Fonte: Pierluigi Fagan

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16/07/2019

 

La nascita del mondo nuovo

di Pierluigi Fagan

 

Sebbene noi si sia dentro il fenomeno e quindi collocati a contatto con sue singoli parti e piccole frazioni di tempo e quindi non se ne veda l’intero, molti sono convinti noi si sia capitati in un passaggio epocale, quello che ci porterà ad un mondo nuovo.
Il motivo di tale convinzione è molto semplice. Stante che il pianeta è sempre quello, dentro questo contenitore anelastico, siamo di colpo balzati da, 1,5 mld di un secolo fa, ai 7,7 mld di oggi, ai 10 circa del prossimo 2050. Se a casa vostra che immaginiamo abitata dai canonici genitori con due figli per 4 persone di famiglia, vi trovaste di colpo in 20 (che è l’esatta proporzione della popolazione mondiale tra 1900 ed oggi), le cose cambierebbero, no? Non solo sareste quattro volte di più, ma non sareste più neanche una “famiglia” poiché non avreste legami ed origini comuni.
La faccenda è come ben si evince “epocale” ed avrà enormi ed ancora impensate cascate di effetti che si dovrebbero prevedere, analizzare e giudicare da molteplici punti di vista.
Uno di questi punti di vista mette a quadro l’ordine mondiale ovvero la stabilità con piccole o medie oscillazioni delle relazioni tra soggetti politici che poi sono stati, ma in molti casi anche culture o vere e proprie -diverse- forme di civilizzazione. Alcune tra le più massive di queste forme, saranno un “polo” e siccome saranno molteplici, si dice che il nuovo ordine sarà “multipolare”. Si tratta quindi del frame geopolitico, al cui interno, alcune di queste forme di civilizzazione hanno un certo interesse attivo per questa novità, mentre altre ne hanno un interesse preoccupato.
Le forme di civilizzazione che hanno più entusiasmo per l’avvento del mondo nuovo sono quella russa che oggi si definisce euroasiatica, quella cinese o sinica e quella indiana. Ma non è escluso si possa inserire nell’elenco anche l’Africa che è una forma di civilizzazione ma non uno stato. L’Europa anche non è uno stato ed in più non è chiaro cosa pensi del nuovo stato del mondo. L'Europa è multipolare al suo interno da sempre, sebbene abbia più volte tentato di ridursi "ad Unum" (senza successo, per altro). I più preoccupati invece sono gli Stati Uniti d’America che perderanno il loro sogno di diventare il vertice della piramide mondo (si potrebbe dire che al Nuovo Mondo non piace il Mondo Nuovo). Nessuna piramide può organizzare 7,5 – 10 mld di persone, questo non è un fatto ideologico, è un semplice fatto di geometria della quantità.
A. Dugin è tra i pensatori contemporanei più attivi sull’argomento. I russi vedono grande opportunità in questo nuovo pluralismo obbligato, per loro sono solo opportunità. Ecco quindi link ad una breve descrizione di un incontro svoltosi a Pechino il 2 luglio. Ogni singola slide della presentazione di Dugin dovrebbe esser discussa: definizione di civilizzazione, loro numero, analisi comparata (discussione del metodo comparativo usato), analisi dei poli attuali e potenziali, loro punti di forza e debolezza (secondo qual parametri? perché “quei” parametri e non altri?), quali e quanti “principi” per guidare l’analisi e molto altro.
L’ultima chart (che non è quella che accompagna il post), invoca l’apertura di un confronto su una possibilmente comune forma di filosofia della multipolarità, qualcosa che non c’è nelle singole tradizioni filosofiche del mondo perché è la prima volta che ci troviamo in questa condizione non regionale, ma planetaria. E’ un bel tema che non possiamo qui affrontare.
Giusto ieri leggevo un intervento dell’antropologo F. Remotti a seguire la pubblicazione del suo “Somiglianze. Una via per la convivenza” (Laterza, 2019). Si riferiva, per lo più, alla convivenza dentro le società occidentali tra indigeni ed affluenti (migranti). Si tratta del tipico problema di “relazione” dove le possibilità principali sono tre: assimilazione (tutte le differenze sono integrate dal maggiore che digerisce e dissolve il minore), emarginazione (il maggiore non integra il minore ma lo pone gerarchicamente alla sua periferia), convivenza (maggiori e minori trovano un comune terreno di coesistenza dinamica).
In linguistica, quest’ultima via porta alla creazione di pidgin. Il pidgin è una proto-lingua fortemente semplificata nella grammatica e nel vocabolario, che nasce dal naturale processo di reciproca comprensione tra parlanti due lingue diverse. Se ha successo, se hanno successo i sottostanti processi di amalgamazione sociale, diventerà una lingua creola, una nuova lingua morfosintatticamente completa. Le lingue sono riflessi di culture e quindi quello che schematicamente vale per loro, vale per le culture stesse, incluse le immagini di mondo o filosofie.
Siamo lunghi e quindi andiamo a chiudere con sintesi estrema. Un decalogo ed un principio potrebbero farci da guida nell’esplorazione della “filosofia” del mondo nuovo multipolare. Il decalogo è la Dichiarazione di Bandung del 1955, nei fatti già di sua natura basata su logica multipolare, il che vale per l’aspetto geopolitico. Il principio, che invece fa da guida filosofica e che era poi l’invisibile ordinatore della Dichiarazione stessa, è la c.d. Regola Aurea, di cui esistono formulazioni attive e passive. Essa compare (in ordine cronologico-storico) in: Pittaco ovvero uno dei Sette Sapienti dell’Antica Grecia (ed altri Greci a seguire), Confucio, Buddha, nel Janismo, Induismo, rabbi Hillel, Gesù Cristo, Muhammad e Kant. Il Parlamento delle religioni mondiali animato dal teologo Hans Kung, l’adottò nel 1993, come “principio per una Dichiarazione dell’etica mondiale”, sottoscritto da 143 rappresentanti di altrettante religioni.
Tale filosofia si basa sulla reciprocità, questa è l’ipotesi fondazionale di uno stato di convivenza planetaria. Molte novità ne discenderebbero …



Ringrazio Juan Carlos De Martin per la segnalazione dell'articolo su Dugin. Decalogo di Bandung: https://en.wikipedia.org/wiki/Bandung_Conference + Regola Aurea: https://it.wikipedia.org/wiki/Etica_mondiale ] Ah! il link promesso: https://www.geopolitica.ru/…/multipolarity-greater-eurasia-…