Fonte: thesaker.is

http://www.comedonchisciotte.org

28 Giugno 2019

 

In America la guerra civile c’è già

di  Eric Zuesse

Scelto e tradotto da Markus

 

L’America è governata solo dai suoi cittadini più ricchi, che hanno il totale controllo di entrambi i partiti politici. Tuttavia, pur essendo in posizione dominante, combattono ferocemente tra di loro. Sono su due schieramenti. Per quel che riguarda la politica estera ed interna, i miliardari del Partito Repubblicano odiano soprattutto l’Iran, e tutte le forme di progressismo. Al contrario, in politica estera ed interna, i miliardari del Partito Democratico detestano in particolare la Russia e accettano qualche elemento di progressismo. (Hanno bisogno di quest’ultimo per poter essere considerati liberali e quindi tollerati, o persino ammirati, dagli elettori del Partito Democratico. Questa è una loro necessità, perché, ad esempio, gli elettori del Partito Democratico sarebbero altrettanto maldisposti verso un politico che fosse finanziato e che facesse gli interessi dei fratelli Koch, di quanto lo sarebbero gli elettori del Partito Repubblicano verso un politico finanziato e agli ordini del liberale George Soros, e tutti sanno che i miliardari finanziano i politici importanti; non è un segreto. Soros e gli altri miliardari liberali possono far finta di essere “dotati di senso civico,” cosa che li mette in grado di fare appello ai liberali; ma i fratelli Koch e gli altri miliardari dichiaratamente conservatori non hanno bisogno di quella finzione per avere i voti dei conservatori).

In realtà, tutti i miliardari sono conservatori, e devono esserlo, per poter chiamare un paese come l’America “democratico” anziché “dittatoriale” e hanno bisogno del mito della “democrazia” americana per impedire una rivoluzione, che li priverebbe di tutto il loro potere. (Nessun miliardario americano definisce l’America una “dittatura” (anche se lo è, e ognuno di loro lo sa), dato che, collettivamente, qui i dittatori sono loro e non si fanno coinvolgere direttamente nella politica, a meno che non la vogliano controllare dall’interno. Più una persona è ricca, più tende ad essere conservatrice e i miliardari sono i più ricchi, quindi sono realmente tutti conservatori. Persino i miliardari liberali sono conservatori, perché, in caso contrario, anche a livello individuale fomenterebbero la rivoluzione e nessuno di loro sta facendo una cosa del genere, contro che cosa poi si rivolterebbero poi, se non contro loro stessi? Possono fingere di essere progressisti, ma solo fingere. Inoltre, tutti gli studi mostrano che più una persona è ricca, più tende a farsi coinvolgere nella politica. I poveri sono quelli che si interessano di meno alla politica, e questo è uno dei motivi per cui gli Stati Uniti sono una dittatura. Sono una dittatura dei più ricchi, una cosa che per migliaia di anni è stata definita “aristocrazia,” il contrario di “democrazia.”

Il primo studio scientifico sul fatto che gli Stati Uniti sono una dittatura e non una democrazia era stato pubblicato nel 2014 e aveva messo in luce il fatto che l’America è una dittatura, controllata dai suoi cittadini più facoltosi. I ricercatori avevano scoperto che solo la ricchezza e il coinvolgimento politico determinavano se particolari agende personali di singoli individui venivano convertite in leggi, poi implementate dalle politiche governative. Inoltre, “Le preferenze dell’americano medio sembrano avere solo un impatto minuscolo, prossimo allo zero e statisticamente non significativo, sulla politica pubblica.” Di conseguenza, i desideri del pubblico sono, di fatto, ignorati dal governo americano, che non è responsivo verso ciò che il pubblico vuole; è sensibile solo a ciò che esigono i super-ricchi politicamente attivi, quelli che praticamente finanziano tutta la politica. E quei miliardari controllano, o addirittura possiedono, tutte i principali organi di informazione, e così la loro propaganda esclude certe realtà, come quella che il paese è una dittatura, e niente affatto una democrazia.

