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martedì 4 settembre 2018 

 

Ripartono i raid russi su Idlib.
Trump: Assad eviti un nuovo massacro

L'assalto a Idlib, ultima roccaforte ribelle, potrebbe essere l'atto finale della guerra ma anche uno dei più cruenti

 

Jet russi hanno cominciato a bombardare, assieme a velivoli militari governativi siriani, obiettivi nella regione di Idlib, al confine con la Turchia e ultima roccaforte anti-regime nella Siria nord-occidentale. 

Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), espressione dei ribelli, oltre 43 raid russi e governativi hanno colpito 24 località del triangolo Idlib-al-Ghab-Latakia, uccidendo nove civili, tra cui bambini, e causando molti feriti gravi. Cinque attacchi sono stati registrati nella città di Jisr al-Shughour, nel Rif di Idlib, dove i caccia russi hanno ripreso i bombardamenti dopo 22 giorni di tregua.

Nella notte il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, su Twitter aveva lanciato un monito al regime e ai suoi alleati: «Il presidente Bashar al Assad non dovrebbe attaccare sconsideratamente la provincia di Idlibin Siria. E russi e iraniani farebbero un grave errore umanitario nel prendere parte a questa possibile tragedia umana. Centinaia di migliaia di persone potrebbero essere uccise. Non facciamo che questo accada!».


http://it.euronews.com/

03/09/2018

 

Si teme nuova crisi umanitaria in Siria

di Paolo Alberto Valenti  

 

Bashar al-Assad, l'uomo forte di Damasco, grazie al potente alleato Vladimir Putin, potrà ristabilire lo status quo precedente al marzo 2011, quando lo scontro divenne autentica guerra per procura fra le grandi potenze.

 

Dopo Aleppo, la Ghouta orientale e Douma, il governo siriano punta a nord per strappare ai ribelli la regione di Idlib. Scacchiera o labirinto la torta siriana ha allettato molti commensali in un banchetto finito tutto a scapito delle popolazioni civili sterminate oppure costrette alla fuga.

 

Dall'imminente offensiva governativa sono escluse solo alcune zone curde nel nord e il settore centro meridionale (e orientale), perlo più zone desertiche dove sono scappati i miliziani del califfato.

 

Assad è quindi riuscito a smarcarsi da una situazione di crisi che all'inizio del confliftto lo dava praticamente per spacciato visto che Washington aveva reclamato a gran voce la sua testa.

 

Ma la situazione a Idlib com'è? Il nord ovest della Siria, è l'ultima asponda per i siriani sfollati e i ribelli costretti a lasciare i territori ripresi da Damasco. Nella regione si ammassano gli oppositori di Bashar al Assad timorosi di ritorsioni. L' ultima roccaforte della ribellione contro Assad attende in una calma apparente lo scontro finale ma c'è chi si preoccupa dell'ulteriore emergenza sanitaria che potrebbe esplodere per le oltre 3 milioni di persone di stanza nell'area.

 

Il Papa lo ha detto all'Angelus del 2 settembre.

Il mondo cattolico è in allerta: all'agenzia AsiaNews il nunzio apostolico a Damasco, card. Mario Zenari, sostiene che la situazione tiene col fiato sospeso. La speranza è che qualcosa si muova per evitare il peggio.

https://www.lettera43.it/

04 settembre 2018

 

La Siria dà il via ai raid nella regione di Idlib 

 

L'operazione è in preparazione all'offensiva di terra contro l'ultima roccaforte anti-regime. La Turchia invia rinforzi militari. 

 

Sono cominciati i raid aerei governativi sulla regione siriana di Idlibal confine con la Turchia come preparazione all'offensiva di terra, annunciata da settimane, contro l'ultima roccaforte anti-regime nella Siria occidentale. Lo riferiscono media siriani e fonti locali, affermando che gli attacchi aerei per il momento si concentrano nell'area di Jisr ash Shughur, a ovest del capoluogo di Idlib, non lontano dal confine con la Turchia. Raid sporadici sono in corso anche tra Hama e Idlib. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) ha riferito che ad atturare i raid sarebbero stati sia jet russi che quelli del regime.

 

I RINFORZI INVIATI DALLA TURCHIA

Nelle ultime ore la Turchia ha inviato nell'area al confine con la Siria rinforzi militari. Appare quindi sempre più vicina la minaccia di un'offensiva su vasta scala di Damasco con il sostegno russo e iraniano. Almeno 8 camion che trasportavano tank M60 e altri mezzi d'artiglieria sono giunti nella notte tra il 3 e il 4 settembre nel distretto di Elbeyli della provincia frontaliera di Kilis, per essere poi trasferiti alle truppe di Ankara già presenti a Idlib con 12 postazioni di monitoraggio stabilite nei mesi scorsi nell'ambito del processo di Astana con Mosca e Teheran. L'obiettivo turco, spiegano fonti militari citate da Hurriyet, è anche quello di controllare eventuali movimenti di profughi in fuga verso i confini.

 

ATTESA PER IL TRILATERALE MOSCA-ANKARA-TEHERAN

La situazione a Idlib sarà una questione prioritaria al trilaterale Mosca-Ankara-Teheran previsto per il prossimo 7 settembre nella capitale iraniana. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, sottolineando che «i terroristi» a Idlib «si sono radicati» e ora, oltre a «destabilizzare» la Siria e «compromettere» il processo di pace, rappresentano «una minaccia» per le basi russe in Siria. «Le forze armate siriane si stanno preparando a risolvere questa situazione», ha aggiunto Peskov citato da Interfax.

 

L'APPELLO VIA TWITTER DI TRUMP

Il presidente Usa Donald Trump su Twitter aveva lancia un monito al regime di Assad e un appello a non provocare una nuova tragedia umanitaria in Siria. «Il presidente Bashar al Assad», ha scritto il tycoon, «non dovrebbe attaccare sconsideratamente la provincia di Idlib in Siria. E russi e iraniani farebbero un grave errore umanitario nel prendere parte a questa possibile tragedia umana. Centinaia di migliaia di persone potrebbero essere uccise. Non facciamo che questo accada!».

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