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5 dicembre 2018

 

Dalla Sicilia alla Val Susa la terra non si abusa! – Potere al Popolo!

 

SABATO 8 DICEMBRE ORE 13.30 RITROVO IN PIAZZA STATUTO

 

Dopo 30 anni di lotta, il movimento NO TAV scende di nuovo in piazza per riaffermare la propria presenza e opposizione all’opera. In una giornata che vedrà altre importanti mobilitazioni in tutta Italia contro un modello di sviluppo fondato sulla distruzione dell’ambiente, sulla guerra e sullo sfruttamento, l’8 dicembre anche Potere al Popolo! sarà in piazza a Torino a fianco del Movimento No Tav

Durante questa lotta pluridecennale il Movimento NO TAV ha guadagnato la piena e incondizionata legittimità di dissenso e di resistenza civile, in quanto, da sempre, ha dimostrato la propria natura antifascista e democratica, tipica dei movimenti popolari radicati sul territorio.

La consistente quantità di materiale tecnico-scientifico prodotto, a sostegno delle ragioni di coloro che sono contrari alla realizzazione della linea Torino-Lione, non sembra essere esauriente per chi ancora farnetica di improbabili previsioni di aumento del traffico di merci tra Italia e Francia, né per il Governo “giallo-verde”, ancora in attesa di un’analisi costi-benefici che non potrà che confermare l’inutilità dell’opera, per quanto la componente “gialla” dello stesso esecutivo si sia sempre dichiarata contraria alla sua realizzazione.

La macchina della propaganda messa in piedi contro il Movimento NOTAV ha mietuto decine di fogli di via, denunce e diffide, fino a condanne penali verso coloro che sono unicamente responsabili di aver difeso un territorio, tutto questo mentre le mafie degli appalti operavano serenamente in perfetta simbiosi con una parte del potere politico che si dimostrava colluso e associato.

La manifestazione dell’8 dicembre cadrà inoltre in un momento politico particolare. La piazza che il 10 novembre si è palesata per Torino a sostegno del TAV si è caratterizzata per la presenza di soggetti solo apparentemente eterogenei, ma in realtà compatti nel difendere interessi materiali e una idea di società incompatibile con la nostra: Pd, Forza Italia, Lega, Cgil Cisl Uil, Fratelli d’Italia e Forza Nuova. Un vero e proprio blocco di classe compatto, rispetto al quale è ora importante marcare una rottura radicale, costruendo una grande mobilitazione di segno opposto.

La lotta contro una grande opera inutile e dannosa è oggi ancora più cruciale, dopo che il crollo del Ponte Morandi a Genova e le decine di vittime del maltempo in tutta Italia testimoniano per l’ennesima volta l’insostenibilità di un sistema fondato sul predominio della speculazione e del profitto privato, ai danni dell’interesse collettivo, della cura del territorio, dei diritti sociali, del welfare.

Opporsi al TAV significa per noi ribadire la necessità e l’urgenza di un cambiamento di sistema, di parlare di controllo popolare delle imprese strategiche, di consegnare al Paese un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio, di redistribuzione della ricchezza, di ricerca e sviluppo delle politiche energetiche sostenibili, di rottura con tutti quegli schemi economici imposti da trattati europei e transnazionali che gravano sulle libertà e i diritti dei popoli, passando dalle grandi opere inutili alle OPERE che vanno nell’interesse di tutti: casa, lavoro, scuola, sanità, istruzione pubbliche

Una lotta che ha assunto una matrice ambientale marcata, attiva nel portare avanti la diffusione di quel modello di sviluppo sociale capace di contrastare e superare quello capitalistico.

È tempo di ribaltare la logica che ammette il libero spostamento delle merci tra Stati ma che impone la chiusura delle frontiere ai migranti.

Una lotta contro i meccanismi che spesso vedono le infiltrazioni mafiose e ‘ndranghetiste negli appalti, nelle opere pubbliche e nelle scelte di orientamento dei progetti che riguardano le comunità.

Questa è una lotta internazionalista, che unisce storie e persone provenienti da luoghi diversi, che mette insieme resistenze apparentemente lontane, ma unite contro sfruttatori, guerrafondai e grandi capitalisti.

Noi continueremo a sostenere e a partecipare in quei contesti che vedranno coinvolti coloro che vogliono affermare l’inalienabile diritto alla lotta per il Bene Comune.

