Huffingtonpost - sabato 13 aprile 2019 - Secondo quanto scrive il Corriere della sera Silvia Romano, 23 anni, cooperante italiana, rapita il 20 novembre scorso in Kenya, sarebbe viva. «Siamo sicuri che Silvia è viva, tutti i nostri sforzi sono concentrati nelle ricerche», hanno assicurato gli investigatori kenyani prima di consegnare a Carabinieri del Ros, due giorni fa - secondo quanto racconta il Corriere della sera - il fascicolo con gli atti raccolti sino ad ora, compresi i verbali dei due sequestratori arrestati pochi giorni dopo il prelevamento della ragazza. Ovviamente il caso è seguito a stretto giro dalla Farnesina e dagli uomini dell'Aise, il servizio segreto per la sicurezza all'estero.


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sabato 13 aprile 2019 

 

La polizia del Kenya insiste: «Silvia Romano è viva»

Per la terza volta le autorità, che hanno incontrato gli investigatori italiani, assicurano di avere informazioni certe. Ma i dubbi restano sulla cooperante sequestrata il 20 novembre scorso

 

Silvia Romano, 23 anni, la cooperante sequestrata il 20 novembre scorso mentre si trovava nel villaggio di Chakama a circa 80 chilometri da Malindi, sarebbe viva e non avrebbe superato il confine con la Somalia. È quanto sarebbe emerso nel corso dell'incontro tra gli investigatori keniani e i carabinieri del Ros a Nairobi dove sono stati condivisi gli atti raccolti finora. 


"Siamo sicuri che Silvia è viva", avrebbero assicurato, secondo quanto riportano alcuni quotidiani, gli investigatori keniani. 

 

Tra le persone arrestate in questi mesi ci sono anche due uomini che avrebbero accettato di collaborare: secondo la loro versione la ragazza sarebbe stata ceduta a una nuova banda di criminali avvalorando così l'ipotesi che Silvia sia ancora in Kenya.


A onore del vero la stessa versione è stata fornita dalla polizia già due volte, dimostrando la scarsità di reali informazioni in possesso degli inquirenti. Mentre erano anche emersi problemi di “contatti” tra gli investigatori italiani e i colleghi africani. Inoltre, sempre la polizia della capitale Nairobi, aveva assicurato a poche ore dal sequestro l’«immediata liberazione della ragazza». Sono passati quattro mesi.

 

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