Barack Obama aveva avuto come obiettivo, fin dal primo momento della sua presidenza, quello di rovesciare e sostituire il governo siriano; la ragione non è mai stata chiarita, alcuni pensavano che fosse perché la Siria era alleata con l’Iran, ed altri invece perché la Siria era alleata con la Russia. Quando il democratico Obama aveva negoziato e firmato il patto internazionale in cui l’Iran garantiva che non avrebbe costruto bombe nucleari e gli Stati Uniti e i loro alleati avrebbero posto fine alle loro sanzioni contro l’Iran, era apparso evidente che Obama, in realtà, non odiava l’Iran (sentimento che invece il repubblicano Trump chiaramente prova). Obama si accingeva ad invadere la Siria perché era alleata con la Russia, e non per i suoi legami con l’Iran. Il suo successore, il repubblicano Donald Trump, è altrettanto anti-Iran almeno quanto Obama era anti-Russia. Mentre il Partito Repubblicano odia in modo particolare l’Iran, il Partito Democratico odia sopratutto la Russia. E questo perché è così la mentalità dei loro miliardari: quelli democratici odiano di più la Russia, quelli repubblicani l’Iran. Questa è la grossa e unica differenza tra i due partiti.

La principale differenza personale tra Obama e Trump (a parte il fatto che Obama è intelligente e Trump no) è che Obama è un bugiardo inveterato, molto più abile di Trump. Ad esempio, era riuscito a menare per il naso Vladimir Putin nel 2012, facendogli credere che il suo “reset con la Russia” non fosse solo uno stratagemma. Il 26 marzo 2012, Obama aveva incaricato Dmitry Medvedev di dire a Putin: “Su tutte queste questioni, ma in particolare sulla difesa missilistica, questo, questo si può risolvere, ma è importante che lui [il futuro presidente Putin] mi dia tempo. Questa è la mia ultima tornata elettorale. Dopo che sarò stato eletto, avrò più flessibilità.” Era però tutta una bugia. Il fatto è che Obama stava già pianificando, nel 2011, di rovesciare un governo neutrale proprio ai confini della Russia, in Ucraina, e di sostituirlo con un regime rabbiosamente anti-russo, che progettava di far entrare nella NATO, anche se solo il 30% circa degli Ucraini era favorevole all’ingresso del loro paese nella NATO. Ma Putin non aveva modo di sapere che Obama stava programmando tutto questo. E, subito dopo il colpo di stato di Obama del febbraio 2014 in Ucraina, circa il 60% degli Ucraini aveva improvvisamente voluto che l’Ucraina aderisse alla NATO. (Questo perché il nuovo regime insediato da Obama propagandava l’odio contro la Russia). Obama aveva avuto successo in Ucraina perché era un nemico della Russia; è come se Putin avesse tentato un colpo di stato in Messico e, improvvisamente, i Messicani si fossero dimostrati ferocemente ostili nei confronti degli Stati Uniti. Ma era stato un Democratico a farlo, non un Repubblicano. E il repubblicano Trump è  ostile verso l’Iran, così come Obama lo era stato con la Russia. Questi non sono governi stranieri che interferiscono nelle politiche estere americane; forse lo sta facendo Israele, forse anche l’Arabia Saudita o forse gli Emirati Arabi Uniti, ma certamente lo stanno facendo i 585 miliardari americani. E sono alleati con questi tre paesi del Medio Oriente. Quando l’America impone sanzioni contro un paese per distruggere l’economia della nazione bersaglio, quella nazione bersaglio diventa ufficialmente un “nemico” e questo perché è alleata, o almeno ha buoni rapporti con la Russia, con l’Iran o con entrambi. I 585 miliardari americani controllano la politica estera americana, ma non sono d’accordo sul fatto se il principale nemico dell’America sia (se il miliardario è un Repubblicano) l’Iran, o (se il miliardario è un Democratico) la Russia.

Per esempio: se il prossimo presidente sarà Biden, conquistare la Russia sarà il principale obiettivo della politica estera americana, ma, se come prossimo presidente verrà eletto Trump, allora toccherà all’Iran.

 


Eric Zuesse

Link: https://thesaker.is/the-civil-war-now-in-america/

26.06.2019

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