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febbraio 17, 2019

 

Haiti: rivolte in corso. Cittadini USA abbandonano il paese. Caos ovunque

 

Caos ad Haiti, con rivolte in piazza dopo l’annuncio di un aumento del prezzo di una delle derrate alimentari più diffuse, il riso, e la scarsità delle risorse alimentari. La polizia locale sembra incapace di fermare le rivolte e ci sono stati scontri di fronte alla sede del palazzo del presidente Jovenel Moise, appoggiato dagli USA.

 

Dopo il terremoto del 2010 si è installato un presidente neoliberale, Moise Jovenel, con un forte appoggio dagli USA, ma poco è stato portato di rimedio alla povertà ed alla corruzione a livello impensabile. La rivolta è covata sotto le braci ed Haiti era, ed è , uno dei paesi più insicuri al mondo. In coincidenza con la crisi venezuelana le violenze sono riesplose e questo potrebbe non essere un fatto casuale nè secondario: i rivoltosi in piazza hanno bruciato la bandiera americana ed hanno invocato Russia e Cina.

 

Gli USA , in Canada e vari paesi occidentali, fra cui l’Italia, hanno evacuato tutti i cittadini e chiuso le missioni umanitarie. Il primo ministro del paese, Jean Henry Ceant, ha iniziato a trattare con i rivoltosi facendo delle concessioni nella lotta contro la corruzione e per un calo dei prezzi dei beni di largo consumo, ma per ora non è certo che le rivolte cesseranno. Appare curioso comparare due paesi in rivolta, l’uno in direzione opposta all’altro: Haiti e Venezuela.

 

L’applicazione delle politiche neoliberiste strette, iniziate non a  caso negli anni novanta, quando pareva che fosse rimasto solo un paese dominante al mondo, gli USA, stanno portando ad una crisi sociale e di ordine pubblico in mezzo mondo occidentale o filo occidentale:  Haiti, Venezuela, Francia, Haiti, Albania, tutte crisi contro un sistema che non riesce più a garantire il benessere promesso.

 

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