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14 novembre 2019

 

L’Ucraina per gli ignoranti

di Ray McGovern

Traduzione di Giuseppe Volpe

 

Al debutto, mercoledì, delle audizioni per la messa in stato d’accusa [di Trump] c’è stato un tema sul quale sono sembrati essere d’accordo entrambi gli schieramenti ed è stato una caricatura da fumetto della realtà.

Il presidente del Comitato della Camera sui Servizi Segreti, Adam Schiff, ha avviato i lavori così: “Nel 2014 la Russia ha invaso un alleato degli Stati Uniti, l’Ucraina, per rovesciare l’abbraccio di quella nazione all’occidente e per soddisfare il desiderio di Vladimir Putin di ricostruire un impero russo…”

Cinque anni fa, quando l’Ucraina ha cominciato a fare notizia, gli statunitensi che pensavano che l’Ucraina fosse un’isola del Pacifico poteva forse essere perdonato. Che membri del Comitato della Camera sui Servizi Segreti non abbiano – o fingano di non avere  – informazioni più accurate a proposito dell’Ucraina è uno scandalo, e gravido di conseguenze.

Come ha avvertito il professor Stephen Cohen, se la procedura di messa in stato d’accusa non si occuperà di fatti oggettivi, le tensioni già alte con la Russia probabilmente diverranno ancora più pericolose.

Dunque ecco una specie di introduzione per quelli che possano essere interessati a un po’ di storia dell’Ucraina:

Tardo 1700: Caterina la Grande ha consolidato il suo dominio; ha creato la prima e unica base navale della Russia in acque calde in Crimea.

 

Nel 1919, dopo la rivoluzione bolscevica, Mosca ha sconfitto la resistenza in Ucraina il paese è diventato una delle 15 repubbliche dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).

Krusciov: cedette l’Ucraina (Wikipedia)

Nel 1954, dopo la morte di Stalin l’anno prima, Nikita Krusciov, un ucraino, ha assunto il potere. Assecondando i suoi sostenitori ucraini ha unilateralmente decretato che da allora in poi la Crimea avrebbe fatto parte della RSS ucraina, non della RSS russa. Poiché tutte le 15 repubbliche dell’URSS erano sotto il rigido controllo di Mosca, la svolta è stata una distinzione senza una grande differenza, fino a più tardi, quando l’URSS è finita in pezzi.

Novembre 1989: cade il muro di Berlino.

2-3 dicembre 1989: Il presidente George H.W. Bush invita il leader sovietico Mikhail Gorbaciov a un vertice a Malta; lo rassicura che “gli USA non approfitteranno” dei problemi sovietici nell’Europa Orientale. Bush aveva già avanzato l’idea di un’Europa completa e libera, dal Portogallo a Vladivostok.

Un quid pro quo gravido di conseguenze

7-10 febbraio 1990: Il Segretario di Stato James Baker negozia un quid pro quo; accettazione sovietica della pillola amara di una Germania riunificata (in seno alla NATO) in cambio di una promessa orale di non allargare la NATO “nemmeno di un metro in più” a Est.

 

Dicembre 1991: L’URSS si dissolve. Improvvisamente conta che Krusciov abbia ceduo la Crimea alla RUSS ucraina; Mosca e Kiev elaborano accordi di lungo termine per l’uso della base navale di Sebastopoli da parte della marina sovietica.

Il quid pro quo comincia a smontarsi nell’Ottobre 1996 nel corso delle ultime settimana della campagna elettorale del presidente Bill Clinton, quando dice che Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca sarebbero benvenute nella NATO, nonostante la precedente promessa a Mosca. L’ex ambasciatore statunitense in URSS, Jack Matlock, che prese parte sia al vertice Bush-Gorbaciov degli inizi di dicembre 1989 a Malta, sia alle discussioni Baker-Gorbaciov degli inizi del febbraio 1990, ha detto: “Il linguaggio usato era stato assoluto, compreso nessun “approfittare” da parte degli USA… Non vedo come qualcuno possa considerare la successiva espansione della NATO se non come un “approfittare”, particolarmente perché, a quel punto, la Russia difficilmente era una minaccia credibile”. (Dei 16 membri del 1990, la NATO è cresciuta a 29 stati membri, con i 13 aggiuntivi tutti a est della Germania).

1° febbraio 2008: Tra voci di piani della NATO di offrire l’ingresso all’Ucraina, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov avverte l’ambasciatore statunitense William Burns che “nyet significa nyet”. La Russia reagirà con forza a qualsiasi mossa per portare l’Ucraina o la Georgia nella NATO. Grazie a WikiLeaks abbiamo il dispaccio originale di Burns dall’ambasciata di Mosca.

3 aprile 2008: Incluso nella Dichiarazione Finale del vertice NATO di Bucarest: “La NATO accoglie le aspirazioni euroatlantiche di Ucraina e Georgia di aderire alla NATO. Abbiamo concordato oggi che tali paesi diverranno membri della NATO”.

Inizi di settembre 2013: Putin aiuta Obama a opporsi alle richieste dei neocon di un’operazione “shock and awe” contro la Siria; i russi persuadono il presidente Bashar al-Assad a consegnare le armi chimiche dell’esercito siriano per la distruzione su una nave statunitense attrezzata per la distruzione di armi chimiche. I neocon sono indignati per non essere riusciti a forzare Obama ad attaccare la Siria.

Nel frattempo in Ucraina

Dicembre 2013: In un discorso alla Fondazione USA-Ucraina la Vicesegretario di Stato per gli Affari Europei, Victoria Nuland, afferma: “Gli Stati Uniti hanno appoggiato le aspirazioni europee dell’Ucraina… Abbiamo investito più di 5 miliardi di dollari per assistere l’Ucraina in questi e altri obiettivi che garantiranno un’Ucraina sicura, prospera e democratica”.