Per tutto questo noi saremo presenti alla marcia dell’8 dicembre a Torino, a fianco del Movimento NOTAV a gridare a gran voce ancora una volte che

Dalla Sicilia alla Val Susa la terra non si abusa! – Potere al Popolo!Dopo 30 anni di lotta, il movimento NO TAV scende di nuovo in piazza per riaffermare la propria presenza e opposizione all’opera. In una giornata che vedrà altre importanti mobilitazioni in tutta Italia contro un modello di sviluppo fondato sulla distruzione dell’ambiente, sulla guerra e sullo sfruttamento, l’8 dicembre anche Potere al Popolo! sarà in piazza a Torino a fianco del Movimento No Tav

Durante questa lotta pluridecennale il Movimento NO TAV ha guadagnato la piena e incondizionata legittimità di dissenso e di resistenza civile, in quanto, da sempre, ha dimostrato la propria natura antifascista e democratica, tipica dei movimenti popolari radicati sul territorio.

La consistente quantità di materiale tecnico-scientifico prodotto, a sostegno delle ragioni di coloro che sono contrari alla realizzazione della linea Torino-Lione, non sembra essere esauriente per chi ancora farnetica di improbabili previsioni di aumento del traffico di merci tra Italia e Francia, né per il Governo “giallo-verde”, ancora in attesa di un’analisi costi-benefici che non potrà che confermare l’inutilità dell’opera, per quanto la componente “gialla” dello stesso esecutivo si sia sempre dichiarata contraria alla sua realizzazione.

La macchina della propaganda messa in piedi contro il Movimento NOTAV ha mietuto decine di fogli di via, denunce e diffide, fino a condanne penali verso coloro che sono unicamente responsabili di aver difeso un territorio, tutto questo mentre le mafie degli appalti operavano serenamente in perfetta simbiosi con una parte del potere politico che si dimostrava colluso e associato.

La manifestazione dell’8 dicembre cadrà inoltre in un momento politico particolare. La piazza che il 10 novembre si è palesata per Torino a sostegno del TAV si è caratterizzata per la presenza di soggetti solo apparentemente eterogenei, ma in realtà compatti nel difendere interessi materiali e una idea di società incompatibile con la nostra: Pd, Forza Italia, Lega, Cgil Cisl Uil, Fratelli d’Italia e Forza Nuova. Un vero e proprio blocco di classe compatto, rispetto al quale è ora importante marcare una rottura radicale, costruendo una grande mobilitazione di segno opposto.

La lotta contro una grande opera inutile e dannosa è oggi ancora più cruciale, dopo che il crollo del Ponte Morandi a Genova e le decine di vittime del maltempo in tutta Italia testimoniano per l’ennesima volta l’insostenibilità di un sistema fondato sul predominio della speculazione e del profitto privato, ai danni dell’interesse collettivo, della cura del territorio, dei diritti sociali, del welfare.

Opporsi al TAV significa per noi ribadire la necessità e l’urgenza di un cambiamento di sistema, di parlare di controllo popolare delle imprese strategiche, di consegnare al Paese un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio, di redistribuzione della ricchezza, di ricerca e sviluppo delle politiche energetiche sostenibili, di rottura con tutti quegli schemi economici imposti da trattati europei e transnazionali che gravano sulle libertà e i diritti dei popoli, passando dalle grandi opere inutili alle OPERE che vanno nell’interesse di tutti: casa, lavoro, scuola, sanità, istruzione pubbliche

Una lotta che ha assunto una matrice ambientale marcata, attiva nel portare avanti la diffusione di quel modello di sviluppo sociale capace di contrastare e superare quello capitalistico.

È tempo di ribaltare la logica che ammette il libero spostamento delle merci tra Stati ma che impone la chiusura delle frontiere ai migranti.

Una lotta contro i meccanismi che spesso vedono le infiltrazioni mafiose e ‘ndranghetiste negli appalti, nelle opere pubbliche e nelle scelte di orientamento dei progetti che riguardano le comunità.

Questa è una lotta internazionalista, che unisce storie e persone provenienti da luoghi diversi, che mette insieme resistenze apparentemente lontane, ma unite contro sfruttatori, guerrafondai e grandi capitalisti.

Noi continueremo a sostenere e a partecipare in quei contesti che vedranno coinvolti coloro che vogliono affermare l’inalienabile diritto alla lotta per il Bene Comune.

