Fonte: RT

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18/09/2018

 

"Prenderemo misure che tutti noteranno": L'annuncio di Putin dopo l'abbattimento del II-20 in Siria

 

Il presidente russo pur sostenendo che si è trattato di "una catena di circostanze tragiche", annuncia che nuove misure saranno adottate dalla Russia per proteggere i suoi militari in Siria.


Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato
 che l'abbattimento dell'aereo Il-20 in Siria sembra essere il risultato di una "catena di circostanze tragiche" e ha offerto le sue condoglianze alle famiglie dei defunti.
 
"Quando le persone muoiono, è sempre una tragedia per il paese e per i loro cari", ha spiegato il leader russo a Mosca durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro ungherese Viktor Orbán.
 
Putin ha chiesto di non confrontare la tragedia di Il-20 in Siria con l'abbattimento dell'aereo militare russo Su-24 da parte della Turchia nel 2015.
 
"L'aereo turco ha deliberatamente abbattuto il nostro, qui, piuttosto, sembra una catena di circostanze tragiche, perché l'aereo israeliano non ha abbattuto il nostro aereo", ha aggiunto Putin. "Passi che tutti noteranno"
 
In ogni caso, il presidente ha sottolineato la necessità di chiarire le circostanze dell'incidente, ricordando che la posizione della Russia in merito è stata espressa dal Ministero della Difesa e concordata con lui.
 
Per quanto riguarda la risposta della Russia all'abbattimento del suo aereo, Putin ha annunciato che sarà diretta, prima di tutto, a garantire la sicurezza delle forze armate e delle strutture russe in Siria, il che si tradurrà in "passi che tutti noteranno".

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18/09/2018

 

Cosa permette a Israele di entrare nel conflitto siriano senza che si levino voci di condanna e richieste di sanzioni?

di Patrizia Cecconi

Gravissima provocazione verso i cieli siriani. Da oggi siamo tutti un po' più a rischio

Ieri sera, lunedì 17 settembre, con una trappola chiara anche ai bambini, Israele ha fatto abbattere un aereo russo dalla contraerea siriana, esattamente quella fornita dalla stessa Russia all’esercito di Assad.


L’abbattimento è avvenuto grazie ad un intreccio di informazioni radar conseguenti al bombardamento di Latakia da parte di quattro  F-16 israeliani provenienti dal Mediterraneo i quali hanno usato l’IL-20 russo come copertura, facendone target per la difesa siriana.

Mosca accusa Israele, poiché sapeva della presenza dell’aereo russo con funzione di rilevazione dati. Israele provocatoriamente risponde che non ha giustificazioni da dare agli stranieri. Mosca minaccia ritorsioni.

A questo punto è d'obbligo chiedersi : Primo, cosa permette a Israele di entrare nel conflitto siriano senza che si levino voci di condanna e richieste di sanzioni da parte delle istituzioni internazionali e sovranazionali. Secondo, e più importante, qual è il motivo per cui Israele ha provocato la Russia facendone abbattere un aereo che, peraltro, aveva solo funzione di rilevazione dati. 

Guardando indietro nel tempo e mettendo in fila ogni scelta israeliana da quando ancora lo Stato ebraico era in embrione, vediamo che politici e strateghi israeliani mai nulla hanno lasciato al caso e che un disegno, sconosciuto fino al giorno del suo compimento, è sempre stato dietro ogni loro azione.

 

Allora ci si chiede se Israele voleva dare un avvertimento alla Russia affinché ridimensionasse il suo intervento accanto a Bassar Al Assad, o se ha provocato la Russia affinché scenda in uno scontro diretto che vada oltre la martoriata Siria. O, ancora,  se possa esserci altro motivo che al momento resta da analizzare in modo approfondito prima di lanciarsi in ipotesi intuitive ma non documentate.

Resta il fatto che in questo momento siamo tutti meno sicuri e che Israele, nel suo cinismo assoluto, non solo può permettersi di assassinare quotidianamente i palestinesi e far assassinare in giro per il mondo ingegneri e scienziati che vede come suoi nemici, ma può - sentendosi impunibile - sfidare una delle massime potenze mondiali rischiando di precipitare il mondo in una catastrofe ancora peggiore di quella vissuta dai siriani o dagli yemeniti, solo per fermarci a due casi tra i tanti. 

Minuto per minuto la situazione può cambiare, a noi resta solo la possibilità di monitorarla e darne conto sapendo che la nostra informazione, sebbene parziale e con pochi megafoni atti a diffonderla è comunque informazione libera al contrario di quella dei valletti mediatici che seguiranno le veline fornitegli dai loro "datori di lavoro" .
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