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Ago 29, 2018

 

Lampi di guerra sul Mediterraneo

di  Luciano Lago

 

Quello che sta accadendo nel Mediterraneo con l’accumulo di forze navali da parte degli USA e dei loro alleati (Francia e Regno Unito) da una parte e della Russia dall’altra parte, con reciproche minacce e tensione fortissima in vista di un prossimo ennesimo attacco USA contro la martoriata Siria, sembra sia qualche cosa di lontanisimo dall’Italia, come se fossero avvenimenti che si stiano verificando in Alaska o in Indonesia.

 

Si ricava questa sensazione nel vedere le zero notizie su questi importanti avvenimenti che si verificano alle porte di casa nostra ma che non trovano alcuno spazio nei media italici , che al contrario danno molta importanza a qualsiasi “scoreggia” di Roberto Saviano o al lancio di uova contro qualche immigrato africano che diventa un caso mediatico di melodramma nazionale a sprezzo di ogni ridicolo.

 

Eppure gli avvenimenti nel “Mare Nostrum“, che sembra divenuto il “mare loro,” dove si sfidano le grandi potenze e si determinano i nuovi equilibri mondiali, ci riguardano per le loro possibili conseguenze, quando non abbiamo finito di subire gli effetti della guerre di devastazione prodotte dagli interventi di USA e NATO in Libia ed in Iraq, in Siria, che un’altro conflitto si profila all’orizzonte, sempre nel tormentato Medio Oriente.

 

L’esperienza sembra non abbia insegnato nulla a meno che non consideriamo questo come un silenzio voluto dalle centrali che manipolano l’informazione (e la disinformazione) dei grandi media per non dare le notizie reali su quanto accade nel Mediterraneo, distraendo il pubblico con altre questioni marginali.

 

Riepiloghiamo: gli USA, attraverso l’addetto alla sicurezza dell’Amministrazione Trump, John Bolton (un super falco neocon), hanno proclamato la loro determinazione a intervenire direttamente con una operazione di bombardamenti contro il governo di Damasco, se si verificherà un attacco con le armi chimiche nel corso dell’offensiva che le forze siriane stanno attuando per liberare l’ultima sacca dei terroristi su Idlib (nord della Siria).

 

Conoscendo bene il modo di fare di Washington e con le informazioni captate dai servizi di intelligence russi, sembra certo che gli stessi USA e il Regno Unito stiano inviando il solito gruppo di “specialisti” in provocazioni (i White Elmets) per inscenare una provocazione con armi chimiche, mediante bidoni di cloro già trasportati sul posto, in modo da costruire la solita “sceneggiata” o “false flag” (come già avvenuto in Aprile) per avere il pretesto di accusare il regime di Assad e intevenire militarmente con un grosso attacco di bombardamenti missilistici.

Vedi: I servizi d’intelligence russi fanno conoscere quando e dove gli USA metteranno n scena l’attacco chimico

 

Questo si verifica ogni qualvolta le forze siriane stiano vincendo sul terreno, visto che gli USA, i loro alleati e l’Arabia Saudita sono notoriamente schierati dalla parte dei gruppi di jihadisti che combattono per rovesciare il regime di Assad. Devono quindi proteggere le “loro truppe mercenarie”.

 

Questa volta però i russi hanno avvisato di essere determinati ad appoggiare l’offensiva delle forze siriane fino in fondo e sono pronti a reagire contro una possibile aggressione degli USA e dei loro alleati. A questo scopo la Russia ha inviato la più possente flotta nel Mediterraneo dai tempi della Guerra Fredda allo scopo di costituire una diga contro l’aggressione della coalizione USA. Le navi lanciamissili ed i sottomarini, circa 13 umnità navali fortemente armate, oltre alle forze aeree russe sulle basi in Siria, non pronte a entrare in azione in caso di attacco statunitense.

 

Da parte sua sembra che il presidente Trump abbia disperatamente bisogno di una guerra in Siria ed in Iran per distrarre la sua opinione pubblica dagli scandali in cui si trova invischiato. Un classico nella storia di ricorrere alle guerre per salvarsi da un eventuale messa in stato d’accusa (“impeachment”).

 

Il tutto si svolge nel Mediterraneo con possibiltà di uno scontro epocale che coinvolgerebbe anche altri paesi della regione, con conseguenze catastrofiche che riguarderebbero anche l’Europa e in particolare l’Italia che ha messo, come sempre, i suoi porti e le sue basi a disposizione delle forze USA, da Napoli a Sigonella, passando per Gioia del Colle, Trapani ed Aviano.

 

Sembra però che, al momento, la cosa non interessi nessuno e non sia degna di notizia da parte dei grandi giornaloni della penisola e tanto meno le TV che sono in tutt’altre faccende impegnate.

 

Qualora malauguratamente il conflitto debba deflagrare, con gli inevitabili nuovi massacri e “danni collaterali”, saranno lesti i media italiani a dare tutte le colpe ad Assad ed a Putin, trascurando il fatto che da settimane le agenzie russe, siriane, libanesi ed iraniane stanno avvisando di quanto accade ed in particolare della trappola che i servizi di intelligence britannici e statunitensi stanno preparando preventivamente per mettere sotto accusa il governo di Damasco e la Russia che lo sostiene.

 

Non è molto diversa la situazione in Europa, con l’eccezione di qualche media come il tedesco Die Welt che ha fornito informazioni su quanto sta accadendo.

 

Il Italia, paese mediterraneo, zero informazioni su quante accade nel Mediterraneo, salvo poi trasmettere al momento opportuno le informazioni di propaganda dettate dai report di AP, Reuters, CNN, BBC, ABC News, ecc.. dettati dal Pentagono e che verranno ripresi e rimbalzeranno sulle nostre Tv e giornaloni, come sempre accaduto.

 

Questo è il livello della disinformazione in Italia.

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