il Manifesto

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27 ott 2018

 

Sei palestinesi uccisi nei Territori occupati

di Chiara Cruciati  

 

Israele spara su quasi 20mila manifestanti e poi parla di mezzi di dispersione. Le vittime tutti giovani tra i 22 e i 27 anni. E mentre Netanyahu vola, a sorpresa, in Oman, un palestinese veniva ucciso in Cisgiordania

 

Roma, 27 ottobre 2018, Nena News –

 

È di cinque uccisi e oltre 200 feriti il bilancio delle vittime del fuoco israeliano lungo le linee di demarcazione tra Gaza e Israele. La Marcia del Ritorno, iniziata il 30 marzo scorso, non accenna a fermarsi, spinta dalle condizioni – ogni giorno più invivibili – in cui versa la Striscia.

Anche stavolta le vittime sono giovanissime: Khalid Mahmoud Abed al-Nabi, 27 anni; Ahmad Saeed Abu Lebdeh, 22; Nassar Abu Taim, 22; Ayesh Shaath, 23; Jaber Abu Hamisa, 25. Tre di loro sono stati colpiti a Khan Younis, estremo sud della Striscia; il quarto a Jabaliya, a nord. E l’ultimo ad al-Burej, nel centro di Gaza. Perché gli accampamenti del ritorno sono ovunque, lungo tutto il «confine» con Israele.

Il bilancio degli uccisi negli ultimi sette mesi sale così a 217, 22.897 i feriti secondo l’Onu: uno stillicidio, un’offensiva a bassa intensità che ha effetti disastrosi sul sistema sanitario e sulla tenuta sociale dell’enclave palestinese sotto assedio da oltre 11 anni. L’esercito israeliano, anche ieri, ha detto di aver risposto ai quasi 20mila manifestanti con «mezzi di dispersione». Quelli che organizzazioni internazionali e Onu chiamano uso sproporzionato della forza.

Nelle stesse ore nel villaggio di al al-Mazra’a al-Gharbiyya, in Cisgiordania, l’esercito reprimeva nel sangue una protesta contro il muro: otto feriti e un ucciso, Othman Ahmad Ladadweh, di 33 anni, ex prigioniero politico.

Intanto il premier israeliano Netanyahu tornava da una visita a sorpresa in Oman (paese con cui ufficialmente Israele non ha rapporti) accompagnato dal capo del Mossad Cohen. Altro esempio lampante dei buoni rapporti che intercorrono – ormai alla luce del sole – tra lo Stato ebraico e i paesi del Golfo. Tel Aviv pare mandare un messaggio, alla luce del caso Khashoggi: Israele non guarda solo a Riyadh. Nena News

 

PIC -  WAFA - Infopal - 26 ott 2018 - Venerdì sera, un palestinese è morto per le ferite subite qualche ora prima, quando le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio di Mazra’a al-Gharbiya, vicino a Ramallah, in Cisgiordania. Il ministero della Sanità ha dichiarato che Othman Ahmad Ladadweh, 33 anni, padre di due figli, è morto per le ferite dopo essere stato colpito da proiettili letali sparati dalle forze israeliane. Altri otto palestinesi sono stati feriti, due dei quali gravemente, durante la violenta repressione di manifestanti che stavano protestando contro le attività coloniali israeliane. Le forze di occupazione hanno anche attaccato i giornalisti con gas lacrimogeni, vietando loro di coprire gli eventi in corso.

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