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14/10/2019

 

Promozione e Marketing della Guerra: tutti i conflitti degli ultimi secoli sono stati promossi e finanziati dagli stessi banchieri criminali e dalle stesse banche.

di Paolo Germani

Per combattere una guerra occorre molto denaro ed è quindi necessario aumentare le tasse o farselo dare dai banchieri, ricorrendo all’indebitamento, altrimenti la guerra non si può nemmeno iniziare. Era così nel Medioevo ed è così ancora oggi.

 

Le guerre si combattono per tutelare gli interessi delle classi dominanti, non quelli del popolo.

Sembrano due affermazioni logiche e scontate. Eppure nei libri di storia gli aspetti economici e finanziari delle guerre non vengono mai presi in considerazione. I racconti storici sono pieni di dettagli, nomi e cognomi, date ed eventi, battaglie e schieramenti, armi a disposizione dei contendenti, posizionamenti sul campo, tattiche e strategie.

 

Nulla invece ci viene detto su chi ha finanziato il tutto, da una parte e dall’altra.

E noi invece vorremmo sapere chi ha finanziato l’acquisto dei cannoni, le paghe dei mercenari, le armi dei soldati, i viveri e le uniformi. Vorremmo anche sapere quali erano gli interessi economici in ballo. Ma queste informazioni non sono mai disponibili.

 

Sono soprattutto gli aspetti finanziari ad essere tralasciati, mentre invece sarebbero quelli più utili per capire gli eventi, anche quelli di oggi.

 

Perché gli aspetti finanziari non vengono mai approfonditi?

E’ un dato di fatto, gli aspetti finanziari delle guerre non vengono mai affrontati. Manca completamente la ricerca storica in tal senso. Ad esempio, il nome dei Rothschild non compare mai nei libri di storia. E nemmeno quelli di altri importanti famiglie di mercanti e banchieri, quali Sassoon, Warburg, Schiff, Lazare, Loeb, Kuhn, Goldman, Sachs, Lehman.

 

E questo è davvero strano, visto che queste famiglie hanno finanziato e fomentato tutte le guerre degli ultimi tre secoli.

Nei libri di storia non c’è una parola sul fatto che dietro i conflitti ci fossero sempre gli stessi banchieri, sia da una parte che dall’altra. Non una parola sul fatto che i banchieri fossero anche parti attive nei conflitti, nel senso che presentavano la guerra come un grande affare economico, una specie di pacchetto tutto compreso, oggi potremmo chiamarlo “marketing della guerra”: “Noi vi diamo tutti i soldi di cui avete bisogno, voi acquistate le armi che vi servono, fate combattere i vostri soldati (ecco l’utilità del popolo!) e con gli immensi guadagni che otterrete dopo la vittoria, sarete in grado di restituire  il capitale che vi abbiamo prestato e potrete pagare gli interessi che ci spettano”.

 

Tutto quadra. Il marketing della guerra potrebbe essere materia di studio in tutte le scuole superiori, ma cos’ non è.

 

La Rivoluzione Francese

 

Quando parliamo della Rivoluzione Francese ci vengono in mente la Presa della Bastiglia, ad opera del popolo, e la nota ed eloquente frase

“Legalité, Egalité, Fraternité”.

Ma non ci viene in mente che, prima della rivoluzione, la Francia aveva un debito pubblico enorme, contratto per far fronte alle varie guerre, tra cui quella contro l’Inghilterra in terra americana, e che il 40% delle entrate fiscali del regno andavano, a titolo d’interesse, ai banchieri che avevano finanziato quelle guerre. Uscite finanziarie che dissanguavano la Francia.

 

Chi erano quei banchieri che spolpavano il popolo francese in questo modo?

 

La Rivoluzione Inglese

 

Nei libri di storia non c’è scritto, ma è facile intuirne i nomi. Sappiamo che dopo la rivoluzione i beni del Clero vennero confiscati, ma non sappiamo che quei beni vennero utilizzati per ripagare una parte del debito e a beneficiarne furono quindi i banchieri, non certo il popolo. La svendita dei beni del Regno e del Clero arricchì immensamente i banchieri che avevano finanziato le guerre, senza tuttavia ripianare il debito della Francia, perché i soldi ricavati servirono soprattutto a pagare gli interessi. Ed erano interessi usurai, come consuetudine dell’epoca.

