https://www.huffingtonpost.it/

03/09/2019

 

Resa dei conti sulla Brexit: mozione anti no-deal o voto anticipato. Johnson per la maggioranza

 

Oggi il Parlamento vota sulla legge proposta dai laburisti per scongiurare l'uscita senza accordo. In caso di sconfitta Johnson è pronto a nuove elezioni. Le incertezze affossano la moneta

 

A pochi minuti dal voto della mozione anti no deal Johnson perde la maggioranza assoluta. Philip Lee, un oppositore della Brexit, è infatti passato al gruppo di opposizione dei Liberaldemocratici. Lo ha annunciato la leader LibDem, Jo Swinson. Il cambiamento non comporta comunque l’automatica caduta del governo, salvo un voto di sfiducia dell’aula. Ma ieri, 2 settembre, il premier aveva detto che un voto favorevole alla mozione anti no deal sarebbe stato considerato come un voto di sfiducia.  Nel suo discorso ai Comuni Johnson ha ripetuto di non essere disposto a chiedere alcun ulteriore rinvio all’Ue e sostiene che l’eventuale approvazione del testo anti-no deal- che ha definito l’atto di resa a Corbyn - “distruggerebbe” ogni tentativo di riaprire il negoziato sul backstop con i 27.

L’incertezza totale sulla Brexit – con il Parlamento che potrebbe approvare, nel pomeriggio, una mozione contro l’uscita dall’Ue senza accordo e il premier Boris Johnson che agita lo spettro del voto anticipato – affossa la sterlina, che precipita ai minimi da tre anni a 1,1959 dollari, il livello più basso da ottobre 2016. Dal referendum sulla Brexit nel giugno 2016, la moneta britannica ha perso il 20% del suo valore nei confronti del dollaro.

 

Mentre gli occhi del mondo oggi sono puntati su Westminster, che riapre dopo la pausa estiva e prima della contestata sospensione preannunciata dal governo dalla settimana prossima al 14 ottobre, il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, accusa Johnson di “attaccare la nostra democrazia” per cercare di portare la Gran Bretagna verso “una sconsiderata Brexit no deal” e lo irride sui progressi che il premier Tory rivendica nello sforzo di riaprire il negoziato con l’Ue. “Questo non è più solo il governo del caos, è anche il governo della codardia”, tuona il laburista, sfidando Johnson a rispettare “lo stato di diritto” e ad accettare la legge anti-no deal se la Camera l’approverà ... Una manciata di giorni in cui si consumerà la resa dei conti sulla Brexit, con la prospettiva sempre più concreta di un ritorno alle urne a ottobre, a distanza di poco più di due anni dalle ultime elezioni - anch’esse anticipate - convocate dall’allora premier Theresa May. Davanti al Parlamento si sono riuniti attivisti pro e anti Brexit con i rispettivi slogan e manifesti, consegnando la fotografia di un Paese spaccato a metà.

 

AP - Davanti al Parlamento, attivisti pro e anti Brexit

 

La mozione anti no-deal

La determinazione del premier a portare il Regno Unito fuori dall’Ue entro il 31 ottobre “do or die”, costi quel che costi, ha spinto parlamentari di diversi schieramenti a unirsi per contrastare lo scenario del no-deal. Invocando lo Standing Order 24 (SO24), che permette di chiedere un dibattito su “un tema specifico e importante che dovrebbe avere considerazione urgente”, si preparano a passare all’attacco: l’obiettivo è una legge che obblighi il premier a chiedere un’estensione dell’Articolo 50 in caso non riesca a trovare un nuovo accordo con Bruxelles.

 

La mozione - su cui dovrebbero convergere i voti di laburisti, nazionalisti scozzesi, liberaldemocratici, gallesi, verdi e i ribelli Tory - punta a costringere il premier a chiedere e ottenere dalla Ue una proroga della Brexit dal 31 ottobre fino al 31 gennaio 2020. Sempre che un accordo alternativo per l’uscita non sia stato approvato entro il 19 ottobre, il giorno successivo al prossimo summit europeo. Prospettiva che Johnson dichiara possibile, ma a cui non crede praticamente nessuno.

 

Ue: “No-deal è una possibilità molto chiara. Progressi sul processo, ma nessuna proposta”

L’“ipotesi di lavoro” della Commissione Europea è che la Brexit avvenga il prossimo 31 ottobre e, allo stato, un’uscita del Regno Unito dall’Ue senza un accordo ”è una possibilità molto chiara”, ragion per cui domani il collegio dei commissari approverà una comunicazione in cui si ribadirà l’appello a prepararsi alla Brexit, prevedendo “aggiustamenti tecnici alle misure di emergenza” che dovrebbero scattare in caso di hard Brexit. Lo dice la portavoce capo della Commissione Europea Mina Andreeva durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

 

Per l’Ue, continua la portavoce, “il miglior risultato sarebbe un ritiro negoziato” sulla base dell’accordo di ritiro. Finora si registrano “progressi sul processo”, nel senso che “ora ci sono colloqui” per discutere di alternative al backstop compatibili con l’accordo di ritiro, “mentre prima non c’erano più contatti”. Nella sostanza, però, non c’è stata “alcuna proposta concreta che sia stata presentata e che abbiamo visto” per superare lo stallo sul backstop per evitare il ritorno della frontiera fisica tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord.

 

La prospettiva del voto anticipato. Ipotesi 14 ottobre.

Nel caso in cui la legge anti no-deal dovesse passare, BoJo è pronto a ricorrere all’arma estrema delle elezioni anticipate. In testa ha già una data: 14 ottobre.

L’ipotesi delle urne è sempre stata una carta sul tavolo di Johnson che però avrebbe bisogno del sostegno di due terzi dei deputati; avendo una maggioranza di un solo voto e diversi oppositori al no-deal anche tra i suoi, è evidente la necessità di coinvolgere l’opposizione.

 

Corbyn: “Elezioni anticipate? Sono pronto a battermi”

 Il leader laburista Jeremy Corbyn si è detto “pronto a combattere” in caso di voto anticipato, precisando che la sua priorità resta quella di scongiurare una Brexit senza accordo. “Vogliamo un’elezione generale come fanno tutti gli altri partiti”, si è limitato a rispondere a chi gli domandava se il Labour avrebbe sostenuto la strada delle urne in qualsiasi circostanza. “Ai sensi del Fixed Term Parliament Act, spetta al primo ministro introdurre una misura al riguardo o meno. La priorità è prevenire una Brexit senza accordo, vedremo cosa accadrà dopo”, ha detto. “Vediamo cosa succede una volta che la mozione sarà approvata. E se verranno indette nuove elezioni, sono assolutamente pronto a battermi”.

top