Fonti: Al Masdar News

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Gen 20, 2018

 

Le forze USA nel Nord della Siria sotto il fuoco dei reparti turchi

Traduzione e nota di Luciano Lago

 

BEIRUT, LIBANO (11:45)

Le fonti ufficiali riportano che le truppe americane operanti nella zona della città siriana di Manbij vengono “regolarmente” attaccate dai reparti affiliati all’Esercito turco, e che “occasionalmente” rispondono al fuoco.

Il personale militare degli Stati Uniti, che opera nella provincia di Aleppo del nord vicino alla città di Manbij, è stato preso di mira con frequenza dai gruppi miliziani guidati dalla Turchia e, a volte, rispondono al fuoco, secondo i rapporti della CNN che cita fonti ufficiali americane.

 

La CNN ha informato, riferendosi a fonti ufficiali statunitensi, che le unità di combattimento americane che effettuano pattuglie lungo la linea di contatto tra gruppi ribelli sostenuti dalla Turchia e forze della Coalizione USA nelle campagne a nord della città di Manbij, vengono “regolarmente” colpite dai militanti filo Ankara e ‘occasionalmente’ rispondono al fuoco contro tali formazioni.

 

I rapporti della CNN si sono diffusi per ricordare che le truppe statunitensi continuano a condurre pattuglie “aperte” nell’area intorno a Manbij e che l’ultimo incontro armato con i ribelli guidati dalla Turchia è avvenuto nell’ultima settimana.

Oltre alla sua dichiarata minaccia, molto pubblicizzata, di invadere la regione curda di Afrin nel nord della Siria che si trova sotto il controllo dei curdi del YPG, il governo turco ha anche costantemente confermato di essere pronto ad intraprendere un’analoga incursione nell’area di Manbij al fine di rimuovere dalla città i terroristi legati al PKK.

L’Esercito turco ha iniziato già da due giorni a bombardare le posizioni delle milizie curdo-arabe appoggiate dagli USA con un intenso fuoco di artiglieria pesante.

 

Il bombardamento ha colpito anche l’area dove sono presenti campi profughi ed ha fatto alcune vittime e feriti fra la popolazione civile inclusi alcuni bambini, coome riferito dall’agenzia Sputnik News.

 

Il comando militare dell’Esercito turco ha giustificato le sue operazioni come “proprio diritto all’autodifesa” in risposta agli attacchi provenienti da questa regione da parte delle milizie curde.

 

Nel frattempo le autorità di Damasco hanno respinto le giustificazioni turche all’intervento ed hanno qualificato questo una aggressione contro il proprio territorio.

Il ministro della Difesa turco ha confermato che è in corso l’offensiva dell’esercito turco contro le posizioni dei miliziani curdi sulla zona di Afrin, iniziata con il bombardamento delle posizioni.

 

Non è chiaro se il Governo di Ankara abbia riservatamente chiesto al comando USA di ritirare le proprie forze dalla zona per evitare di farle coinvolgere nei combattimenti, come alcune voci informate sostengono.

 

La tensione fra la Turchia e gli USA risulta molto forte, visto che Washington ha provveduto ad armare ed a addestrare queste forze con il pretesto di combattere l’ISIS, salvo poi, una volta sgomberata la zona dall’ISIS, dichiarare che gli USA stavano preparando una forza di frontiera di un nuovo stato curdo (come dichairato dal segretario di Stato Rex Tillerson). Queste dichiarazioni hanno fatto infuriare il presidente turco Erdogan. Tillerson ha cercato di rettificare poco dopo.

 

Nota: Nessuno ormai nella regione presta fede alle dichiarazioni contradditorie dell’Amministrazione USA. Tutti hanno compreso che il vero obiettivo della presenza USA è ben diverso da quello dichiarato di combattere l’ISIS.

 

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