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4 settembre 2019

 

In Amazzonia. Gli Huni Kuin: vita e fuoco

di Nacho Yuchark e Sergio Ciancaglini

Traduzione di Michele Fazioli

 

Attraverso la regione amazzonica dell’Acre, ripercorrendo le tracce del disastro ecologico e sociale. Il primo fotoreportage dal cuore della foresta bruciata

 

In mezzo al disastro gli Huni Kuin sorridono e invitano a pranzare. Portiamo del pesce. Loro mettono riso, generosità e talento. Fanno parte di un popolo di 11mila persone che vive in Amazzonia, nello stato dell’Acre, a cui si arriva attraverso una strada locale che sembra bombardata. Credono che i fazendeiros [proprietari, conduttori di fazenda, fattoria – ndt] gli hanno bruciato ettari di bosco per obbligarli ad abbandonare il luogo.

La notizia: gli Huni Kuin non se ne andranno.

 

Il bosco, racconta Isaka, è la farmacia viva della comunità. Abbiamo percorso questa farmacia bruciata: suolo nero, ceneri grigie, alberi inceneriti.

Dice: «È triste».

Chiedo a Isaka da cosa dipende il futuro.

Risponde: «Dall’amicizia».

Non si tratta di una teoria politica ma di qualcosa di ancora più grande:

l’esercizio quotidiano di un popolo che, nonostante tutto, sorride e invita a pranzare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Tutti gli scatti sono di Nacho Yuchark

Questo articolo fa parte di una copertura giornalistica cooperativa nella regione amazzonica dell’Acre realizzata da lavaca.org – Rivisita Mu e sostenuta da dinamopress. Sul campo, ci sono il giornalista Sergio Ciancaglini e il fotoreporter Nacho Yuchark.

 

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