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14/04/2018

 

Usa, Gran Bretagna, Francia ‘puniscono’ Damasco per le armi chimiche

 

Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno lanciato stanotte una serie di bombardamenti aerei contro il regime del presidente siriano Bashar Assad come punizione per aver usato armi chimiche a Douma una settimana fa, cosa che i siriani negano.

 

Joe Dunford, Capo di stato maggiore Usa, ha dichiarato che le forze occidentali hanno colpito tre siti legati a programmi per la produzione di armi chimiche: uno vicino a Damasco e gli altri due vicino ad Homs, nel centro della Siria. Egli ha anche precisato che i missili e le bombe hanno evitato di colpire le forze russe, presenti nel Paese, e che Mosca non era stata avvertita in anticipo sugli obbiettivi, come invece aveva chiesto la Russia il giorno prima.

 

Fino ad ora non è chiaro il numero di missili lanciati dalle forze alleate. Si parla di un centinaio. L’agenzia statale siriana Sana afferma che la difesa aerea ha fermato almeno 13 missili. Non si segnalano vittime. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, basato a Londra, comunica che sono stati colpiti centri di ricerca scientifica, diverse basi militari, sedi della guardia repubblicana a Damasco e dintorni.

 

Nelle scorse ore, il presidente Usa Donald Trump, il segretario alla Difesa John Mattis, la premier britannica Theresa May, il ministro francese alla Difesa, la signora Florence Parly hanno tutti dichiarato che l’attacco mirava a distruggere le capacità di Damasco a produrre armi chimiche e a dare un esempio alla comunità internazionale a non fare uso di questi strumenti di morte.

 

L’attacco è avvenuto proprio poche ore prima dell’arrivo a Douma di un gruppo di esperti dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Essi hanno il compito di verificare in loco se vi è stato un attacco chimico o no.

 

 

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