Fonte: South Front

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Mar 21, 2018

 

La flotta USA nel Mediterraneo assume la predisposizione d’attacco

Commento di George Ades

Traduzione di Sergei Leonov

 

Questa è la situazione nel Mediterraneo orientale, al momento, con entrambe le flotte, quella della Russia e quella della NATO che hanno assunto posizioni di battaglia in vista delle minacce lanciate da Washington, secondo cui le forze USA sarebbero “pronte a colpire Damasco e il palazzo presidenziale, a prescindere dalla presenza di Personale russo “e con Mosca che risponde che la Russia si riserva di colpire le posizioni da cui partono i missili.

 

Sembra che io abbia un posto in prima fila per tutto ciò che potrebbe venire fuori da quelle minacce, considerando che il cagnolino americano numero 1, il Regno Unito, ha basi militari sulla nostra isola (Cipro) e che risulta improbabile che vengano ignorate se la “roba marrone” colpisce il ventilatore.

 

Una rapida scansione sui continenti ha rivelato che gli Stati Uniti hanno un coinvolgimento politico molto attivo in tutte le zone del mondo. Molti paesi sono costituiti da stati vassalli degli Stati Uniti, cagnolini, membri dello strumento militare americano NATO, paesi che sono stati “modificati dal regime” degli Stati Uniti, occupati dagli Stati Uniti, gestiti dagli Stati Uniti dalle loro emanazioni, paesi “balcanizzati” dagli Stati Uniti, invasi e distrutti dagli Stati Uniti, minacciati dagli Stati Uniti o sanzionati dagli Stati Uniti.

 

C’erano alcune isole minori e insignificanti da qualche parte nel Pacifico per cui gli Stati Uniti non hanno mostrato molto interesse, ma non ne so abbastanza per scrivere su di loro e in ogni caso, molti non ne avrebbero mai sentito parlare prima.

 

Per quanto riguarda la Russia, ne scrivo perché sembra essere rimasto l’unico paese che offre un barlume di speranza come contrappeso e ostacolo al mondo unipolare che gli Stati Uniti vogliono per il loro dominio totale.

 

Provocazioni con armi chimiche da parte dei miliziani jihadisti

Nel frattempo in Siria ci sono stati tre tentativi da parte dei miliziani jihadisti di usare armi chimiche e questi sono stati evitati la scorsa settimana, ha riferito il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu il 20 marzo.

 

“Nonostante i tentativi dei miliziani di interrompere le iniziative di pace nella Ghouta orientale, stiamo negoziando con i leader dei gruppi armati per fermare la lotta e prevenire un disastro umanitario”, ha detto Shoigu aggiungendo che un’operazione umanitaria nell’area è in corso.

 

Il ministro della Difesa ha anche richiamato l’attenzione sull’aumentata attività della coalizione guidata dagli Stati Uniti e sui tentativi da parte dei miliziani di mettere in scena provocazioni.

 

Lo stesso giorno, la famigerata organizzazione dei PR militanti, i White Helmets, ha affermato che 59 civili sono stati uccisi in attacchi aerei siriani nelle aree militanti di Harasta e Douma a Ghouta orientale. Secondo l’organizzazione, almeno 150 civili sono stati uccisi a Ghouta orientale negli ultimi cinque giorni.

 

Nel mese scorso, i White Helmets hanno ripetutamente affermato che le forze governative hanno condotto attacchi chimici sull’area detenuta dai miliziani. Tuttavia, nessuna prova affidabile è stata fornita per confermare queste affermazioni.

Secondo le forze armate russe, circa 20.000 civili hanno lasciato la parte sotto controllo dei miliziani dell’East Ghouta il 20 marzo. In totale, dall’introduzione della pausa umanitaria quotidiana, sono state evacuate fino a 80.000 persone.

Sono state ritrovate 40 tonnellate di sostanze chimiche nel territorio che era sotto il controllo dei terroristi e liberato dall’Esercito siriano.

 

Armi chimiche

Le forze governative stavano conducendo un lento accumulo a est del fiume Eufrate, vicino all’area dove erano schierate le truppe Usa, il colonnello dell’esercito americano Ryan Dillon, portavoce della coalizione guidata dagli Stati Uniti, lo ha riferito alla CNN il 20 marzo. Ha affermato che la coalizione sta tenendo d’occhio lo sviluppo ed è pronta a difendersi.

 

Nelle scorse settimane, i principali media hanno rilasciato diverse indicazioni sul fatto che le forze del governo siriano, assistite da presunti volontari militari russi legati alla Russia, si stanno preparando ad attaccare le posizioni delle forze della coalizione a guida Usa.

Questi rapporti fanno eco alla campagna di pubbliche relazioni degli Stati Uniti nel febbraio 2018, quando MSM sosteneva che “centinaia” di presunti volontari militari legati alla Russia erano stati uccisi nei bombardamenti degli Stati Uniti sulle posizioni delle forze governative nella provincia di Deir Ezzor. Da allora, MSM ha alimentato metodicamente voci su un possibile confronto aperto nella valle dell’Eufrate.

 

Precedenti:

vedi anche: Far uscire la Russia dal Mediterraneo

 

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