Per tutto questo noi saremo presenti alla marcia dell’8 dicembre a Torino, a fianco del Movimento NOTAV a gridare a gran voce ancora una volte che

Dalla Sicilia alla Val Susa la terra non si abusa! – Potere al Popolo!
ORE 13.30

Dopo 30 anni di lotta, il movimento NO TAV scende di nuovo in piazza per riaffermare la propria presenza e opposizione all’opera. In una giornata che vedrà altre importanti mobilitazioni in tutta Italia contro un modello di sviluppo fondato sulla distruzione dell’ambiente, sulla guerra e sullo sfruttamento, l’8 dicembre anche Potere al Popolo! sarà in piazza a Torino a fianco del Movimento No Tav

Durante questa lotta pluridecennale il Movimento NO TAV ha guadagnato la piena e incondizionata legittimità di dissenso e di resistenza civile, in quanto, da sempre, ha dimostrato la propria natura antifascista e democratica, tipica dei movimenti popolari radicati sul territorio.

La consistente quantità di materiale tecnico-scientifico prodotto, a sostegno delle ragioni di coloro che sono contrari alla realizzazione della linea Torino-Lione, non sembra essere esauriente per chi ancora farnetica di improbabili previsioni di aumento del traffico di merci tra Italia e Francia, né per il Governo “giallo-verde”, ancora in attesa di un’analisi costi-benefici che non potrà che confermare l’inutilità dell’opera, per quanto la componente “gialla” dello stesso esecutivo si sia sempre dichiarata contraria alla sua realizzazione.

La macchina della propaganda messa in piedi contro il Movimento NOTAV ha mietuto decine di fogli di via, denunce e diffide, fino a condanne penali verso coloro che sono unicamente responsabili di aver difeso un territorio, tutto questo mentre le mafie degli appalti operavano serenamente in perfetta simbiosi con una parte del potere politico che si dimostrava colluso e associato.

La manifestazione dell’8 dicembre cadrà inoltre in un momento politico particolare. La piazza che il 10 novembre si è palesata per Torino a sostegno del TAV si è caratterizzata per la presenza di soggetti solo apparentemente eterogenei, ma in realtà compatti nel difendere interessi materiali e una idea di società incompatibile con la nostra: Pd, Forza Italia, Lega, Cgil Cisl Uil, Fratelli d’Italia e Forza Nuova. Un vero e proprio blocco di classe compatto, rispetto al quale è ora importante marcare una rottura radicale, costruendo una grande mobilitazione di segno opposto.

La lotta contro una grande opera inutile e dannosa è oggi ancora più cruciale, dopo che il crollo del Ponte Morandi a Genova e le decine di vittime del maltempo in tutta Italia testimoniano per l’ennesima volta l’insostenibilità di un sistema fondato sul predominio della speculazione e del profitto privato, ai danni dell’interesse collettivo, della cura del territorio, dei diritti sociali, del welfare.

Opporsi al TAV significa per noi ribadire la necessità e l’urgenza di un cambiamento di sistema, di parlare di controllo popolare delle imprese strategiche, di consegnare al Paese un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio, di redistribuzione della ricchezza, di ricerca e sviluppo delle politiche energetiche sostenibili, di rottura con tutti quegli schemi economici imposti da trattati europei e transnazionali che gravano sulle libertà e i diritti dei popoli, passando dalle grandi opere inutili alle OPERE che vanno nell’interesse di tutti: casa, lavoro, scuola, sanità, istruzione pubbliche

Una lotta che ha assunto una matrice ambientale marcata, attiva nel portare avanti la diffusione di quel modello di sviluppo sociale capace di contrastare e superare quello capitalistico.

È tempo di ribaltare la logica che ammette il libero spostamento delle merci tra Stati ma che impone la chiusura delle frontiere ai migranti.

Una lotta contro i meccanismi che spesso vedono le infiltrazioni mafiose e ‘ndranghetiste negli appalti, nelle opere pubbliche e nelle scelte di orientamento dei progetti che riguardano le comunità.

Questa è una lotta internazionalista, che unisce storie e persone provenienti da luoghi diversi, che mette insieme resistenze apparentemente lontane, ma unite contro sfruttatori, guerrafondai e grandi capitalisti.

Noi continueremo a sostenere e a partecipare in quei contesti che vedranno coinvolti coloro che vogliono affermare l’inalienabile diritto alla lotta per il Bene Comune.

Per tutto questo noi saremo presenti alla marcia dell’8 dicembre a Torino, a fianco del Movimento NOTAV a gridare a gran voce ancora una volte che

 

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