Visti chi furono i beneficiari della Rivoluzione, possiamo anche porci un’altra domanda:

 

Chi c’era dietro la Rivoluzione Francese, chi la fomentò e la sostenne?

Quando parliamo della Rivoluzione Inglese pensiamo al Parlamento e alla libertà, a Re Carlo I, cui venne mozzata la testa il 30 gennaio 1649, ma non pensiamo a chi finanziò l’esercito di Oliver Cromwell, da dove prese i soldi per comprare le armi e per pagare quei soldati “altamente addestrati”, in grado di battere l’esercito di un Re.

Perché diciamolo chiaramente, senza i soldi ad aver mozzata la testa quel giorno sarebbe stato Cromwell e non il Re.

 

Non è difficile rispondere a questa domanda. La rivoluzione colorata di Oliver Cromwell venne lautamente finanziata dai banchieri ebrei che operavano in Olanda e Germania, cui era vietato l’ingresso in Inghilterra da 350 anni ormai, vale a dire da quando Re Edoardo I, nel 1290, aveva firmato l’Editto di Espulsione degli Ebrei.

E infatti, subito dopo la fine del conflitto, nel 1655, Oliver Cromwell permise agli ebrei di ritornare in Inghilterra.

 

Questa era la contropartita dell’aiuto economico, ottenuto soprattutto dai banchieri ebrei di Amsterdam, tra cui Manasseh Ben Israel e suo cognato, David Abravanel Dormido. Ma nei libri di storia questi nomi non compaiono. In poco tempo gli ebrei ricostituirono una importante comunità finanziaria, con al centro la City di Londra, e fecero di quell’enclave la più importante piazza finanziaria del mondo. Coincidenze? No, semplice sdebitamento da parte di Oliver Cromwell, che stette ai patti, non perché fosse un uomo particolarmente affidabile, ma perché altrimenti la testa mozzata l’avrebbe avuta anche lui.

 

La Rivoluzione Bolscevica

 

La Rivoluzione Bolscevica non avrebbe mai avuto nemmeno inizio, senza i lauti finanziamenti dei banchieri Warburg, Schiff, Loeb e della Nya Banken, fondata in Svezia nel 1912 dall’ebreo russo Olof Aschberg. Lenin non avrebbe potuto fare molto contro il potente Zar, imperatore di tutte le Russie. E invece, dalla Svizzera partì il famoso treno Piombato con all’interno Lenin ed altri trentadue esponenti rivoluzionari, tra cui la Nadezhda Krupskaya, Grigory Zinoviev, Karl Radek e Grigory Sokolnikov, treno che attraversò la Germania per raggiungere San Pietroburgo.

 

Il Treno Piombato di Lenin portava dentro un carico di morte, terrore e distruzione che non trova altri riscontri nella storia dell’umanità. Furono decine di milioni i russi e gli ucraini che di lì a poco avrebbero trovato la morte.

 

La Spedizione dei Mille

 

Spendiamo due parole anche per l’Italia, per ricordare che nel 1860 i piemontesi avevano le casse vuote e ingenti debiti verso i Rothschild, debiti contratti dal Regno di Sardegna per finanziare le guerre. Il Regno delle due Sicilie aveva invece le casse piene, e nessun debito verso la finanza internazionale, ed ecco comparire l’eroe dei due mondi, un eroe che in altre circostanze sarebbe stato freddato prima di partire, ma che stranamente, con mille uomini scapestrati e male armati al seguito,

compie due grandi miracoli. Il miracolo di unire l’Italia e quello di ripianare i debiti dei piemontesi.

 

Storia mai raccontata nei libri.

 

Perché banchieri e finanza non entrano nei libri di storia?

Gli aspetti finanziari della storia recente non vengono nemmeno sfiorati dai libri di storia, non perché le cose non siano note, ma perché scriverle nei libri permetterebbe ai ragazzi di capire sin da giovani quali sono i meccanismi delle guerre e chi sono i personaggi che agiscono dietro le quinte.

 

Capire i meccanismi delle guerre aprirebbe la strada ad una presa di coscienza, molto rischiosa per la classe dominante, che si identifica nella finanza globalista, quindi è meglio tacere e nascondere.

 

Scrivere la storia vera nei libri di storia ci permetterebbe di capire chi sono quelli che hanno promosso e finanziato tutte le guerre degli ultimi tre secoli, diventando, guerra dopo guerra, sempre più potenti e sempre più ricchi.

 

E rendendo tutti gli altri sempre più poveri.

 

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