4 febbraio 2014: In mezzo a disordini nella Maidan di Kiev, YouTube trasmette le istruzioni dell’ultimo minuto della Vicesegretario di Stato Victoria Nuland all’ambasciatore statunitense in Ucraina Geoffrey Pyatt a proposito della scelta statunitense del nuovo primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk (alias “Yats”) e altri piani per l’imminente colpo di stato a Kiev. Quando Pyatt manifesta preoccupazione circa i timori della UE a proposito dell’organizzazione di un colpo di stato la Nuland dichiara: “Affanculo la UE”. Poi si scusa con la UE un giorno o due dopo, per la volgarità, non per il colpo di stato. Afferma anche che il Vicepresidente Joe Biden aiuterà a “mettere insieme questa cosa”, intendendo il colpo di stato.

22 febbraio 2014: Colpo di stato a Kiev; appropriatamente definito “il più sfacciato colpo di stato della storia” da George Friedman, allora presidente del diffusamente rispettato studio di esperti STRATFOR.

23 febbraio 2014: La data in cui NATO, diplomatici occidentali e media industriali hanno scelto – ipocritamente – come l’inizio della storia europea recente, con silenzio circa il colpo di stato orchestrato a Kiev il giorno prima. Il presidente Vladimir Putin torna a Mosca dai giochi olimpici invernali di Sochi; conferisce con consiglieri sulla Crimea decidendo – diversamente da Krusciov nel 1954 – di organizzare un plebiscito per consentire al popolo della Crimea, la maggior parte del quale fortemente contrario al regime del colpo di stato, di decidere del proprio futuro.

16 marzo 2014: Il risultato ufficiale degli elettori in Crimea è un voto schiacciante a favore dell’indipendenza dall’Ucraina e per l’adesione alla Russia. Dopo il referendum la Crimea ha dichiarato l’indipendenza dall’Ucraina e chiesto di unirsi alla Federazione Russa. Il 18 marzo l’Assemblea Federale Russa ha ratificato l’incorporazione della Crimea nella Russia.

Nei giorni seguenti Putin ha reso immediatamente (e pubblicamente) chiaro che l’iniziale dichiarazione di Yatsenyuk a proposito dell’adesione dell’Ucraina alla NATO e – cosa più importante – ai piani USA/NATO di dispiegare sistemi ABM sulla periferia occidentale della Russia e nel Mar Nero era stata la principale forza che aveva motivato la reincorporazione post referendum della Crimea nella Russia.

Putin: ha reagito al colpo di stato (governo russo)

Nessuno con una rudimentale conoscenza della storia russa avrebbe dovuto essere sorpreso che Mosca non avrebbe consentito di lasciare che la NATO arraffasse la Crimea e la sola base navale russa in acque calde. I neocon della Nuland hanno colto l’occasione per accusare la Russia di aggressione e hanno detto agli obbedienti governi europei di adeguarsi. Washington, tuttavia, non è riuscita a convincere i propri alleati europei a imporre sanzioni stringenti contro la Russia, fino all’abbattimento dell’aereo delle Malaysian Airlines MH17 sull’Ucraina.

 

Aereo abbattuto; 298 uccisi

17 luglio 2014: [aereo] MH17 abbattuto.

 

20 luglio 2014: Il Segretario di Stato John Kerry dichiara a David Gregory della NBC: “Abbiamo raccolto le immagini di questo lancio. Conosciamo la traiettoria. Sappiamo da dove è arrivato. Conosciamo l’ora. Ed è stata esattamente l’ora in cui questo velivolo è scomparso dai radar”. Gli USA, tuttavia, non hanno condiviso alcuna prova di ciò.

Considerato come lo spionaggio statunitense era stato concentrato all’epoca, con precisione laser, su quella parte del confine ucraino-russo è quasi una certezza che gli USA abbiano informazioni moto rilevanti riguardanti ciò che è realmente successo e chi è stato il più probabile responsabile. Se tali informazioni confermassero le accuse mosse da Kerry, quasi certamente sarebbe state rese pubbliche.

 

Meno di due settimane dopo l’abbattimento gli europei sono stati convinti a imporre sanzioni che colpiscono le loro attività ed economia tanto quanto colpiscono quelle della Russia e molto più di quanto colpiscano gli Stati Uniti. Non c’è alcun segno che, soccombendo alle pressioni statunitensi, gli europei abbiano raccolto il coraggio per chiedere una sbirciata alle “prove” di cui Kerry si era vantato sulla televisione NBC.

27 ottobre 2016: Putin parla al Valdai International Discussion Club.

Come è svanita la “crescente fiducia” di cui il presidente russo Putin aveva scritto nel suo editoriale dell’11 settembre 2013 sul New York Times?

Come si è trasformata nell’attuale profonda sfiducia e agitar di spade quella che Putin aveva chiamato una “relazione operativa e personale con il presidente Obama”? Solo tre anni dopo la stretta collaborazione per risolvere pacificamente il problema siriano, Putin ha parlato di uno stato “febbrile” delle relazioni internazionali e ha lamentato: “I miei accordi personali con il presidente degli Stati Uniti non hanno prodotto risultati”. E da allora le cose sono andate sempre peggio.

 


Ray McGovern collabora con Tell the Word, un ramo editoriale della Chiesa Ecumenica del Salvatore nei quartieri poveri di Washington. I suoi 27 anni da analista della CIA hanno compreso la direzione del Settore della Politica Estera Sovietica e la conduzione di aggiornamenti mattutini del President’s Daily Brief. In pensione è stato cofondatore di Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS).


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Originale: https://consortiumnews.com/2019/11/14/ray-mcgovern-ukraine-for-dummies/

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