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05 mar 2018

 

Migliaia di civili in fuga da Ghouta

 

Le truppe di Damasco avanzano sul terreno, le opposizioni si ritirano verso il centro del sobborgo. Almeno duemila persone sono fuggite, oggi entra un primo convoglio di aiuti dell’Onu

 

Roma, 5 marzo 2018, Nena News –

 

Ad una settimana dall’entrata in vigore – o meglio, dall’annuncio di entrata in vigore, perché si è continuato a combattere – della pausa umanitaria ordinata dal presidente russo Putin a Ghouta est, l’esercito governativo sta avanzando via terra. Le truppe del presidente Assad avrebbero ripreso circa il 30% del sobborgo di Damasco, casa (e dal 2013 prigione) per 400mila civili.

 

Secondo fonti governative ma anche di opposizione, sarebbero penetrati di almeno tre chilometri si troverebbero a poca distanza da Douma, la principale città del sobborgo, dopo aver ripreso numerosi villaggi alla periferia. Ripresi i distretti di Al-Nashabiyeh e Otaya, a est della capitale. Le opposizioni sono state costrette a ritirarsi all’interno del sobborgo e riorganizzarsi, fortificando le posizioni rimaste dentro la Ghouta orientale.

 

Con l’avanzata dell’esercito e una campagna aerea intensificata nelle ultime due settimane (che, secondo le opposizioni, avrebbero oltre 620 persone), i primi civili stanno fuggendo dalla Ghouta orientale. La scorsa settimana solo quattro persone erano riuscite a percorrere i corridoi umanitari predisposti da Mosca e Damasco, nella parte nord del sobborgo, due anziani pakistani e due bambini. Per il resto autobus governativi e ambulanze della Mezzaluna rossa sono rimasti vuoti: nessun civile si è fatto vedere, secondo la Russia a causa dei missili lanciati dalle opposizioni islamiste sulle vie di fuga.

Ma nelle ultime 24-36 ore sono migliaia i civili in fuga. Secondo l’agenzia russa Interfax, sono state le opposizioni islamiste – 20mila uomini tra i salafiti di Jaysh al-Islam e Ahrar al-Sham, i qaedisti dell’ex al-Nusra e unità islamiste dell’Esercito Libero Siriano – a lasciarli andare in cambio di aiuti umanitari. Un vero e proprio scambio che, descritto in tali termini, confermerebbe la versione governativa di civili ostaggio dei gruppi anti-Assad.

A riportarne la fuga è il corrispondente dell’Afp che parla di centinaia e centinaia di civili usciti dalla città sud-orientale di Beit Sawa, un numero che l’Osservatorio Siriano per i diritti umani (ong basata a Londra e dal 2011 parte del fronte di opposizione a Damasco) fa salire a 2mila civili scappati dalla Ghouta.

 

Allo stesso tempo il generale russo Zolotukhin, a capo delle truppe russe a Damasco, ha accusato le opposizioni di requisire il poco cibo che entra e di “perquisire le case dei civili per confiscare cibo e pass per i corridoi umanitari”. Sono circa 100mila i pass, i permessi di uscita, già consegnati ai residenti della Ghouta orientale.

 

Gli sviluppi bellici fanno muovere anche le Nazioni Unite: ieri in un comunicato pubblico, l’Onu ha annunciato il prossimo piano di consegna degli aiuti, 46 camion che dovrebbero entrare oggi con cibo e medicinali per 27.500 persone. Il convoglio sarà guidato da Ali al-Za’atri, il coordinatore umanitario Onu in Siria che aggiunge: dopo gli aiuti di oggi, ne consegneremo altri l’8 marzo.

 

Viste le forze in campo e le attuali vittorie governative, gli analisti si attendono la ripresa di Ghouta da parte di Damasco. Quanto tempo richiederà non è dato sapere, la speranza è di evitare il bagno di sangue – già in corso – che caratterizzò la battaglia per Aleppo e che devastò il tessuto sociale, economico, culturale della città portando via migliaia di vite. Nena News

 

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