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March 10, 2018

 

Comune di Empoli ha approvato l’Ordine del giorno di condanna dei bombardamenti della Turchia contro
la città di Afrin

 

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Il CSA Intifada/Comunità in Resistenza e i Cobas empolese-valdelsa esprimo no piena soddisfazione per il voto unanime espresso ieri sera dal Consiglio comunale di Empoli a favore dell’ordine del giorno di condanna ai bombardamenti dell’ esercito turco contro l’enclave di Afrin presentato dalla consigliera Samuela Marconcini del gruppo consiliare Fabrica comune per la sinistra.

Crediamo che la netta presa di posizione di condanna nei confronti della Turchia da parte del Consiglio comunale di Empoli (uno dei primi in Italia a condannare l’escalation della Turchia) possa rappresentare un esempio importante per gli altri comuni del circondario e di quelli italiani.
Al fianco dell’ eroica resistenza del popolo curdo sosteniamo l’ esperienza del confederalismo democratico della Rojava Stop ai bombardamenti su Afrin.

Il CSA Intifada/Comunità in Resistenza

Cobas empolese valdelsa

di seguito l’ordine del giorno approvato

Empoli, 31 gennaio 2018

Al presidente del consiglio comunale di Empoli

Alla Sindaca

Oggetto: Ordine del giorno di condanna dei bombardamenti della Turchia contro la città di Afrin

 

PREMESSO CHE

il 30 marzo 2015 il consiglio comunale di Empoli approvò l’ordine del giorno presentato dalla sindaca Brenda Barnini avente ad oggetto “Patti
di Amicizia con Municipalità Kurde dell’Autonomia Democratica del Rojava, Municipalità di Kobane-Siria e Suruç-Turchia”;

il 6 maggio del 2015 si svolse in comune un incontro tra il vicesindaco Mori e Orhan ?ansal,
co-sindaco della Municipalità curda di Suruç, cittadina al confine turco-siriano, Faruk Tatli, coordinatore Dell’unità di crisi per Kobane (Municipalità di Suruç) e Alican Yildiz, presidente dell’associazione Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus, con l’intento di dar vita a un reciproco scambio di esperienze socio-culturali che favoriscano la diffusione di una cultura di rispetto
e di pace per l’autodeterminazione dei popoli;

 

CONSIDERANDO CHE

nel 2014, a seguito dell’avanzata del fondamentalismo islamico, lo Stato Islamico (ISIS) è arrivato ad occupare circa un terzo dell’intero territorio siriano, tra cui il cosiddetto kurdistan siriano ed i governatorati di Raqqa e Deir el-Zor;

nel 2015 la sconfitta nella battaglia della città curda di Kobane ha permesso l’arresto dell’avanzata dell Isis;

le unità di difesa popolare degli YPG e YPJ, inquadrate nell’alleanza curdo-araba (SDF) sostenuta dagli Stati Uniti e parte integrante nella coalizione internazionale anti-terrorismo islamico, sono state fondamentali nella resistenza al terrore dello Stato Islamico, contribuendo alla liberazione dal Califfato delle città di Aleppo, Raqqa e dell’interno nord della Siria;

a seguito della sconfitta dell Isis, ad Afrin e negli altri cantoni della regione del Rojava convivono oggi pacificamente curdi, arabi e cristiani in un innovativo e moderno sistema di democrazia partecipata, paritaria e di uguaglianza tra i sessi;

le SDF curdo-arabe non hanno mai minacciato né attaccato i confini turchi;

 

PRESO ATTO CHE

lo scorso 20 gennaio la Turchia con l’offensiva militare beffardamente denominata Ramoscello D’ulivo, ha violato la sovranità territoriale siriana, attaccando senza alcuna motivazione e giustificazione il cantone curdo di Afrin nel nord ovest della Siria;

già nell’estate 2016 la Turchia aveva lanciato nel nord della Siria l’operazione militare denominata Scudo sull Eufrate, con la scusa di combattere Daesh, ma con il preciso obiettivo di dividere i territori del Rojava curdo;

l’offensiva militare turca, effettuata mediante attacchi di terra e raid aerei, ha già causato decine di vittime anche tra la popolazione civile, non risparmiando neppure il campo profughi di Rubar, ospitante oltre 20.000 rifugiati provenienti dal resto della Siria;

il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato di voler estendere l’offensiva militare a tutto il territorio abitato dai curdi nel nord della Siria;

l’aggressione militare della Turchia rappresenta
un vero e proprio crimine contro l’umanità e si
sta compiendo nel pressoché totale silenzio della Comunità Internazionale, mentre è a rischio l’incolumità e la sicurezza di decine di migliaia di civili e di rifugiati;

questa aggressione militare va ad aggiungersi alle distruzioni delle città curde in Turchia, al massacro di centinaia di civili, alla destituzione e all’arresto di numerosi altri Sindaci ed eletti locali in atto a partire dal 2015;

 

SI IMPEGNA LA GIUNTA

ad esprimere solidarietà alla confederazione democratica del Rojava che rischia di essere cancellata dall’esercito turco;

a presentare formale protesta all’ambasciatore turco Murat Salim Esenli per l’aggressione ingiustificata contro il cantone curdosiriano di Afrin;

a chiedere al Governo Italiano di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune con particolare riferimento all’Unione Europea, al Consiglio di Europa e alla Nato la ferma condanna di quanto avvenuto e l’attivazione di tutti gli atti politici necessari per tutelare la popolazione del Rojava e il rispetto delle libertà democratiche.

