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martedì 14 maggio 2019

 

Childfree: fra educazione civica e sessuo-affettiva

di Tirocinante: Chiara Calcagni

Tutor: Fabiana Salucci

Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica 

“Un giorno te ne pentirai”, “Sei egoista”, “Sei donna, dovresti sentire il bisogno”, ecc.… sono solo alcune delle frasi che uomini e donne si sentono dire ancora oggi soltanto perché non vedono la genitorialità come un dovere.

 

Con il termine Childfree si vogliono indicare quelle persone che, pur essendo fertili, decidono liberamente di non volere figli e quelle per cui l’essere infertili non rappresenta un disagio o un problema. Il movimento Childfree nasce in America più di dieci anni fa, mentre in Italia il fenomeno fa molta difficoltà a prendere piede, nonostante se ne parli sempre più di frequente: per esempio la regista e attrice Michela Andreozzi (apertamente e orgogliosamente childfree), ha cercato di normalizzare con molta ironia questo tema prima col suo film Nove lune e mezzo e poi con il libro Non chiedetemelo più. Il messaggio che cerca di far arrivare è che ci si può sentire realizzati e completi a prescindere dall’essere madri o padri e che una coppia può essere una famiglia anche senza figli. È difficile fare una stima della portata di un fenomeno come il childfree per vari motivi, ma secondo uno studio pubblicato sul Finnish Yearbook of Population Research in Europa la media degli individui fra i 18 e i 40 anni che non vuole avere figli è dell’11%: l’Italia è uno dei paesi che registra le percentuali minori (4% circa). Uno dei motivi per cui non è semplice calcolare la diffusione del fenomeno è tuttora lo stigma sociale: se la maggior parte dichiara il suo essere childfree con orgoglio, per alcuni non è così e si parla di un vero e proprio coming out in quanto la scelta non è sempre supportata ed è difficile da comprendere.

 

Ma chi sono realmente i childfree? E quali sono le loro motivazioni? Sono persone che consapevolmente scelgono di non avere figli e che sono comunque soddisfatte nei loro rapporti sociali, nella vita da single o di coppia: vivono una sessualità orientata esclusivamente all’affettività e al piacere ludico. Stando alle testimonianze presenti sulla pagina facebook Childfree Italia la stragrande maggioranza ammette di essere così da sempre, che è nata così o che ne ha preso consapevolezza durante l’adolescenza. Molti confessano che non provano odio o ribrezzo per i bambini, altri invece sì, altri ancora hanno paura della gravidanza e del parto e infine ci sono quelli che semplicemente non vogliono mettere al mondo bambini in una società così “tossica”. Per tutti loro esiste la possibilità di effettuare la sterilizzazione volontaria: la chiusura delle tube per le donne e la vasectomia per gli uomini. Sono interventi irreversibili, ma che non vanno ad intaccare la sessualità dell’individuo. La mancanza di rispetto nei confronti di queste persone e contemporaneamente il loro bisogno di “farsi sentire” ed essere ascoltati, li ha portati a creare vere e proprie comunità online per difendere la loro libertà di scelta.

 

Da un punto di vista sociale i soggetti più presi di mira sono le donne (in passato apostrofate come esseri contro natura o addirittura “rami secchi”), ma ci sono anche molti uomini. L’istituzione di una giornata mondiale che riconosce il movimento childfree (1 agosto) è un piccolo passo verso l’accoglienza e l’accettazione, ma i passi da fare sono ancora molti. Innanzitutto, come per ogni cosa, bisognerebbe educare al rispetto per le scelte di vita altrui e coltivare la libertà di pensiero. Solo così possiamo contribuire all’abolizione di uno stigma sociale e dei pregiudizi senza fondamenti per permettere alle persone di esprimersi per quello che sono. Secondo poi è molto importante un’educazione alla sessualità e all’affettività anche svincolata dalla procreazione. Bisogna sapere che l’atto sessuale può avere tre finalità: riproduttiva, ricreativa e relazionale ed il fatto che una delle tre è soddisfatta o viene a mancare, non priva l’atto del suo significato o della sua completezza.

 

Per il movimento childfree non volere un figlio non è sinonimo di egoismo, bensì la concretizzazione della consapevolezza che la genitorialità non è un obbligo, ma una scelta libera. Costringere una persona a fare un figlio (qualunque sia il motivo) non tutela la salute né della persona stessa né di un eventuale nascituro.

 

 

Bibliografia:

Miettinen, A., & Szalma, I. (2014). Childlessness Intentions and Ideals in Europe. Finnish Yearbook of Population Research, 49, 31-55. Retrieved from https://journal.fi/fypr/article/vie...

 

Sitografia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Childfree

Il movimento “Childfree”

«Noi figli non ne vogliamo». Viaggio nel mondo childfree

 

 

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