, vogliamo avere una relazione responsabile con la Russia", afferma Merkel nella dichiarazione, aggiungendo "questa è la ragione per cui continueremo ad avere colloqui nel Consiglio Nato-Russia". Se le questioni riguardanti il budget vedono per lo più contrapporsi i due blocchi Usa-Ue, sulle priorità strategiche ogni gruppo di paesi, all'interno della stessa Europa, tira acqua al proprio mulino. Gli Stati dell'Est Europa (Baltici e Polonia in particolare), allarmati sempre di più dal comportamento del vicino russo, vogliono mantenere alta l'attenzione su questo fianco. Questi vedono nel puntellamento del fianco sud, attraverso l'operazione Sea Guardian, una distrazione dal vero fronte potenzialmente caldo, quello orientale. Inoltre la creazione e lo sviluppo di una strategia autonoma di difesa europea, fortemente sostenuta da Parigi, si tradurrebbe nella fine della protezione americana, con grande preoccupazione delle cancellerie dell'Europa orientale. Questo lento processo di spostamento delle priorità militari segnala quindi l'inizio dell'abbandono delle logiche della Guerra fredda, quintessenza dell'organizzazione. Se da un lato i Baltici vengono in qualche modo tranquillizzati attraverso il rinforzamento dei quattro battaglioni di stanza nella regione, dall'altro Bruxelles punta più su un approccio prettamente diplomatico con il gigante russo, se non addirittura di dialogo, come cercato da sempre, per esempio, dai governi italiani. Con la speranza di Roma di riaprire perfino la scottante questione delle sanzioni. Ma a Bruxelles non si preannuncia "solo" un braccio di ferro Usa-Ue, ma anche uno geopolitico Est-Sud (Europa). L'Italia chiederà al vertice Nato di Bruxelles un "maggiore impegno verso il fianco sud" dell'Alleanza quindi verso il Mediterraneo, e si aspetta in tal senso un potenziamento dell'hub di Napoli. Ad annunciarlo, alla vigilia del summit, è il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, in comunicazioni sulle linee programmatiche del suo dicastero alle commissioni congiunte Affari esteri ed emigrazione di Camera e Senato. "Chiederemo con forza al vertice della Nato un riequilibrio dell'impegno dell'Alleanza atlantica verso il fianco Sud della medesima: questo vuol dire Mediterraneo", rimarca il capo della diplomazia italiana. "Dobbiamo avere un eguale impegno dell'Alleanza atlantica verso Est e verso Sud", ha aggiunto il titolare della Farnesina, sottolineando come la Nato non sia estranea anche alla questione di flussi migratori. "Ci sono molti elementi che portano a ritenere che in questi battelli che portano migranti verso il nostro continente ci siano anche dei combattenti di ritorno e minacce terroristiche", annota Moavero Milanesi. "In questo quadro dovrebbe esser confermato il rafforzamento del cosiddetto hub Nato di Napoli per il comando del fianco Sud, con l'aggiunta di tutti i vari elementi legati al potenziamento della rete informativa e della valutazione delle minacce, anche con un impegno maggior di personale e di mezzi", ha aggiunto il capo della diplomazia italiana. Su questo fronte, confidano all'HuffPost fonti diplomatiche a Bruxelles, è in discussione un rafforzamento del partenariato Nato con Tunisia e Giordania e forse l'avvio di cooperazioni con la Libia, per consolidare le forze armate dei Paesi mediterranei in funzione di anti-terrorismo, controllo del territorio e dei confini.

Il forte contributo dell'Italia alle missioni internazionali consente di "bilanciare" il minor contributo finanziario alle spese militari dell'Alleanza, puntualizza ancora Moavero Milanesi. Il ministro ha aggiunto di aver chiesto a Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, di poter conteggiare nel 2 % del Pil chiesto dagli Stati Uniti come contributo degli alleati alla spesa per la Nato la quota nazionale che andrò al bilancio dell'Unione europea per gli stanziamenti della difesa. Sul fronte europeo Moavero ha spiegato di non riuscire a vedere alternative "rispetto a un'attiva partecipazione dell'Italia nel processo di integrazione europea. Vedo male l'isolazionismo e i tentativi di puro ostacolo". "Cerchiamo piuttosto di farci portatori di proposte, anche eterodosse", per migliorare il meccanismo europeo, ha aggiunto. Anche perché "si sa bene cosa si lascia, si sa meno bene cosa si trova e lo dimostra anche a quanto sta succedendo in Gran Bretagna". I sovranisti di casa nostra sono avvisati.

 

 

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