Fonte: New Front

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4 Settembre 2019 

 

Prima di fare le “rivoluzioni colorate”, leggere i teorici

di Daniil Bogatyryov

Traduzione di Sergei Leonov

 

L’ex capo della BERS, Jacques Attali, ideologo del globalismo senza frontiere, nel suo primo libro “Sulla soglia di un nuovo millennio”, ha scritto che la globalizzazione sta creando una nuova “élite nomade” strappata dalle sue radici nazionali e in grado di svolgere funzioni amministrative in tutti i paesi della “periferia”. La “Società del futuro” gli sembrava lontana dall’utopia.

 

Attali ha sostenuto che la povertà continuerebbe ad essere combinata con la ricchezza, ma su scala globale.

 

Secondo il teorico francese, una persona nell’era della globalizzazione non dovrebbe essere altro che un’appendice a una carta di credito e di dati di registrazione, un nomade nella divisione globale delle specialità e delle professioni. Un individuo omologato, senza famiglia e senza patria. Di conseguenza, alla pari con le “élite nomadi”, predisse la formazione di “classi inferiori nomadi”. Inoltre, tutti questi processi previsti da Attali sono stati calorosamente accolti dalle masse che hanno partecipato ai movimenti per il “cambiamento”.

 

Negli ultimi 5 anni, l’Ucraina, come paese, è diventata forse l’incarnazione perfetta delle sue previsioni e dei suoi modelli sociali. I rappresentanti delle “élite nomadi” vengono periodicamente per correggerci, guadagnare soldi e poi volare verso altre destinazioni come Puerto Rico per governare gli altri poveri, classi inferiori, nativi allo stesso modo (ricorda Yaresko). Purtroppo, con il cambio di potere, questa tendenza è continuata.

 

L’Aivaras Abromavicius, banchiere, una volta dimenticato è stato nominato capo della Ukroboronprom, David Arahamia, politico, siede nella Rada e Ulyana Suprun, fino a poco tempo fa, era a capo del Ministero della Salute. I nuovi ministri, sebbene non immigrati dall’estero, non sono meno globalisti di Attali. È possibile che alla scadenza dei loro poteri, saranno inviati a “attuare riforme” in un altro paese del terzo mondo.

 

Allo stesso tempo, milioni di cittadini ucraini si inseriscono anche nel “mondo globalizzato”, trasformandosi in “classi nomadi inferiori”. Vanno a raccogliere pomodori e fragole in Polonia, lavare i bagni in Italia o posare piastrelle nelle dacie in generale vicino a Mosca. Privati della Patria e costretti a vagare per sopravvivere.

 

Si è verificato tutto questo per cosa? E inoltre, la prossima volta prima di andare a manifestare al Maidan per il cambiamento, leggi i teorici. Hanno scritto in chiaro nel loro testo in quale vergognoso stallo vogliono spingerci tutti. Dovevamo prevederlo.

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