 

Per il gruppo consiliare

Fabrica Comune per la Sinistra

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March 10, 2018

 

Provincia Autonoma di Bolzano: Fermiamo l’avanzata militare turca verso Afrin

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MOZIONE Nr. 880/18 Solidarietà con la regione autonoma Rojava/Siria del nord -Fermiamo l’avanzata militare turca verso Afrin.

 

Il 20 gennaio 2017 la Turchia ha lanciato un’offensiva aerea e di terra contro il cantone di Afrin che è parte della regione autonoma Rojava/Siria del Nord. Nel frattempo sono stati colpiti il centro di Afrin, numerosi villaggi e il campo profughi di Rubar, causando centinaia di vittime civili, e i carri armati turchi sono entrati nel territorio di Afrin, dove da sud stanno anche arrivando milizie jihadiste. Scarica la Mozione in PDF.

Il presidente turco Erdogan ha dichiarato che l’attacco verrà esteso ad altre parti della regione Rojava/Siria del nord.

 

Questa offensiva militare equivale a un attacco contro uno Stato confinante, per cui la Turchia, che ha aderito alla NATO, ha violato il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario.

 

Questo Paese, che è anche membro del Consiglio d’Europa, si rende così colpevole di crimini e di atti di persecuzione nei confronti della popolazione curda, di altre etnie e di coloro che si sono rifugiati nei campi profughi in Siria.

 

Afrin era una delle regioni più stabili e più sicure nella Siria sconvolta dalla Guerra civile. La città di Afrin ha accolto un numero di profughi pari a quello dei suoi abitanti. L’ONU e la comunità internazionale devono assumersi la loro responsabilità nei confronti di questi profughi e proteggere Afrin dagli attacchi di Paesi stranieri.

 

Afrin non ha mai rappresentato e non rappresenta una minaccia per la Turchia, né ha svolto operazioni militari sul suo territorio. I leader politici del Rojava hanno sempre ribadito di volersi limitare alla difesa della propria regione autonoma nella Siria del nord

Il 17 gennaio 2018 in Rojava/Siria del nord si sono svolte, per la prima volta dall’inizio della guerra civile in Siria nel 2011, delle elezioni comunali libere e democratiche. Quella regione ha realizzato un modello di democrazia di base all’insegna del pluralismo, una comunità autonoma, in cui si rispettano i diritti delle minoranze etniche e religiose e si rispetta la parità dei generi.

 

Il Rojava/Siria del nord ha annunciato la sua intenzione di essere una parte della Siria democratica e federale del dopoguerra.

Sebbene a caro prezzo, le YPG (unità di difesa del popolo) e le SDF (forze democratiche siriane) sono sinora riuscite non solo a resistere all’ISIS, ma persino a liberare tutta la parte nordorientale della Siria.

 

Gli attacchi turchi contro Afrin e contro il Rojava/ Siria del nord favoriscono l’ISIS e altre milizie jihadiste siriane. Finiranno per indebolire YPG e SDF e agevolare l’avanzata dei miliziani islamisti.

 

La Russia, che su incarico del regime di Assad controlla lo spazio aereo siriano, consente alla Turchia di utilizzarlo nella zona di Afrin per attacchi e bombardamenti. Fino ad ora gli Stati Uniti e l’UE sono rimasti a guardare.

 

Le Nazioni Unite e la comunità internazionale devono impegnarsi affinché la popolazione curda della Siria del nord e le altre etnie non debbano subire gli attacchi turchi senza alcuna difesa. Le forze militari turche sono un esercito di occupazione che viola il diritto internazionale.

 

La provincia di Bolzano si è mostrata solidale nei confronti delle forze di autodifesa popolare dei curdi e di altre etnie nel Rojava/Siria del nord. Con la mozione n. 663/16 “Solidarietà e sostegno alla popolazione e alle esperienze democratiche nel territorio di Rojava”, approvata in Consiglio provinciale nella seduta del 15 settembre 2016, si evidenzia il diritto alla libertà, alla sicurezza e all’autonomia dei curdi e di altre etnie della regione del Rojava. Nella mozione s’impegna la Giunta “ad adoperarsi per sviluppare iniziative di sostegno volte alla promozione e salvaguardia delle esperienze democratiche e autonomiste nel territorio di Rojava dentro la prospettiva di un Paese libero, democratico, pluriculturale e pluriconfessionale”.

 

In quest’ottica la prima condizione sono l’incolumità delle persone e la pace nella regione. La gente di Afrin ha bisogno del nostro sostegno e della nostra solidarietà.

 

Tutto ciò considerato, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano invita la Giunta provinciale a intervenire assieme ad altre Regioni autonome italiane presso il Governo per sollecitare l’UE e la NATO, della quale fa parte anche la Turchia, ad agire nei confronti della Turchia;

 

“a chiedere ai parlamentari altoatesini di sollecitare il ministro degli esteri e il Governo a usare tutti i mezzi politici disponibili e ad agire a tutti i livelli per proteggere la regione di Afrin”;

 

“ad avviare nuove misure di sostegno umanitario per quest’area siriana minacciata.

Pervenuta alla segreteria generale del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano in data 9/2/2018, n. prot. 700/CS/pa”

 

Scarica la Mozione N.880/18 di Provincia Bolzano per Afrin

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